Percorsi di autonomia nella disabilità
SIENA. Tramite la sinergia tra la “Società della salute senese”, guidata dal direttore Marco Picciolini, fondazione “Monastero”, guidata dal presidente Giuseppe Gugliotti, fondazione “Futura Dopo di noi”, guidata da Letizia Pini, associazione “Riabilita” con a capo il presidente Alessandra Gorgeri, e il comune di Siena con l’assessore alle politiche sociale Anna Ferretti, è stato presentato questa mattina un nuovo progetto – intitolato “Progetto Monastero: Fondazione Futura Dopo di noi” – che promuoverà 4 weekend – dal venerdì alla domenica – allo scopo di creare nuovi percorsi finalizzati a produrre una autonomia – in tutti i vari aspetti quotidiani – nelle persone affette da disturbi psichici e disabilità mentale, spesso erroneamente stigmatizzati come “matti”.
In questi 4 weekend – dal 20 al 22 marzo, dal 17 al 19 aprile, dal 15 al 17 maggio e dal 19 al 21 giugno – le varie associazioni denominate sopra creeranno, con l’ausilio di 8 operatori specifici, vari percorsi e programmi atti a prendersi cura dei disabili mentali ma soprattutto a promuovere in loro quell’autonomia che è necessaria per poter vivere lontano dai genitori o dalle famiglie adottive. I vari pazienti, i quali molto spesso vivono da soli o seguiti da persone specifiche per i loro bisogni, si troveranno a dover far fronte a i vari aspetti e esigenze quotidiane che ogni giorno si dispiegano nella vita di ognuno di noi – sia affetti che non affetti da disturbi mentali – con il fine di creare in questi pazienti una prospettiva di vita al di fuori della famiglia, una prospettiva lavorativa e soprattutto una prospettiva di vita autonoma, libera e lontano da qualsiasi tipo di vincolo prodotto dalla malattia. Nello specifico, i vari affetti psichici e mentali, interagiranno tra di loro allo scopo di sviluppare le seguenti aree:
- Presa in carico precoce e globale: assicurare interventi multiprofessionali tempestivi, mirati, specialistici ed intensivi in età evolutiva, il mantenimento in età adulta delle abilità acquisite ed il raggiungimento della maggiore autonoma possibile anche attraverso esperienze di vita separata dalla famiglia di origine;
- Interventi per la continuità terapeutica: favorire il coordinamento degli interventi per garantire continuità per l’intero ciclo di vita;
- Interventi sul contesto: potenziare l’attività di supporto alla famiglia e di formazione dei familiari come partner attivi;
- Qualificazione degli interventi: rafforzare le competenze degli operatori per favorire l’impiego di metodi e strumenti basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili e migliorare il raccordo tra servizio socio sanitari, educativi, di formazione e lavoro.
Tutto questo per creare un concetto chiaro e possibile di vita indipendente nel quale il concetto del “dopo di noi” – spesso definito come dilemma che assilla tutti i genitori di disabili preoccupati che i loro figli siano destinati a un futuro senza cure e affetti al momento in cui loro non ci saranno più – possa essere scardinato e eliminato definitivamente dal panorama dell’handicap mentale. In Italia – purtroppo – nel contesto familiare dei disabili gravi giovani e adulti fino a 64 anni, si stima che il 9,6% viva da solo, il 10,6% con il proprio partner, il 20,3% con i partner e i figli e circa il 50% con uno o entrambi i genitori; fra questi ultimi risulta particolarmente critica la situazione di coloro che vivono con genitori anziani ( circa un terzo ) e inoltre il 54% dei disabili gravi può contare solo sull’aiuto dei genitori per le attività di cura che non costituiscono assistenza sanitaria, mentre solo il 17,6% usufruisce di assistenza domiciliare sanitaria o non sanitaria pubblica.
Tornando al progetto, patrocinato dal comune di Siena e presentato alla Regione Toscana, questo prenderà luogo presso il Monastero delle suore vincenziane – di oltre 4500mq – sito in Costafabbri alla prima periferia di Siena con spazi sia all’aperto come giardini e orti che spazi al chiusi per attività denominate di “cinema” atte a documentare i vari miglioramenti dei pazienti, prevede un costo complessivo di 1300 euro a weekend il quale viene coperto e finanziato per l’80% dall’associazione “Fondazione Futura Dopo di noi” e il restante 20% dalle famiglie degli affetti mentali che prenderanno parte a questo nuovo progetto. Alla fine di questi 4 incontri, verranno valutati i risultati ottenuti, i quali, se risulteranno soddisfacenti con quanto auspicato nell’incontro di presentazione con la regione, porteranno l’iniziativa a ripetersi nel corso degli anni e soprattutto ad essere complessivamente finanziata dalla Regione Toscana. Grande soddisfazione, entusiasmo e orgoglio da parte dei protagonisti organizzativi del progetto, i quali sono da sempre convinti che progetti simili debbano essere promossi il più possibile e che vadano a migliorare il bene comune dell’intera società oltre a quello del singolo soggetto malato: “Dobbiamo far si che questi soggetti diventino autonomi il più possibile e che il cliché negativo di “matto” scompaia dal vocabolario di ognuno di noi nei confronti di queste persone che, come rimane purtroppo difficile pensare, partono da delle qualità e abilità che molti non tengono conto”, ha concluso l’assessore Anna Ferretti.