di Ezio Sabatini
MONTEAPERTI. A Siena quel lontano 4 settembre del 1260 non è mai stato coniugato al passato remoto: per questo, quando fra le lastre si parla di quella battaglia fra senesi e fiorentini, fra guelfi e ghibellini, non è infrequente sentire usare il presente.
Ieri notte (4 settembre), grazie al comitato Monteaperti Passato e Presente (il cui sito internet è www.monteapertipassatoepresente.it) è stato nuovamente ricordata l'improtanza di questo evento, all'interno di un periodo di celebrazioni e cene, sfilate ed eventi cultural-culinari.
Un buon numero di persone si è riunito alle 20 presso la località Acquaborra, per gustare un menu, definito "cena in battaglia", a base di fagioli, trippa, zuppa e salsiccia alla brace. Alle 22 i patrioti hanno dato vita ad una fiaccolata che dalla piccola località termale si è snodata fino al cippo commemorativo a forma di piramide, posato in occasione del 600esimo anniversario sulla collina che domina il luogo della battaglia.
Una volta in cima al poggio di Monteaperti si sono tenute le celebrazioni. Dapprima si è celebrata una messa in ricordo dei caduti (variabili, a seconda delle fonti da 3mila a 12mila) di quella che alcuni storici definiscono senza remore "la battaglia più sanguinosa del '200". Il rito è stato officiato da Don Savino, il quale ha voluto sottolineare di aver celebrato una messa "per tutti i morti di tutti le guerre, in attesa che si arrivi ad un mondo in cui le armi siano solo un ricordo".
Un saluto ai presenti è giunto anche dal sindaco di Castelnuovo Berardenga, Roberto Bozzi, che ha partecipato alla fiaccolata con un gonfolane della propria amministrazione e con fascia tricolore. "Ogni volta che penso a Monteaperti – ha detto l'amministratore – mi viene da pensare alla eterna lotta per la libertà. Ieri contro il giogo della tracotanza fiorentina, oggi contro tutti quegli aspetti della vita contemporanea che vorrebbe un cittadino schiavo delle proprie passioni e consumi".
In chiusura la manifestazione ha rievocato il volto storico e culturale della battaglia grazie al talento dell'attore Matteo Marsan (per un gioco del destino, un fiorentino) e del direttore del teatro di Castelnuovo, Giuseppe Scuto. Assieme ai bruscellanti del comune delle Crete i due uomini hanno cantato le cronache di Monteaperti oltre alle citazioni dantesche, dal canto decimo dell'Inferno, con il fiorentino ghibellino Farinata degli Uberti, al canto dove giace la testa del traditore Bocca degli Abati.
L'ultimo saluto è stato appannaggio del presidente dell'Associazione, Maris Santini, il quale confessa i progetti futuri. "Il mio sogno – ha detto – è di fare tornare la senesità in questo posto. Siamo orgogliosi della presenza ufficiale del comune di Castelnuovo, ma il mio desiderio è di fare ritornare ai senesi questo luogo, di far tornare i fazzoletti delle contrade in questa cerimonia". A margine del proprio discorso Santini si è lasciato sfuggire che "stiamo già lavorando alle celebrazioni per i 750 anni di questo grande evento. Speriamo di fare qualcosa che rimanga nel tempo in favore di tutti".
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Ieri notte (4 settembre), grazie al comitato Monteaperti Passato e Presente (il cui sito internet è www.monteapertipassatoepresente.it) è stato nuovamente ricordata l'improtanza di questo evento, all'interno di un periodo di celebrazioni e cene, sfilate ed eventi cultural-culinari.
Un buon numero di persone si è riunito alle 20 presso la località Acquaborra, per gustare un menu, definito "cena in battaglia", a base di fagioli, trippa, zuppa e salsiccia alla brace. Alle 22 i patrioti hanno dato vita ad una fiaccolata che dalla piccola località termale si è snodata fino al cippo commemorativo a forma di piramide, posato in occasione del 600esimo anniversario sulla collina che domina il luogo della battaglia.
Una volta in cima al poggio di Monteaperti si sono tenute le celebrazioni. Dapprima si è celebrata una messa in ricordo dei caduti (variabili, a seconda delle fonti da 3mila a 12mila) di quella che alcuni storici definiscono senza remore "la battaglia più sanguinosa del '200". Il rito è stato officiato da Don Savino, il quale ha voluto sottolineare di aver celebrato una messa "per tutti i morti di tutti le guerre, in attesa che si arrivi ad un mondo in cui le armi siano solo un ricordo".
Un saluto ai presenti è giunto anche dal sindaco di Castelnuovo Berardenga, Roberto Bozzi, che ha partecipato alla fiaccolata con un gonfolane della propria amministrazione e con fascia tricolore. "Ogni volta che penso a Monteaperti – ha detto l'amministratore – mi viene da pensare alla eterna lotta per la libertà. Ieri contro il giogo della tracotanza fiorentina, oggi contro tutti quegli aspetti della vita contemporanea che vorrebbe un cittadino schiavo delle proprie passioni e consumi".
In chiusura la manifestazione ha rievocato il volto storico e culturale della battaglia grazie al talento dell'attore Matteo Marsan (per un gioco del destino, un fiorentino) e del direttore del teatro di Castelnuovo, Giuseppe Scuto. Assieme ai bruscellanti del comune delle Crete i due uomini hanno cantato le cronache di Monteaperti oltre alle citazioni dantesche, dal canto decimo dell'Inferno, con il fiorentino ghibellino Farinata degli Uberti, al canto dove giace la testa del traditore Bocca degli Abati.
L'ultimo saluto è stato appannaggio del presidente dell'Associazione, Maris Santini, il quale confessa i progetti futuri. "Il mio sogno – ha detto – è di fare tornare la senesità in questo posto. Siamo orgogliosi della presenza ufficiale del comune di Castelnuovo, ma il mio desiderio è di fare ritornare ai senesi questo luogo, di far tornare i fazzoletti delle contrade in questa cerimonia". A margine del proprio discorso Santini si è lasciato sfuggire che "stiamo già lavorando alle celebrazioni per i 750 anni di questo grande evento. Speriamo di fare qualcosa che rimanga nel tempo in favore di tutti".
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