La disavventura è accaduta ad un anziano di Colle che ha trovato il sostegno dei carabinieri della locale stazione
COLLE DI VAL D’ELSA. Un novantenne di Colle di Val d’Elsa, rimasto vedovo solo da pochi mesi, in un momento senz’altro difficile della propria esistenza, riceveva una buona notizia che, pur non potendo certo colmare il vuoto che gli si era creato attorno, poteva rappresentare comunque un’iniezione di fiducia in un momento davvero negativo. Avendo cambiato il gestore della somministrazione di energia per uso domestico, riceveva dal vecchio fornitore la notizia che, a seguito di calcoli effettuati, escluse tasse e balzelli vari, gli spettava un rimborso di quasi duemila euro che gli sarebbe pervenuto a breve con assegno circolare.
Dopo un paio di mesi di inutile attesa, l’uomo decideva di contattare la società che nel frattempo non aveva più dato notizie di se ed apprendeva che l’assegno non soltanto era stato spedito ma che era stato anche riscosso. Il danno dapprima e la beffa poi facevano arrabbiare l’anziano che decideva di rivolgersi ai Carabinieri di Colle di Val d’Elsa. Questi prendevano a cuore la strana situazione in cui era incappato Giuseppe, chiamiamolo così con un nome di fantasia. Andando a ricostruire il percorso dell’assegno, partendo dalla società che lo aveva emesso e spedito, i Militari giungevano ad un ufficio postale di Napoli, che non si trova evidentemente lungo il percorso fra Roma e Colle, e potevano apprendere che quell’assegno (o una riproduzione falsa dello stesso con modifica del beneficiario) era stato incassato da un personaggio residente nel capoluogo campano. L’importo era transitato sul conto corrente di tale soggetto perché per legge non poteva essere percepito in moneta contante brevi manu alla cassa. Tale circostanza consentiva di poter conoscere con certezza sul conto di chi quell’importo fosse andato a finire. Quel malfattore veniva pertanto denunciato dai Carabinieri di Colle per l’utilizzo di un atto falsificato più o meno abilmente e anche per ricettazione, visto l’uso che poi ne era stato fatto. I Militari dell’Arma stanno ancora cercando di ottenere dall’amministrazione delle Poste il documento, per poter comprendere se chi lo ha materialmente rimborsato presso quell’ufficio postale avesse o meno potuto desumere che si trattava di un atto falso o artefatto. Vien da pensare che un rimborso che proceda non con un bonifico in direzione di un IBAN, ma con un assegno circolare inviato per posta ordinaria, rappresenta un’anomalia che favorisce i malintenzionati che riescano ad interporsi con chi sa quali mirabolanti inciuci lungo il percorso del denaro. Per il momento Giuseppe di denari non ne ha visti, ma i Carabinieri continueranno ad aiutarlo affinché sia fatta giustizia.