Affidata dall'amministrazione comunale la complessa progettazione di recupero e risanamento dell'antico granaio simbolo della Val d'Arbia
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Grazie infatti ad un contributo ricevuto dal Ministero dell’Interno di 90 mila euro per la copertura di parte della spesa della progettazione esecutiva, l’amministrazione comunale di Monteroni d’Arbia ha affidato la progettazione del restauro e risanamento della copertura, oggi assente in quanto in parte crollata e per la restante parte smontata. Sono stati installati dei teloni protettivi e si prevede il consolidamento della sommità delle murature, dei solai e quant’altro necessario alla conservazione e ri-funzionalizzazione del bene. Infine è previsto l’inserimento ex novo degli impianti – mai esistiti, se non quello elettrico in alcune porzioni – al fine della fruizione pubblica del bene. I lavori poi adegueranno l’edificio storico agli standard di edificio pubblico per quel che riguarda gli aspetti sismici, l’accessibilità, le norme antincendio ed altro.
“Si tratta davvero di un’opera pubblica strutturata in più stralci – continua il sindaco – ben integrata con gli interventi in corso e già eseguiti nella parte privata. Il condominio è costituito da nove condomìni privati e dal Comune di Monteroni d’Arbia in qualità di proprietario dei Granai. I restauri già eseguiti, in primis delle così dette “rampe”, ma anche delle statue e bassorilievo presenti, sono stati finanziati e gestiti dall’Amministrazione Comunale con contributi ottenuti specificatamente, ma adesso entriamo nel vivo con la progettazione del recupero totale del bene storico ed architettonico che rappresenta davvero un simbolo di tutta la val d’Arbia. Oggi con l’affidamento dell’incarico di progettazione possiamo guardare con speranza al futuro della Grancia. La predisposizione della progettazione esecutiva ci consentirà di partecipare ai bandi di finanziamento per ottenere le risorse necessarie alla realizzazione dell’intervento. Questa è l’unica strada percorribile per arrivare al completo recupero della Grancia di Cuna e quindi alla possibilità di utilizzare un bene storico che potrebbe generare importanti opportunità per il nostro territorio e per questo stiamo andando in questa direzione. Fino ad oggi la Grancia ha rappresentato, per la nostra Amministrazione, un costo importante ed una eredità difficile da gestire per i numerosi e costanti oneri della manutenzione, da oggi si apre una possibilità perché questi costi si possano trasformare in una opportunità”.
Tutto il complesso monumentale della Grancia è stato oggetto di studi multidisciplinari di elevato livello, finanziati dall’Amministrazione comunale che hanno visto coinvolta anche l’Univerisità di Siena. In particolare, il gruppo di ricerca composto dagli architetti Andrea Magrini e Fausto Randazzo è stato affiancato da Elisabetta Giorgi (Università di Siena – Dip scienze storiche e dei Beni culturali), Fabio Gabbrielli (Università di Siena – Dip scienze storiche e dei Beni culturali), Marco Giamello (Università di Siena – Dip scienze fisiche, della terra e dell’ambiente), Elena Manzoni e Duccio Naldini.
Oltre al rilievo con la tecnologia del laser scanner, sono state condotte indagini storico-archivistiche, studi stratigrafici, geologici e strutturali compresa la diagnostica del legno e l’analisi dei materiali. Proprio un quadro conoscitivo così completo e avanzato è stato garanzia per la qualità degli interventi già eseguiti e lo sarà per la qualità progettuale e tecnologica della futura progettazione esecutiva.