Il consesso si apre con la "ineleggibilità" del sindaco
di Max Brod
SIENA L’INELEGGIBILITA DI VALENTINI. Il primo Consiglio Comunale si apre con toni tutt’altro che pacati: il tempo di concludere l’appello e annunciare il primo punto all’ordine del giorno – la convalida degli eletti – che Eugenio Neri prende la parola per dichiarare ineleggibile il Sindaco Valentini. Ricordando l’esposto che Giulia Simi (candidata di Siena Rinasce) ha depositato in questi giorni, ha affermato: “Valentini per essere eleggibile avrebbe dovuto attendere la naturale scadenza del suo mandato o dimettersi, invece ha scelto un’altra strada, utilizzando una nomina in una controllata del Comune di Monteriggioni per ottenere un’incompatibilità funzionale, e candidarsi a sindaco di Siena”. Neri è appoggiato dagli interventi di Staderini, Giordano, Corsi, Falorni, Aurigi, Tucci e Laura Vigni che si chiede quali conflitti d’interesse possano nascere, per esempio, in una Conferenza di Servizi tra Siena e Monteriggioni, i cui rappresentanti (giunta e vicesindaco) sono stati nominati da Valentini. La maggioranza risponde con diversi appelli alla collaborazione, visto il momento così delicato per la città: intervengono Ronchi, Vigni, Persi, D’Onofrio, Cappelli, Bruttini e Trapassi ma è Periccioli (PD), al suo primo intervento da consigliere, a sintetizzare: “Non ho trovato pretestuose le richieste della minoranza, è giusto che ai cittadini venga data una risposta, ma c’è la necessita che sia data nelle sedi opportune”. Infine è il Sindaco a spiegare: “Vi garantisco che la procedura formale non e stata fatta a cuor leggero, ma un atto del Presidente della Repubblica arrivato in Comune (a Monteriggioni NdR) ha messo la parola fine ad ogni dubbio”. In merito alle relazioni di Siena con gli altri comuni, ha rassicurato: “Saranno improntate nell’interesse dei singoli comuni”. La discussione si è chiusa con la convalida degli eletti: 28 i favorevoli e 5 glia astenuti Neri, Giordano, Tucci, e i consiglieri Cinquestelle.
PRESIDENTE E VICEPRESIDENTE. Con 31 voti favorevoli, una scheda bianca ed un voto per Aurigi, viene eletto Presidente del Consiglio Comunale Mario Ronchi (PD), il candidato col maggior numero di preferenze nella recente tornata elettorale. L’edicolante del Montone, consigliere nella passata amministrazione, noto per la sua attività di volontariato, ha esordito così: “Auguro a tutti un buon lavoro e porgo un ringraziamento per la fiducia riposta nei miei confronti, mi propongo di svolgere i ruoli del presidente cercando di orientare l’azione politica verso temi di correttezza ed imparzialità, alimentando il confronto democratico e promuovendo l’accesso e la trasparenza ai lavori del Consiglio Comunale”. Il Vicepresidente, come da regolamento, è invece affidato ad una proposta della minoranza: Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra), che viene eletto con 29 preferenze. Nonostante due preferenze per Eugenio Neri e due schede bianche, ha affermato: “Saro il Vicepresidente di tutto il Consiglio”.
IL GIURAMENTO. Ha seguito il giuramento del Sindaco, con la frase di rito: “Giuro di osservare lealmente la Costituzione Italiana”; dopo l’applauso il primo cittadino ha presentato la giunta, tratteggiando gli obiettivi principali per il futuro: “Siena e stata vista negli ultimi mesi come l’esempio della politica che non funziona. Noi, siamo quelli della riscossa morale ed economica, condottieri verso un nuovo inizio della buona politica che faccia, non dimenticare, ma superare ciò che e accaduto”. Il Sindaco ha poi spiegato la necessita di tenere per sé la delega al Bilancio, come conseguenza di una difficile (ma soddisfacente) udienza presso la Corte dei Conti, a garanzia di un “rientro” immediato delle spese comunali (quest’anno il bilancio è decurtato da Fondazione Mps e Governo per un totale di 25 mln di euro). Anche la delega alla cultura è rimasta a Valentini, che molto probabilmente la affiderà ad altri in futuro; concludendo con un appello alla coesione: “Mai più un sindaco dovrà dimettersi perché manca il sostegno della sua maggioranza”. Come da prassi si è proceduto poi alla nomina della commissione elettorale, composta per 2/3 dalla maggioranza e per 1/3 dalla minoranza. Nella fattispecie, i tre membri effettivi: Periccioli, Falorni (Ips) e Cannamela (Sel); ed i tre supplenti: Lorenzetti (Riformisti), Di Renzone (Siena Cambia) e Pinassi (M5S).
UN CLIMA DISTESO, MA NON TROPPO. Se i toni del Consiglio erano inizialmente concitati, e non privi di accuse pesanti, la seconda parte della seduta, che ha impegnato i consiglieri per almeno cinque ore, ha significato un momento di inedita serenità per il Consiglio Comunale. Il punto all’ordine del giorno era la votazione degli indirizzi per la designazione dei rappresentanti del comune presso Enti e Aziende: le linee guida per la nomina nelle partecipate. I consiglieri di minoranza (e non solo) intervengono uno dopo l’altro per proporre emendamenti ad un testo che, pur essendo migliore di quello adottato nella passata Amministrazione, è ancora perfettibile. A stupire però, è stata una maggioranza disponibile al confronto, che chiede una pausa per valutare attentamente le mozioni di Vigni e Cinquestelle. Alla ripresa dei lavori il clima disteso, inedito a detta di molti consiglieri, ha stimolato complimenti e incoraggiamenti. Ma c’è anche una richiesta, condivisa da Falorni e da Neri (con Giordano, Corsi e Cortonesi): rimandare la votazione, per porre un’attenta analisi del documento fondamentale per la gestione (ed in passato, talvolta, la malagestione) delle partecipate comunali. Il Sindaco però si è appellato all’urgenza dei tempi, e seppur promettendo di tornare sopra alla delibera con il lavoro delle commissioni, non ha concesso il rinvio, mettendo a votazione prima gli emendamenti approvati dalla maggioranza – 3 della Vigni, che passano con il suo appoggio, e uno di M5S, votato all’unanimità – e poi la delibera sugli indirizzi. Qui il malcontento per un testo non del tutto soddisfacente si fa sentire, e infatti l’approvazione è ottenuta grazie ai soli voti di maggioranza (19), con 9 contrari (cinquestelle e coaliz. di centrodestra) e 2 astenuti (Tucci e Vigni). Assenti alla votazione i consiglieri Petti e Marzucchi.
GLI EMENDAMENTI DELLA DISCORDIA. Sugli emendamenti si è concentrato il lungo pomeriggio in Comune, che ha visto alcune fazioni più soddisfatte di altre. Grazie agli emendamenti proposti da Laura Vigni è entrato nel testo d’indirizzo l’obbligo per il Comune di far adottare i principi di trasparenza, onestà e merito, anche agli Enti partecipati; grazie invece a M5S, al momento dell’uscita del bando per la presentazione dei candidati, avverrà l’immediata pubblicazione sul sito internet di tutte le candidature (dunque non solo quelle accettate) pervenute al Comune. Sono rimasti a bocca asciutta invece i sostenitori degli emendamenti che volevano ampliare la base elettorale dei nominati: non più solo il Sindaco a decidere i nomi, ma il Consiglio Comunale (da solo o con funzione di coadiuvazione). Valentini ha risposto a queste richieste così: “Per quanto possa condividere la decisione dei nomi, non posso lasciare nelle mani di altri la funzione: verrei meno al mandato dei cittadini”. Non approvata anche la proposta di incandidabilità dei “soggetti su cui pende un rinvio a giudizio”. In merito alla presa di posizione della maggioranza contro questo emendamento, Valentini ha così risposto al Cittadino Online: “Non candiderò nessun rinviato a giudizio, però stabilire una connessione automatica tra rinvio e incandidabilità, mi sarebbe sembrata una forzatura nel regolamento”.