Quattro giovani avevano anche arnesi di scasso
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POGGIBONSI. Mangiavano tranquilli un panino nel parcheggio del supermercato, a bordo di un’auto rubata il giorno prima a Monteriggioni, e mai avrebbero pensato di essere beccati dalla Polizia. Quattro giovani, due dei quali fratelli e minorenni, un italiano di 35 anni e un marocchino di 27 anni, sono stati sorpresi a Salceto, nel comune di Poggibonsi, dal dirigente del Commissariato, Gianluigi Manganelli, che assieme ad un suo collaboratore stava pattugliando la zona.
I due poliziotti hanno subito riconosciuto l’auto ricercata, la cui descrizione era nella denuncia di furto, si sono quindi avvicinati per procedere al controllo, chiedendo al contempo alla sala operativa del Commissariato l’invio di una Volante. Hanno identificato i quattro occupanti, verificando peraltro che tutti, tranne uno dei minorenni, 17enne, avevano precedenti per reati contro il patrimonio, alcuni dei quali anche recenti. Il marocchino era stato infatti denunciato e poi arrestato appena una settimana fa a Siena.
La perquisizione ha permesso di rinvenire, nascosti sotto i sedili posteriori, due cacciavite, probabilmente utilizzati come oggetti da scasso, che sono stati sequestrati. Uno dei quattro, 16enne, aveva con sé un telefonorisultato rubato due giorni prima a Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto.
Dalle successive indagini svolte dai poliziotti del Commissariato è emerso che verosimilmente già la sera del 31 luglio i quattro ragazzi si aggiravano nel parcheggio di un bar a Siena, dove con la collaborazione dei colleghi delle Volanti della Questura è stata rinvenuta, sempre nella mattinata di ieri, un’altra autovettura rubata, della quale però non era stato ancora denunciato il furto. Rintracciato il proprietario, gli è stata riconsegnata, così come l’altra sottratta a Monteriggioni l’1 agosto.
Il telefono cellulare è stato invece sequestrato insieme ai cacciaviti, e i quattro denunciati in concorso per ricettazione e porto di oggetti atti ad offendere. I due fratelli, minori, al termine degli accertamenti, sono stati riaffidati alle due strutture di provenienza, una a Pisa e l’altra a Siena.