La crisi delle costruzioni e la paralisi della giustizia sono un mix esplosivo
SAN QUIRICO D’ORCIA. “Sono passati più di due anni dalla definitiva cessazione dell’attività e chiusura dei cantieri della Mario Belardi spa e circa un anno e mezzo dalla data del licenziamento collettivo di tutti i lavoratori; ancora oggi, nonostante l’avvio di due procedure di concordato, non ci sono punti di svolta e sembra ancora lontano il giorno in cui verranno recuperati salari e tfr non percepiti dalle maestranze”. Inizia così la denuncia della FILLEA CGIL di Siena.
“Un percorso, quello di una delle imprese più longeve del territorio senese – prosegue il sindacato dei lavoratori edili – fatto di difficoltà già presenti nel periodo pre-crisi e aggravatesi con il calo repentino delle commesse dovute al completo blocco del settore delle costruzioni. Nel settembre 2009 il primo verbale di cassa integrazione ordinaria che ha portato un susseguirsi di accordi fra la Mario Belardi spa e le organizzazioni sindacali conclusi solo nel dicembre 2013 con l’apertura della procedura di mobilità e il conseguente stato di disoccupazione per tutti i lavoratori in forza”.
Una situazione già insostenibile che peggiorerà fra un mese, quando l’indennità di disoccupazione speciale edile si concluderà e molti lavoratori ancora disoccupati si troveranno senza alcun reddito.
“Un incubo, quello degli ex dipendenti della Belardi – sottolinea la FILLEA CGIL – che prende forma nel giugno 2014 quando il Tribunale di Siena, presosi carico della vicenda a causa della chiusura del Tribunale di Montepulciano, emetteva un decreto di improcedibilità alla domanda di concordato; tutto ciò a nove mesi di distanza dal ricorso per ammissione alla procedura di concordato preventivo e dal decreto di assegnazione con termine di 120 giorni per la presentazione disposto dal Tribunale poliziano. Oggi, un anno dopo, con l’avvicinarsi della fine dell’ultimo ammortizzatore sociale, i lavoratori sono ancora in attesa, in attesa dell’omologa di una proposta di concordato preventivo presentata definitivamente a luglio 2014 e che fra un rinvio e l’altro lascia in sospeso più di 30 persone e le loro famiglie”.
Oltre al danno quindi la beffa, se sommiamo le difficoltà in cui versa il Tribunale di Siena, a partire dalla carenza di personale e dal fallimento della nuova geografia giudiziaria, alle carenze aziendali, che hanno portato la possibile conclusione della vicenda sempre più lontana nel tempo.
“Non è più accettabile la situazione in cui si trovano gli ex dipendenti della Mario Belardi spa – conclude il sindacato – e con loro tanti altri lavoratori che vivono situazioni simili, sempre più frequenti; in un paese, l’Italia, dove si sentono solo voci da campagna elettorale permanente, ma nulla si fa per il rilancio del settore delle costruzioni e per nuovi posti di lavoro, e dove allo stesso tempo non si creano le condizioni in cui la giustizia possa operare al meglio”.