La conferenza si è tenuta a Radicofani ed è stata organizzata dall'associazione sarda di Siena
RADICOFANI. All’interno del ‘Val d’Orcia ART Festival’ si è svolta la Conferenza “Pastorizia, Turismo e Sostenibilità – Il valore della biodiversità nel territorio di Radicofani” organizzata conla collaborazione del circolo “Peppino Mereu”, della FASI e della Regione Sardegna. L’associazione sarda inoltre ha organizzato la mostra personale dell’artista incisore sardo Antonio Corriga, gentilmente concessa dalla FASI, che durante i giorni del Festival è esposta nella Sala Consiliare di Radicofani.
Alla Conferenza sono intervenuti, dopo i saluti del Presidente del Val d’Orcia ART Festival’ Angela Maria Sanna, il Consigliere comunale con Delega alla cultura, Fausto Cecconi; la Presidente del Circolo ‘Peppino Mereu’ di Siena Dina Meloni che ha salutato i presenti e ricordato i passaggi fondamentali che hanno portato l’emigrazione sarda in questi luogo; il Professor Tommaso Sbriccoli e Professor Piergiorgio Solinas; la Vice Presidente della Regione Toscana e Assessore all’Agro-alimentare caccia e pesca Stefania Saccardi. Ha moderato l’incontro il Dottor Daniele Gabrielli.
“L’evento è stato organizzato dall’associazione sarda di Siena, la FASI e patrocinata dalla Regione Sardegna, vista l’importante comunità sarda sul territorio presente e attiva – ha dichiarato il Presidente del Val d’Orcia ART Festival Angela Maria Sanna – . Sono molto orgogliosa di questo evento e di questa giornata, visto le mie origini sarde, perciò per me è una grande emozione ospitare l’Associazione sarda di Siena”.
“È un piacere parlare della nostra storia degli ultimi 50 anni ha dichiarato il Consigliere Cecconi – .La Radicofani di oggi deve anche la sua stabilità economica anche a chi è partito da un’altra Regione ed è venuto qui a vivere e lavorare. Quindi per noi è una cosa molto sentita”.
Fino a metà degli anni ’80 si stima che si siano insediati in Provincia di Siena circa 350 famiglie di pastori provenienti dalle aree centrali della Sardegna. Questa importante presenza, che aveva avuto inizio negli anni sessanta favorita dagli ampi spazi lasciati liberi dalla crisi della mezzadria e dall’abbandono nelle campagne toscane, soprattutto nei comuni di Asciano, Monteroni, Montalcino e Radicofani, ha permesso il recupero produttivo di terreni spesso marginali, contribuendo alla difesa del territorio contro i dissesti idrogeologici, ma anche alla salvaguardia di specifiche nicchie ecologiche prima abbandonate dall’agricoltura industriale e che ora stanno trovando piena valorizzazione.
Il Professor Solinas ha parlato della sua esperienza, lui stesso ha lasciato la sua Terra, la Sardegna per emigrare in Toscana: trattando il tema dell’emigrazione e ricolonizzazione delle nuove terre inutilizzate, mettendo a confronto la crisi della Mezzadria che c’è stata dagli anni ’60 alla Pastorizia. “La situazione di isolamento in cui si è trovato l’emigrato sardo appena arrivato in Toscana è stata spaesante – ha affermato il Professor Solinas. Il pastore arrivato in Toscana si è trovato ad intraprendere uno spirito d’impresa e di rischio di lasciarsi alle spalle un ‘mondo’ ed aprirsi alla realtà che forse si conosceva. Quindi cambiare restando se stessi, conservando il patrimonio di cultura e il progetto d’impresa che poi si è visto realizzare”.
Il fenomeno di emigrazione sarda ha permesso il recupero dei terreni che erano spesso considerati marginali, contribuito alla difesa del territorio per il dissesto idrogeologici e soprattutto alla salvaguardia delle biodiversità.
“La tutela e la valorizzazione dell’“agrobiodiversità” è un tema che la Regione Toscana segue dal 1997, prima regione in Italia ad aver legiferato in materia – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Oggi, a più di 20 anni, sono state iscritte nei Repertori regionali e conservate 897 risorse genetiche tra le quali 772 a rischio di estinzione, attivati 190 Agricoltori Custodi e 10 banche del germoplasma, coordinati e sostenuti da Terre Regionali Toscane. La prossima programmazione dello sviluppo rurale che sappiamo sarà gestita a livello nazionale non più regionale, vede la Regione impegnata a trovare spazi per il sostegno dell’agrobiodiversità della Toscana, all’allevamento di razze animali e varietà vegetali a rischio di estinzione soprattutto con progetti locali, territoriali e di filiera, ad ampio respiro, anche su territori come la Val d’Orcia e l’Amiata. La pastorizia in certi territori risulta un prezioso aiuto per la tutela della biodiversità e la gestione di interi comprensori che altrimenti cadrebbero nel più completo abbandono. Per questo – ha proseguito – stiamo dedicando grande attenzione anche al settore della pastorizia e transumanza. Cito tre titoli: itinerari georeferenziati grazie al progetto interregionale CAMBIO VIA (CAMmini e BIOdiversità per la Valorizzazione degli Itinerari e l’Accessibilità per la Transumanza) su percorsi rurali di Toscana, Liguria, Sardegna, Regione Sud e Corsica, che prevedono una forte interazione tra le peculiarità geo-ambientali e culturali e la messa a sistema di valori comuni disseminati con tecniche multimediali; un centro di valorizzazione dei prodotti tradizionali tra cui quelli zootecnici legati alla transumanza e, infine, un dossier Unesco legato al principio del riconoscimento della civiltà della transumanza quale patrimonio immateriale Unesco. Una serie di progetti – ha concluso Saccardi – che dimostrano che la transumanza e la pastorizia collegano la Toscana alle altre regioni e alle altre realtà europee nell’interesse comune della valorizzazione di un settore zootecnico dove si coniugano tradizione e innovazione”.
Il Professor Sbriccoli ha seguito il regista Andrea Mura nella realizzazione del documentario, il quale è stato coinvolto in un progetto di ricerca, all’inizio degli anni 2000, grazie al Professor Solinas che era in parte finanziato dalla Provincia, l’interesse era vedere in che modo effettivamente la pastorizia sarda avesse contribuito nel sud della Toscana.
Il documentario “Transumanze” del regista sardo Andrea Mura è stato proiettato al Teatro ‘C. Costantini’ a cura del Circolo Sardo Peppino Mereu che, costituito proprio per conservare l’identità e favorire l’integrazione nella società toscana, ha costantemente seguito nel tempo le vicende dell’emigrazione pastorale nella provincia di Siena. Il documentario è stato realizzato con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission, Società Umanitaria-Cineteca Sarda e Circolo dei sardi Peppino Mereu di Siena.
La Conferenza è stata allietata con Intermezzi musicali da parte del ‘Duo musicale Chitarra e Sax Alto Lorenzo Pallai e Matteo Fagioli’.