MONTERIGGIONI. Da qualche giorno Monteriggioni ha un suo museo, la cui vocazione sarà quella di produrre e ospitare conoscenza oltre che iniziative tendenti a rinforzare sempre di più il ruolo di volàno culturale per la storia e le tradizioni del territorio monteriggionese.
La visita al MaM (Museo Archeologico Monteriggioni) si configura come un viaggio a ritroso nella storia di Monteriggioni, dal Medioevo fino alla Protostoria, con un costante riferimento all’ambito territoriale della Val d’Elsa e a temi di carattere più generale. Allestito nelle Sale della Tinaia e Sigerico, è un percorso di visita che si dipana tra esterno e interno del Complesso Monumentale, dove appositi pannelli ne inquadrano le vicende storiche oltre a illustrare il sepolcreto basso medievale (reso visibile) individuato dagli scavi archeologici.
Il MaM rappresenterà il motore di una nuova stagione di ricerche, fortemente vocate alla valorizzazione del patrimonio culturale e delle eccellenze locali.
«Abbadia a Isola, con questa operazione, è destinata a diventare un polo di eccellenza che si affiancherà al Castello come grande attrattiva a livello regionale, nazionale ed internazionale – afferma il Sindaco, Andrea Frosini – Monteriggioni ha un territorio e una comunità altamente vocati alla conservazione e alla valorizzazione della propria identità, fatta soprattutto di Storia. In tale direzione vanno gli sforzi dell’Amministrazione Comunale, in particolar modo per il mantenimento di questa grande eredità. Il museo, in tal senso, è un esempio eccellente di questa visione lungimirante; di fatto è il luogo dove viene conservata la memoria della nostra identità storica e culturale. Sarà, quindi, un centro di promozione culturale dedicato alla storia di Monteriggioni, con l’obiettivo di organizzare regolarmente eventi e attività nelle quali si uniranno istruzione, sapere e divertimento, finalizzate a far vivere la struttura tutto l’anno».
Prossime tappe saranno la conclusione degli ultimi interventi di restauro, l’attivazione di una sala conferenze all’avanguardia e altre novità destinate a implementare il ruolo del Complesso Monumentale come polo produttore di cultura che vivrà 365 giorni all’anno.
«Era necessario ed eticamente corretto come amministratori impegnarsi per consegnare a Monteriggioni un museo – afferma l’assessore alla cultura e al turismo, Marco Valenti – il primo di questo Comune. Oggi il territorio può, quindi, vantare il Museo Archeologico di Monteriggioni. Una struttura che sarà al servizio della popolazione e dei visitatori, ma che effettuerà anche ricerche, collezionerà, conserverà, interpreterà ed esporrà il patrimonio materiale e immateriale. Un museo che svilupperà un sano senso di identità e di appartenenza. Nasce dalla sinergia tra l’Amministrazione Comunale, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo ed anche la Fondazione Musei Senesi. Rappresenta un primo passo di un progetto in continuo divenire, nel quale sia gli uffici comunali preposti (in particolare Cultura e Opere Pubbliche) sia la società Monteriggioni AD 1213 hanno lavorato coralmente e in modo esemplare. Un ringraziamento in particolar modo vorremmo farlo al Museo Guarnacci di Volterra, alla Pinacoteca di Siena e al museo Ranuccio Bianchi Bandinelli di Colle Valdelsa per la loro fattiva collaborazione».
Alcune informazioni su Abbadia a Isola.
Abbadia a Isola fu fondata nel 1001 dai signori di Staggia, il vicino castello nel Comune di Poggibonsi. Il complesso venne costruito in un’area impaludata posta all’incrocio dei quattro comitati di Firenze, Fiesole, Siena e Volterra in un tratto importante della via Francigena, alla confluenza di collegamenti secondari per Firenze e Volterra. L’abbazia, concepita come strumento di consolidamento patrimoniale della famiglia fondatrice, tra XI e XIV secolo conobbe grande espansione, con l’acquisizione di terre e castelli, rafforzando la funzione di controllo sul territorio; venne inserita dai senesi nel sistema di castelli posti ai confini del contado perciò venne fortificata nel 1376.
Il museo.
I locali della Tinaia costituiscono l’accesso alla visita, introducendo direttamente sia al tracciato del Chiostro e della Chiesa sia alle sale poste al piano superiore; nei tre ambienti, in successione, è possibile ripercorrere la storia dell’abbazia e del suo chiostro, nonché vedere la ricostruzione di una esponente della famiglia Franzesi (ultimi signori di Staggia influenti su Abbadia a Isola) seppellita con i suoi gioielli nel chiostro stesso.
Nella Sala Sigerico l’allestimento prosegue dall’età romana alla Protostoria, con un posto di rilievo attribuito alla tomba dei Calisna Śepu, della necropoli del Casone, rinvenuta nel 1893 in podere Malacena, i cui corredi, a seguito di vicende antiquarie, si trovano tra il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa, il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, l’Antikensamlung di Berlino, il Museo Puškin di Mosca e collezioni private. In assenza dell’intero corredo, per cercare di ricostruire l’importanza e la ricchezza del contesto, è stato deciso di allestire un ambiente che coniughi l’esposizione dei materiali e le ricostruzioni di alcuni momenti della storia di questo fondamentale contesto, illustrato (come tutte le ricostruzioni grafiche presenti) dallo studio Inklink di Firenze.
In questa sezione è presente anche la ricostruzione del così detto “Uomo del Chiostraccio”; si tratta di uno scheletro trovato nel 1962 e considerato per anni il più antico uomo toscano conosciuto, essendo stato datato a oltre 15.000 anni. Oggi, grazie a nuove analisi (carbonio 14 e DNA), è stato possibile stabilire che non visse in età paleolitica, ma etrusca. Per questo, per spiegare le diverse metodologie di studio che hanno portato a questi risultati, è stato deciso di proporre una ricostruzione facciale del reperto, con una spiegazione delle tecniche che ne hanno precisato la datazione e l’inquadramento.