SIENA. Le ricerca dei complici di Tomja Zeni, l'albanese ucciso ieri a Colle val d'Elsa dai carabinieri durante un inseguimento, sono proseguite anche oggi (15 ottobre).
L'indagine, che si sta svolgento a 360 gradi e che ieri aveva coinvolto anche unità cinofile che si erano impegnate a cercare le tracce dei fuggitivi nelle campagne della valdelsa, non ha ancora dato esiti. Nella giornata di oggi è stato anche deciso di estendere le ricerche in Emilia Romagna dove Zeni era stato più volte fermato e dove si presume possa essere la base della banda di ladri che nella notte tra lunedì e martedì scorso aveva "visitato" alcune case di Colle.
I carabinieri suppongono che, i malviventi coinvolti nella "notte colligiana" siano cinque. Una valutazione derivata dal numero dei passeggeri che, a bordo delle due auto rubate intercettate durante la notte dalle gazzelle si erano poi dileguati, ruiscendo a far perdere le proprie tracce.
Intanto, stamani il pm di Siena che coordina le indagini, Mario Formisano, ha ascoltato di nuovo i due militari che hanno aperto il fuoco. Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati. Gli investigatori spiegano che si tratta di un atto dovuto, anche per permettere ai due di nominare propri consulenti per gli accertamenti che serviranno a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Domani (16 ottobre) dovrebbero arrivare in Italia i parenti della vittima, per il riconoscimento della salma. Dopo ci sarà
l’autopsia sul cadavere.
L'indagine, che si sta svolgento a 360 gradi e che ieri aveva coinvolto anche unità cinofile che si erano impegnate a cercare le tracce dei fuggitivi nelle campagne della valdelsa, non ha ancora dato esiti. Nella giornata di oggi è stato anche deciso di estendere le ricerche in Emilia Romagna dove Zeni era stato più volte fermato e dove si presume possa essere la base della banda di ladri che nella notte tra lunedì e martedì scorso aveva "visitato" alcune case di Colle.
I carabinieri suppongono che, i malviventi coinvolti nella "notte colligiana" siano cinque. Una valutazione derivata dal numero dei passeggeri che, a bordo delle due auto rubate intercettate durante la notte dalle gazzelle si erano poi dileguati, ruiscendo a far perdere le proprie tracce.
Intanto, stamani il pm di Siena che coordina le indagini, Mario Formisano, ha ascoltato di nuovo i due militari che hanno aperto il fuoco. Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati. Gli investigatori spiegano che si tratta di un atto dovuto, anche per permettere ai due di nominare propri consulenti per gli accertamenti che serviranno a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Domani (16 ottobre) dovrebbero arrivare in Italia i parenti della vittima, per il riconoscimento della salma. Dopo ci sarà
l’autopsia sul cadavere.