Per la maxifrode fiscale Brontos 20 rinvii a giudizio
di Red- foto di Corrado De Serio
SIENA. Il caso Brontos e Alessandro Profumo tornano prepotentemente alla ribalta. Il processo, che nasce in casa Unicredit da una maxifrode fiscale da 245 milioni di euro realizzata attraverso una operazione di finanza strutturata chiamata appunto Broncos, era partito a Milano. Il fine era quello di far risparmiare a Unicredit di pagare meno tasse tra il 2007 e il 2009. Attraverso operazioni di finanza strutturata con società lussemburghesi facenti capo a Barclays utili venivano trasformati in dividendi, che godono di una aliquota fiscale più conveniente. In sede civile la banca milanese lo scorso agosto ha raggiunto un accordo transattivo con il fisco pagando 264,5 milioni di euro tra multe e sanzioni. Più complessa l’azione penale contro Profumo e altre 20 persone. Infatti il 23 novembre scorso il giudice della seconda sezione di Milano Maria Antonietta Monfredi, su richiesta degli avvocati difensori, aveva dichiarato incompetente il tribunale lombardo nel processo e aveva deciso che gli atti venissero trasferiti a Bologna. I reati ascritti agli imputati sarebbero stati commessi tra Milano, Bologna e Roma e in questi casi la legislazione (falsamente garantista) provoca un conflitto di interessi che provoca perdite di tempo e avvicina la prescrizione.
Perciò nella procura bolognese si è ricominciato dalla chiusura delle indagini, l’atto precedente alla richiesta di rinvio a giudizio. Con il risultato che il pm titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Giuseppe Di Giorgio, è arrivato a due conclusioni. Con la prima ha denunciato conflitto di competenza con Milano: la richiesta è attualmente pendente davanti all’ufficio gip, che non ha ancora fissato la data dell’udienza preliminare. Con la seconda ha chiesto il rinvio a giudizio per le 20 persone indagate.Adesso tocca al gip felsineo cui è stato assegnato il procedimento, Maurizio Millo, deve decidere tra alcune possibilità: se non dovesse condividere la denuncia del pm e ritenesse Bologna competente dovrebbe procedere con la fissazione dell’udienza preliminare; oppure invece, se la condividesse, potrebbe rinviare alla Cassazione per una pronuncia definitiva sulla competenza territoriale. In linea teorica infine, il gip potrebbe anche giudicare che la competenza spetti a Roma e inviare alla capitale gli atti.