Pitigliano verso il matrimonio con Maremma e Saturnia Costa d'Argento
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. E’ stata definitivamente approvata ed è entrata in vigore dal 16 aprile la legge n. 49/2016, (conversione con modificazioni del decreto-legge n. 18/2016) che contiene anche disposizioni in materia di riforma delle banche di credito cooperativo. La legge prevede il raggruppamento delle bcc sotto una holding unica. Agli istituiti con patrimonio superiore a 200 milioni di euro si lascia comunque la possibilità di non aderire al gruppo (way out) trasformandosi in Spa e richiedendo alla Banca d’Italia il via libera per l’attività bancaria.
Per meglio far comprendere le novità introdotte dalla legge, la Banca di credito cooperativo di Pitigliano ha invitato soci e cittadini a un incontro che si è svolto il 20 aprile presso la saletta adiacente alla filiale di Piancastagnaio, incontro analogo a quelli che i vertici della banca hanno già tenuto a Pitigliano e Acquapendente. E’ prevista la fusione con la Banca della Maremma e la Banca di Saturnia e della Costa d’Argento. Il presidente Stefano Conti ha dichiarato che il progetto di fusione è stato presentato la settimana scorsa e prima della fine dell’anno dovrebbe “aprire” la nuova banca. La fusione avviene all’interno di un processo che non è solo normativo. L’ingresso nell’unione bancaria europea comporta un cambio più generale di approccio, vigilanze più strette, oltre adempimenti più rapidi e circostanziati.
Le banche hanno assorbito la crisi dell’economia ma ancora oggi un quarto dei crediti non vengono rimborsati, mentre il livello delle sofferenze venti anni fa si attestava sullo 0,62%. Inoltre la crisi che le banche hanno vissuto e che ancora oggi affligge diversi istituti non è una crisi temporanea, ma sistemica, caratterizzata da bassi livelli di guadagno, difficoltà nei reperimenti dei finanziamenti, diffidenza. Le 364 banche di credito cooperativo, nate dalle Casse Rurali dopo la riforma del 92 e costituenti il terzo gruppo dopo Banca Intesa e Unicredito, con la trasformazione del meccanismo di responsabilità da solidale e volontaria – che comunque, diversamente da quanto avvenuto per le banche popolari, ha permesso di risolvere tutte le crisi all’interno di un sistema – a obbligatoria, incidendo notevolmente sulle garanzie offerte dall’istituto. Sarà una banca nazionale a fare da capogruppo ma ogni singola bcc rimarrà come licenza bancaria sul proprio territorio. Si manterrà tutta l’autonomia odierna aumentando la solidità patrimoniale, continuando a svolgere e a incrementare la funzione di banda del territorio e sul territorio, proseguendo a guardarci in faccia in un rapporto umano, da coniugare con l’efficienza. E’ seguito l’intervento del direttore Claudio Morosini che ha illustrato nei dati numerici l’incremento della banca nella raccolta, negli impieghi e nel patrimonio.