di Augusto Mattioli
SIENA. 82.241 posti in meno per gli insegnanti. 44.500 per il personale non insegnante. Sono i dati riguardanti i tagli complessivi al 2012. Quelli effettuati quest’anno dalla coppia Gelmini – Tremonti sono 4.205 posti tagliati e 15.167 per i non insegnanti. Una cura da cavallo che rischia di uccidere la scuola pubblica. Si tratta di dati sottolineati questo pomeriggio a Palazzo Patrizi, in una iniziativa organizzata dal comitato dei precari. Molte le presenze, soprattutto di insegnanti giovani, precari ovviamente.
“Siamo un gruppo eterogeneo di insegnanti, genitori e ata contrario ad una politica scolastica che fa danni, che penalizza la scuola di tutti- ha detto Enrico Grande, uno dei promotori della serata- vogliamo essere indipendenti ma non vogliamo certo isolarci ma avviare un percorso che può essere condiviso da organizzazioni politiche e sindacali”.
Si sono sentite voci preoccupate per il futuro di quella che finora è stata la scuola pubblica, (dalla primaria in poi) sempre più sotto attacco, poco considerata da un’opinione pubblica che è stato detto “ha una conoscenza molto relativa di cosa è davvero la scuola”.
I tagli comunque avranno “ricadute pesanti”sulla qualità dell’insegnamento. Qualcuno ha citato le situazioni di qualche scuola senese. Francesca De Candia, precaria, ha reso noto che all’Artusi di Chianciano ci sono classi con 36 alunni, lo stesso al pedagogico a Montepulciano, ci sono classi alle medie con 28 studenti e si sa quanto è difficile tenere buoni i giovani di questa fascia di età. E non mancano certo difficoltà per l’inserimento dei giovani portatori di handicap, che hanno bisogno di un impegno molto specifico da parte degli insegnanti.
Il timore, non infondato, è che alla fine di tutto questo processo di “ristrutturazione” occupazionale, si arrivi alla privatizzazione vera e propria della scuola pubblica. Che potrebbe passare per il cosiddetto disegno di legge Aprea, sottosegretario all’istruzione. nel quale si propone di far gestire le scuole a fondazioni, sulla linea di ciò che si vorrebbe fare all’università.
“Ci sono processi di attacco chiaro ed esplicito alla scuola pubblica – ha detto Paola Conti che lavora nella scuola dell’infanzia ed è componente del Cidi, associazione che si occupa della qualità della scuola- processi che sono in atto da anni”. E che neanche quando era al governo il centro sinistra si sono interrotti. I tagli stanno impedendo un cambiamento della scuola più equilibrato.
“L’unico percorso che si è scelto – ha sottolineato Anna Cassonelli, insegnante precaria alle medie inferiori- è quello dei tagli perchè sostanzialmente sulla scuola non si vuole investire. Le nostre proposte sono diverse. Bisognava lavorare sulla formazione degli insegnanti, sul rinnovo della didattica, sulla selezione dei docenti. E poi certo pensare agli sprechi che nelle scuole possono esserci
SIENA. 82.241 posti in meno per gli insegnanti. 44.500 per il personale non insegnante. Sono i dati riguardanti i tagli complessivi al 2012. Quelli effettuati quest’anno dalla coppia Gelmini – Tremonti sono 4.205 posti tagliati e 15.167 per i non insegnanti. Una cura da cavallo che rischia di uccidere la scuola pubblica. Si tratta di dati sottolineati questo pomeriggio a Palazzo Patrizi, in una iniziativa organizzata dal comitato dei precari. Molte le presenze, soprattutto di insegnanti giovani, precari ovviamente.
“Siamo un gruppo eterogeneo di insegnanti, genitori e ata contrario ad una politica scolastica che fa danni, che penalizza la scuola di tutti- ha detto Enrico Grande, uno dei promotori della serata- vogliamo essere indipendenti ma non vogliamo certo isolarci ma avviare un percorso che può essere condiviso da organizzazioni politiche e sindacali”.
Si sono sentite voci preoccupate per il futuro di quella che finora è stata la scuola pubblica, (dalla primaria in poi) sempre più sotto attacco, poco considerata da un’opinione pubblica che è stato detto “ha una conoscenza molto relativa di cosa è davvero la scuola”.
I tagli comunque avranno “ricadute pesanti”sulla qualità dell’insegnamento. Qualcuno ha citato le situazioni di qualche scuola senese. Francesca De Candia, precaria, ha reso noto che all’Artusi di Chianciano ci sono classi con 36 alunni, lo stesso al pedagogico a Montepulciano, ci sono classi alle medie con 28 studenti e si sa quanto è difficile tenere buoni i giovani di questa fascia di età. E non mancano certo difficoltà per l’inserimento dei giovani portatori di handicap, che hanno bisogno di un impegno molto specifico da parte degli insegnanti.
Il timore, non infondato, è che alla fine di tutto questo processo di “ristrutturazione” occupazionale, si arrivi alla privatizzazione vera e propria della scuola pubblica. Che potrebbe passare per il cosiddetto disegno di legge Aprea, sottosegretario all’istruzione. nel quale si propone di far gestire le scuole a fondazioni, sulla linea di ciò che si vorrebbe fare all’università.
“Ci sono processi di attacco chiaro ed esplicito alla scuola pubblica – ha detto Paola Conti che lavora nella scuola dell’infanzia ed è componente del Cidi, associazione che si occupa della qualità della scuola- processi che sono in atto da anni”. E che neanche quando era al governo il centro sinistra si sono interrotti. I tagli stanno impedendo un cambiamento della scuola più equilibrato.
“L’unico percorso che si è scelto – ha sottolineato Anna Cassonelli, insegnante precaria alle medie inferiori- è quello dei tagli perchè sostanzialmente sulla scuola non si vuole investire. Le nostre proposte sono diverse. Bisognava lavorare sulla formazione degli insegnanti, sul rinnovo della didattica, sulla selezione dei docenti. E poi certo pensare agli sprechi che nelle scuole possono esserci