Elisabetta Ponzuoli ha ottenuto il riconoscimento che viene assegnato ogni anno allo studente che abbia ottenuto il miglior voto alla maturità
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di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – Elisabetta Ponzuoli, 20 anni, si è aggiudicata l’ottava edizione del premio “Tullio Guidotti”, di euro 5530, riservato allo studente di Piancastagnaio che abbia riportato ogni anno la miglior votazione negli esami di maturità. Elisabetta, ora iscritta alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, ha riportato al termine del percorso di studi presso il liceo scientifico “Enrico Fermi” di Casteldelpiano la votazione massima di cento/100 più lode. La cerimonia, svoltasi nella saletta “Martiri Della Resistenza” del Comune di Piancastagnaio, ha visto la presenza di Anna Paola Capocchi, nipote ed esecutrice testamentaria di Tullio Guidotti, e di Luciana Scalacci, già applicata di segreteria dell’Istituto Tecnico per Geometri che aveva sede a Piancastagnaio, prima di essere accorpato all’Istituto Avogadro di Abbadia San Salvatore. La Scalacci ha ripercorso le tappe dell’istituzione del premio, a cominciare da una mattina in cui un signore distinto chiede di visitare la scuola e viene anche informato sul pericolo di chiusura o di trasferimento della scuola. “Sentirà parlare di me”, fu il suo commiato. Dopo qualche anno, non senza un’iniziale incredulità, da un notaio di San Remo la scuola venne a sapere che Tullio Guidotti aveva lasciato 100 milioni da devolvere in dieci premi annui di 10 milioni ciascuno allo studente migliore dell’Istituto per proseguire gli studi o avviare una professione. Con lo spostamento della scuola il premio, destinato a uno studente dell’Istituto di Piancastagnaio, fu sospeso fino alla decisione di assegnare il premio allo studente di Piancastagnaio, di qualsiasi scuola superiore, con la votazione più alta. Guidotti, nato a Piancastagnaio nel 1905 da famiglia di umili condizioni, è stato sempre pervaso da un desiderio di rinnovamento. A 15 anni lavora a Roma in una pelletteria, poi svolge più lavori in diversi luoghi, fino a che, dopo la seconda guerra mondiale, si ferma a San Remo, dove esercita la professione di croupier al Casinò. In quella città di confine riesce ad aprire un ufficio cambi, attività redditizia, e poi comincia a commerciare con grande fortuna in monete d’oro. Muore nel 2002 e il premio da lui lasciato è un simbolo di attaccamento al paese e insieme un riscatto per non aver potuto studiare, essendosi fermato alla terza elementare, anche se capace di letture e interpretazioni acute nella sua attività. Grande il suo altruismo nel riconoscere che i tanti giovani impegnati devono essere incoraggiati. Forse senza neppure conoscerla aveva chiari i termini e gli scopi della “paideia” greca, mirabilmente espressa da Platone nella Repubblica: formare non significa omologare abitudini e pensieri ma sviluppare le caratteristiche individuali, grazie al carattere estremamente plasmabile del giovane. Anche il sindaco Luigi Vagaggini ricorda Guidotti come uno dei tanti pianesi costretti a trasferirsi lontano ma che si ricordano del proprio paese in maniera concreta, come poche persone sanno, riescono, o possono, fare. Le persone del paese hanno sempre trovato nel lavoro, anche in quello più impegnativo, un’occasione di dedizione al prossimo. Guidotti come il dottor Vittorino Ricci Barbini.
La studentessa ha dedicato il premio ricevuto al suo insegnante di Lettere delle scuole medie, il professor Danilo Zilianti, prematuramente scomparso nel 201: “E’ stata una figura importante sia come uomo che come insegnante, capace di vedere nella persona il ragazzo. Cci ha aiutato in un periodo difficile qual è l’adolescenza e vorrei che il suo ricordo fosse mantenuto vivo”.