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di Enrico Campana
BETTOLLE. “Anche sotto l’acqua/l’entusiasmo non casca/per tutta Bettolle l’entusiasmo ribolle/e sol l’Italia s’inceppa/qui festeggia ancora La Ceppa”
Passo questo filastrocca quale dedica ai contradaioli vincitori che difficilmente scorderanno questo Palio della Rivalsa tormentatissimo, quando sembrava ormai persa la speranza di pugnare per salire sul palo e spegnere per primi fra le 5 contrade quella fiamma che ricorda l’eroismo della popolazione locale nel Medioevo per salvare il Castello dal fuoco nemico.
Una domenica bestiale, acqua a catinelle, vissuta dentro casa e davanti alla Tv per la partita degli azzurri contro i kiwi sperando che il sole facesse capolino, mentre i capitani e la Pro Loco discutevano per ore le misure d’emergenza. Rinviare la tenzone al sabato successivo o sperare in una tregua della più insolita prima giornata d’estate che ha riversato acqua a catinelle sull’attesa festa annuale del borgo medievale che riecheggia la calata di Ascanio Della Cornia dal Trasimeno?.
Alla fine della giornata uno squarcio di sole serale dava il là alla possibilità di salvare la Rivalsa con la prima edizione – non prevista – di un Palio in notturna che alla fine ha richiamato ben mille persone. La gran festa era salva, viva e vegeta e addirittura entusiasmante per La Ceppa che ha rivinto questa contrastata 15esima edizione meritandosi il bel drappo della pittrice aretina Lucrezia Albrizio. Un dipinto dai contenuti quasi profetici, in quanto si vede la Madonna che da sotto il manto versa acqua sulle cinque contrade con quelle tipiche brocche che in questo Palio sono però di legno e devono essere trasportate dai corridori sui barellini (se cadono bisogna fermarsi e rimetterli in piedi) per farli arrivare dopo vari giri dentro l’anello cittadino, tutto un saliscendi, per arrivare alla fine sotto i pali “unti” con grasso di balena, come per l’albero di cuccagna, sul quale – ultimo anno fra suspence e ilarità – si arrampicano gli scalatori ai quali spetta il compito di spegnere l’incendio. E ridare vigore alla popolazione come ai tempi della vittoria sul tiranno al soldo del duca di Firenze, quell’Alessandro che grazie all’imperatore tedesco sbaragliò Siena.
Dopo alcuni tentativi, l’eroe è stato ancora una volta lo “ scoiattolo “ de La Ceppa Alessandro Albani a conclusione di un bellissimo testa a testa con Fabio Terrosi della contrada di Montemaggiore. Ma hanno saputo dire la loro, in questo tumultuoso saliscendi sui 5 pali, anche il Poggio con gli scalatori Mirko Pannese e Leonardo Colledà e il Casato con Simone Bernardini e Renzo Capitani si erano affacciati prepotentemente nella scalata.
La Ceppa si è giovata anche del lavoro di ripulitura del palo di Davide Marchi che grazie alle sue lunghe leve era arrivato a quasi quattro metri.
Nella gara con i barellini fuga iniziale delle Caselle, una delle più esperte nel campo di gara con Daniela Furlan e Giulio Giulio e la risposta di Louis Rosati e Andrea Peruzzi nella seconda presentatasi dunque per prima alla scalata scalata dei pali Andrea Bambini e Samuele Rossi. Ma mentre scorrevano i secondi con i mille contradaioli a scandire le sorti della pugna, la abilità e la pazienza della Ceppa con l’azzeccata coppia di scalatori Marchi e Albani ha avuto la meglio. Hanno portato acqua a questo successo anche i barellini Silvia Mannucci e Nicola Albani (per il primo giro) e Matteo Becherini e Luca Petrelli (per il secondo e terzo).
Premio al miglior figurante alla contrada Il Poggio con gli sbandieratori Gabriele Grotti e Francesco Zara e il tamburino Paolo Zara, il miglior tamburino è stato invece Daniele Grazi di Montemaggiore. Il palio della Rivalsa è anche infatti sfoggio di costumi e di un’apprezzata scuola di sbandieratori.
Con questo bis La Ceppa conquista sei vittorie e tallona Caselle che con sette palii è la regina della manifestazione recuperata da una pagina della storia dalla Pro Loco di Bettolle.
BETTOLLE. “Anche sotto l’acqua/l’entusiasmo non casca/per tutta Bettolle l’entusiasmo ribolle/e sol l’Italia s’inceppa/qui festeggia ancora La Ceppa”
Passo questo filastrocca quale dedica ai contradaioli vincitori che difficilmente scorderanno questo Palio della Rivalsa tormentatissimo, quando sembrava ormai persa la speranza di pugnare per salire sul palo e spegnere per primi fra le 5 contrade quella fiamma che ricorda l’eroismo della popolazione locale nel Medioevo per salvare il Castello dal fuoco nemico.
Una domenica bestiale, acqua a catinelle, vissuta dentro casa e davanti alla Tv per la partita degli azzurri contro i kiwi sperando che il sole facesse capolino, mentre i capitani e la Pro Loco discutevano per ore le misure d’emergenza. Rinviare la tenzone al sabato successivo o sperare in una tregua della più insolita prima giornata d’estate che ha riversato acqua a catinelle sull’attesa festa annuale del borgo medievale che riecheggia la calata di Ascanio Della Cornia dal Trasimeno?.
Alla fine della giornata uno squarcio di sole serale dava il là alla possibilità di salvare la Rivalsa con la prima edizione – non prevista – di un Palio in notturna che alla fine ha richiamato ben mille persone. La gran festa era salva, viva e vegeta e addirittura entusiasmante per La Ceppa che ha rivinto questa contrastata 15esima edizione meritandosi il bel drappo della pittrice aretina Lucrezia Albrizio. Un dipinto dai contenuti quasi profetici, in quanto si vede la Madonna che da sotto il manto versa acqua sulle cinque contrade con quelle tipiche brocche che in questo Palio sono però di legno e devono essere trasportate dai corridori sui barellini (se cadono bisogna fermarsi e rimetterli in piedi) per farli arrivare dopo vari giri dentro l’anello cittadino, tutto un saliscendi, per arrivare alla fine sotto i pali “unti” con grasso di balena, come per l’albero di cuccagna, sul quale – ultimo anno fra suspence e ilarità – si arrampicano gli scalatori ai quali spetta il compito di spegnere l’incendio. E ridare vigore alla popolazione come ai tempi della vittoria sul tiranno al soldo del duca di Firenze, quell’Alessandro che grazie all’imperatore tedesco sbaragliò Siena.
Dopo alcuni tentativi, l’eroe è stato ancora una volta lo “ scoiattolo “ de La Ceppa Alessandro Albani a conclusione di un bellissimo testa a testa con Fabio Terrosi della contrada di Montemaggiore. Ma hanno saputo dire la loro, in questo tumultuoso saliscendi sui 5 pali, anche il Poggio con gli scalatori Mirko Pannese e Leonardo Colledà e il Casato con Simone Bernardini e Renzo Capitani si erano affacciati prepotentemente nella scalata.
La Ceppa si è giovata anche del lavoro di ripulitura del palo di Davide Marchi che grazie alle sue lunghe leve era arrivato a quasi quattro metri.
Nella gara con i barellini fuga iniziale delle Caselle, una delle più esperte nel campo di gara con Daniela Furlan e Giulio Giulio e la risposta di Louis Rosati e Andrea Peruzzi nella seconda presentatasi dunque per prima alla scalata scalata dei pali Andrea Bambini e Samuele Rossi. Ma mentre scorrevano i secondi con i mille contradaioli a scandire le sorti della pugna, la abilità e la pazienza della Ceppa con l’azzeccata coppia di scalatori Marchi e Albani ha avuto la meglio. Hanno portato acqua a questo successo anche i barellini Silvia Mannucci e Nicola Albani (per il primo giro) e Matteo Becherini e Luca Petrelli (per il secondo e terzo).
Premio al miglior figurante alla contrada Il Poggio con gli sbandieratori Gabriele Grotti e Francesco Zara e il tamburino Paolo Zara, il miglior tamburino è stato invece Daniele Grazi di Montemaggiore. Il palio della Rivalsa è anche infatti sfoggio di costumi e di un’apprezzata scuola di sbandieratori.
Con questo bis La Ceppa conquista sei vittorie e tallona Caselle che con sette palii è la regina della manifestazione recuperata da una pagina della storia dalla Pro Loco di Bettolle.