Progetto educativo dell’Istituto Comprensivo Ambrogio Lorenzetti
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SOVICILLE. “Ogni altro sono io”. Il titolo del progetto educativo, che l’Istituto Comprensivo Ambrogio Lorenzetti di Rosia, con il patrocinio dei comuni dell’Unione dei Comuni della Val di Merse, organizza ormai da diversi anni, è la sintesi efficace di un programma finalizzato a coltivare nei ragazzi la sensibilità ad un atteggiamento inclusivo e solidale, capace di cogliere il valore e la ricchezza delle differenze. Viviamo un tempo di grandi movimenti, di migrazioni massicce: un tempo che ci chiama a superare l’indifferenza o, peggio, il disprezzo e a guardare all’altro immedesimandoci nella sua storia, spesso triste e dolorosa. L’”altro” che mi è accanto potrei essere io, ma, allo stesso tempo, è altro da me, portatore di una differenza che mi interpella all’ascolto e al confronto: una diversità che arricchisce.
Curato dai docenti delle scuole dei comuni di Sovicille, Chiusdino e Monticiano – il territorio di riferimento dell’Istituto Comprensivo – il progetto porta l’impronta di Laura Garofani, indimenticata insegnante di Monticiano, che ne fu l’ispiratrice. Dopo il lavoro di approfondimento delle tematiche legate all’interculturalità svolto in classe, il prossimo mercoledi 5 aprile, alle ore 21,00, presso il Circolo ARCI di Rosia, si terrà un incontro, aperto a tutta la cittadinanza, con lo scrittore senegalese Mohamed Ba, che presenterà il suo libro: “Il tempo dalla mia parte”; la serata sarà accompagnata dai Cantastoria che eseguiranno Canti delle Migrazioni. Nella mattina di giovedi 6, poi, un momento di festa, alla presenza del Gruppo musicale Malibra Trio, concluderà il progetto.
“Ringrazio le scuole dei nostri territori – commenta Giuseppe Gugliotti, sindaco di Sovicille – e gli insegnanti che con passione e impegno hanno sostenuto questa iniziativa educativa. L’ascolto, il dialogo, il confronto, la solidarietà sono l’alimento della pace; in un’epoca in cui si tornano ad innalzare muri, c’è bisogno di coraggio e di fiducia: la paura e la chiusura sarebbero il peggior messaggio che potremmo trasmettere ai nostri ragazzi”.