Opera di una giovane artista selezionata da Siena Art Institute, al museo della Terracotta di Petroio
PETROIO (TREQUANDA – SIENA) – A Petroio si trova Piazza Padelle, nome dall’origine incerta che ha stimolato la creatività della giovane artista Claudia Ponzi. La quale ha utilizzato la sua residenza artistica nel Senese (un progetto con il sostegno del Mibac e della Siae) per realizzare un “monumento alla padella” tutto da vedere. L’inaugurazione è stata fissata per venerdì 23 novembre (ore 15) al museo della Terracotta di via Valgelata 10, sempre a Petroio, nel Comune di Trequanda (Siena). Claudia Ponzi, che lavora e studia tra Padova e Milano ha vinto, insieme ad Adriana Amoruso, Gianmarco Cugusi e Gabriele Dini una residenza artistica riservata agli under 35, e destinata a far rileggere, in chiave contemporanea, il patrimonio artistico, storico e culturale del Senese. “Go to App. Digital Renaissance” è il titolo dell’iniziativa che, oltre al Ministero dei beni e delle attività culturali, ha coinvolto il sistema dei Musei senesi e Siena art institute. E Claudia, artista di valore (si è già guadagnata la copertina di Artribune) ha scelto proprio questo antico borgo per interpretare l’essenza del territorio, strettamente legato alla storica lavorazione della terracotta, che ancora sopravvive. Un bellissimo museo, attualmente gestito da volontari, ne testimonia i trascorsi (sabato e domenica apertura dalle 10,30 alle 13, dalle 15 alle 18. Gli altri giorni su prenotazione, tel. 340 2478220). E questa installazione, con contaminazioni tra arte e vecchie lavorazioni, sembra preannunciare nuove prospettive. Una collettiva degli artisti verrà inaugurata sabato 24 novembre al museo dell’Antica grancia e dell’olio di Serre di Raolano (ore 17). A partire dalle 20, apericena con degustazione di oli locali e musica dal vivo.
I lavori di Claudia Ponzi sono la comunione di più dimensioni spesso narrative che attraverso la processualità comprendono le proprie necessità e identità. L’artista, con una sensorialità che attecchisce in una pratica che va a ricercare e rivelare emozioni, prima percorre l’istintività processuale, poi procede con uno studio mentale e di ricerca, che guarda verso più direzioni. Da un lato pone lo spettatore in una relazione delicata con l’imbarazzo, ironicamente mettendo in scena elementi vibrazionali che a volte ci fanno rivivere la scoperta della sessualità. Dall’altro lato realizza sogni alla ricerca di realtà utopiche nel tentativo di capovolgere piccole dimensioni sociali nel desiderio di trasformare o raccontare sottili elementi della quotidianità. La performance si compone di un carattere sia costruito che spontaneo poiché analizza non solo l’azione dell’artista ma anche la modalità con cui il corpo del pubblico si relaziona, s’immerge e a volte si mimetizza all’interno dello spazio architettonico e in relazione alle opere stesse. La sottile dimensione narrativa gioca in uno spazio tra infanzia ludica e sessualità componendo dichiarazioni d’amore, rivolte a una collettività attraverso: la performance, il video, la fotografia e il disegno.