Secondo "Agriturist Siena" (Confagricoltura), il 2013 sarà più duro del 2012

SIENA. La crisi continua a “picchiare duro” e le vacanze in campagna ne risentono. La provincia di Siena (con circa 1500 agriturismo autorizzati) non si sottrae al dato negativo che sta caratterizzando l’andamento generale e il 2013 non sarà sicuramente migliore del 2012.
A confermarlo è Agriturist (Confagricoltura) che conduce periodici sondaggi tra gli operatori associati, per fotografare lo stato di salute dell’agriturismo e i risultati non sono confortanti.
Nella provincia di Siena nel 2012 si è registrato un calo che sfocia in un aumento di difficoltà nella programmazione dell’attività. In molti casi le presenze nelle strutture agrituristiche sono diminuite fino al 20 per cento rispetto al 2011. Il tutto con prezzi fermi ormai da tempo, durata dei soggiorni in diminuzione e costi di gestione al contrario sempre più alti, oltre alla gestione dell’informativa e riscossione dell’imposta di soggiorno.
Ben oltre le pur non favorevoli previsioni dell’Associazione elaborate ad inizio stagione e le fantasiose e confuse cifre ottimistiche diffuse recentemente da più fonti.
«Senza rilancio forte della domanda e contenimento dei costi delle imprese, le conseguenze sull’occupazione e in generale sull’economia delle nostre campagne saranno gravi», spiega preoccupato il Presidente di Agriturist Siena, Andrea Pannocchieschi d’Elci.
«Le aziende turistiche (e agrituristiche) – commenta Andrea Pannocchieschi d’Elci – hanno da poco subìto la batosta dell’Imu e saranno colpite, in luglio, dalla Tares, che si annuncia più pesante, almeno del 25%, rispetto alla precedente imposta sullo smaltimento dei rifiuti. Molte aziende, poi, devono anche fare i conti con l’imposta di soggiorno».
Ad avere la peggio nel 2012 è stato l’andamento del turismo interno, quello degli italiani. Secondo una elaborazione di Agriturist su rilevamenti a campione dell’Osservatorio Nazionale del Turismo gli agriturismi sono a meno 12 per cento. E la cifra si sposa bene anche al senese.
Anche se un po’ meglio, non c’è comunque da rallegrarsi troppo per i movimenti dall’estero. Agriturist rileva che gli stranieri per visitare l’Italia spendono qualcosa in più (+3,6%), ma, rispetto al 2011, i pernottamenti degli stranieri sono rimasti sostanzialmente fermi (+0,1%).
La forte tassazione, purtroppo non rende l’Italia competitiva con la concorrenza estera. Lo scarto medio tra l’iva italiana, ad esempio, e quella del resto d’Europa ci vede sopra di almeno 8/10 punti. Uno scarto che per i tour operator stranieri corrisponde molto spesso alla loro commissione, per cui preferiscono dirottare i clienti su destinazioni meno care e con più margini. Anche se l’offerta turistica italiana, compreso l’enogastronomia, sia ottima.
Fabiola Materozzi – coordinatrice della sezione senese di Agriturist/Confagricoltura – aggiunge che «per il 2013 le previsioni non sono davvero rosee. Nei primi due mesi dell’anno, rispetto al 2012, in molte strutture le presenze sono calate anche oltre il 50 %».
Per quanto riguarda la Pasqua e l’andamento delle richieste per aprile e mesi estivi, ad oggi la cosa non sembra migliorare, perché non solo le prenotazioni non sembrano definirsi, ma mancano le richieste sia pur generiche.
«L’inizio del 2013 – rileva Fabiola Materozzi – non promette nulla di positivo. Rispetto allo stesso periodo del 2012 (10 gennaio-20 febbraio), le visite dall’Italia al sito internet www.agriturist.it registrano una flessione nell’ordine del 20%. Quelle dall’estero sono a -10%. Si radicalizzano dunque, per effetto della crisi economica, la concentrazione della domanda turistica in pochi periodi festivi dell’anno (Pasqua, ferie estive e Capodanno) e la forte riduzione dei viaggi di fine settimana, già registrate nei tre anni passati».
«Il Governo (quale che sarà) – suggerisce Andrea Pannocchieschi d’Elci – dovrà immediatamente adottare provvedimenti a sostegno del turismo, sui versanti della promozione internazionale, del contenimento dei costi delle imprese e della lotta all’abusivismo. La gran parte delle aziende agrituristiche, in particolare, è giovane, ha recentemente investito e deve sopportare mutui molto pesanti. Senza un forte rilancio della domanda, non è possibile mantenere l’occupazione e, in molti casi, addirittura proseguire l’attività. Consideriamo poi che l’agriturismo è un supporto sempre più importante per l’agricoltura, che pure oggi sta affrontando tante difficoltà: se continua così, rischiamo davvero di mettere in ginocchio l’economia delle nostre campagne».