Nei giorni scorsi si è svolto l’incontro con la giornalista Alice Pistolesi e i soggetti del SAI valdelsano
POGGIBONSI. L’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo ma anche la rete di accoglienza e integrazione gestita in Valdelsa nell’ambito del progetto SAI. Questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Poggibonsi, promosso da Società della Salute Valdelsa e Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa in collaborazione con Arci.
L’appuntamento è stato l’occasione per fare il punto della situazione sui dati principali relativi al SAI (Sistema di accoglienza e integrazione), ai beneficiari accolti, agli interventi realizzati, ai servizi offerti e alle strutture rese disponibili sul territorio valdelsano. All’evento hanno partecipato Alessandro Donati, Presidente della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa; Biancamaria Rossi, Direttore della Società della Salute Alta Valdelsa; Simone Ferretti e Serenella Pallecchi di ARCI e la giornalista Alice Pistolesi.
“Il dato che più di ogni altro deve essere evidenziato – afferma Biancamaria Rossi, Direttore della SdS Alta Valdelsa – è rappresentato dalla qualità del progetto che abbiamo messo in piedi nel nostro territorio, che è stato in grado di reagire e gestire gli avvenimenti di un 2021 molto complicato. L’esperienza maturata nel corso degli anni ci ha permesso, in stretta collaborazione con Arci, di costruire e implementare percorsi ad hoc per richiedenti asilo e rifugiati, in quadro difficile come quello legato all’emergenza Covid 19.
Grazie a tutti i soggetti della nostra rete siamo riusciti ad evitare, grazie ad un lavoro congiunto con gli altri attori del territorio, che l’emergenza sanitaria si trasformasse anche in una emergenza sociale”.
“Questo appuntamento – sottolineano Serenella Pallecchi e Simone Ferretti di ARCI – è stato l’opportunità per poter parlare di un sistema di accoglienza che oggi più che mai rappresenta un segno concreto di politiche attive collegate alla solidarietà, alla promozione dei diritti umani e a politiche di welfare per tutti. La buona accoglienza vuol dire anche saper interagire con il territorio, i suoi attori e le sue specificità. Arci fa accoglienza, cioè costruisce reti e legami, e l’iniziativa ha parlato di questo, della costruzione di momenti di confronto per promuovere un’accoglienza di qualità rispettosa della dignità e dei diritti della persone. Un confronto ancora più ricco perché esteso alla parte pubblica rappresentata dagli enti locali, principali attori delle politiche sociali sui territori e dalla professionalità di chi come i giornalisti e le giornaliste de l’atlante delle guerre e dei conflitti del mondo da dieci anni raccontano il mondo e le sue nuove guerre con tenacia e professionalità”.