l candidato sindaco Simone De Santi: "Nel biodistretto la promozione dei prodotti biologici si coniuga infatti con la promozione del territorio e delle sue peculiarità"
POGGIBONSI. Realtà industriale, ma con un cuore agricolo e vitivinicolo. «Poggibonsi deve puntare sulle proprie eccellenze agroalimentari e per questo vogliamo la costituzione del Biodistretto», spiega Simone De Santi candidato sindaco per le liste Insieme e Bellavista-Staggia. «Il biodistretto è una parte di territorio biologico dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per mettere in atto buone pratiche agricole, per la gestione oculata delle risorse e per non introdurre inquinanti nell’ambiente». L’obiettivo del Biodistretto è quello di «ottenere produzioni di elevata qualità partendo proprio dal modello biologico di produzione e consumo attraverso la filiera corta, i gruppi di acquisto e le mense pubbliche bio». Da non sottovalutare gli aspetti legati alla ricaduta economica sul territorio. «Nel bio-distretto – continua De Santi – la promozione dei prodotti biologici si coniuga infatti con la promozione del territorio e delle sue peculiarità al fine di garantire lo sviluppo delle proprie potenzialità economiche, sociali e culturali». Per concretizzare l’idea occorre «un accordo tra pubblico e privato, tra produttori con le associazioni e i consorzi. Il Biodistretto Valdelsa è uno dei punti del programma della lista Insieme per contribuire ad introdurre cibi sani nelle mense dei bambini e non solo. Il biodistretto può dare garanzia di qualità a coloro che vogliono acquistare vero biologico e magari farli anche a km0».
Il biodistretto della Valdelsa non è semplicemente un atto formale, «ma è un elemento fondamentale di un rapporto fatto di collaborazioni tra enti pubblici e imprese per rendere il territorio capace di guardare avanti sfruttando le sue infinite ulteriori potenzialità».
Il biodistretto, inoltre, guarda non soltanto alla produzione agricola, ma parla di semplificazione delle normative, di tradizioni culturali e di proposte turistiche. Perché se il punto di partenza è lo sviluppo delle produzione biologiche del territorio e della filiera corta biologica, gli interessi spaziano anche in altri campi. Come lo snellimento delle procedure, la semplificazione dell’applicazione delle norme per la certificazione biologica e dei regolamenti per la trasformazione e il confezionamento della materia prima.