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di Augusto Mattioli
SIENA. Tensione crescente al carcere di Ranza a San Gimignano, da molto tempo in una situazione molto complessa. A far emergere il forte malessere degli agenti di custodia l’aggressione di uno di loro avvenuta nel pomeriggio di ieri (3 settembre) da parte di un ergastolano di 45 anni originario della provincia di Brindisi.
Secondo quanto denunciano le segreterie provinciali dei sindacati di categoria Cisl e Cgil, l’agente in servizio di vigilanza nella prima sezione detentiva del lato B del reparto media sicurezza, “è stato improvvisamente aggredito selvaggiamente a più riprese dall'ergastolano”.
L’uomo è stato subito soccorso e trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Campostaggia a Poggibonsi e dimesso con prognosi di dieci giorni.
”Siamo preoccupati della tensione esistente all'interno della Casa di reclusione – sottolineano i sindacalisti Giuseppe Sottile segretario Generale Provinciale della Fns Cisl e Massimo Miscia delegato della Segreteria Provinciale della Fp Cgil – e denunciamo con forza il miserabile atto illecito e le gravi minacce rivolte al poliziotto. Il personale di Polizia Penitenziaria di San Gimignano – aggiungono – non intende più sopportare condizioni di lavoro insostenibili con gravi ripercussioni sulla sicurezza personale degli operatori”
Dure, ma non è certamente la prima volta, le accuse che i due sindacalisti rivolgono all’amministrazione penitenziaria che "dinanzi ad una situazione a dir poco disastrosa esistente nel penitenziario di San Gimignano si mostra latitante ed indifferente per la mancata emanazione di provvedimenti urgenti tendenti a risolvere le annose problematiche che di seguito denunciamo e che hanno generato condizioni di vita inaccettabili”.
In particolare si punta il dito contro la grave carenza dell’organico di oltre il 40% della pianta organica prevista; (un problema che deve essere comune ad altri istituti di pena), su accordi sindacali riguardanti l'organizzazione del lavoro disattesi da anni; sulla ingovernabilità dell'istituto dimostrata negli ultimi anni per la mancata assegnazione in pianta stabile di un dirigente e di seri provvedimenti disciplinari sanzionatori nei confronti di reclusi protagonisti di atti illegali che pregiudicano l'ordine, la disciplina e la sicurezza all’interno dell'istituto penitenziario; su inadeguate misure di salvaguardia dell'incolumità personale degli operatori; sul sovraffollamento dei detenuti. Una situazione di degrado che secondo o due sindacalisti “ si ripercuote inevitabilmente sulla sicurezza, sui programmi di trattamento dei reclusi e sulle condizioni di lavoro e salvaguardia dei fondamentali diritti del personale di Polizia Penitenziaria”. Per cui si annunciano per tutelare il personale di Polizia penitenziaria “forme di proteste eclatanti, già avviate da alcuni mesi, per rendere consapevole l'Amministrazione Penitenziaria ed il Governo sulla necessità di urgenti interventi atti a sanare la grave crisi penitenziaria”.