E interventi per la cura di giocatori patologici
di Lorenzo Croci
SIENA. Per evitare che il gioco d’azzardo continui a lacerare intere famiglie e singoli cittadini, conducendo queste categorie al lastrico finanziario, sociale e culturale, la Regione Toscana, insieme al patrocinio del Comune di Siena e all’associazione “Orthos” ha deciso di presentare, nell’intera giornata di oggi, politiche di prevenzione atte a manifestare l’esperienza del progetto sperimentale “Orthos” per il trattamento in ambito residenziale per giocatori d’azzardo e di altre iniziative che si sono mosse in questa direzione e avviare su questo tema un confronto tra tutti i soggetti cointeressati al tema, sia a livello nazionale, che regionale e locale, al fine di verificare il possibile assetto normativo per gli interventi a favore delle dipendenze comportamentali. Oltre a questo l’associazione “Orthos”( associazione no profit di utilità sociale costituitasi nel 2004 che si propone da sempre lo studio e la ricerca nel campo della terapia delle dipendenze ed in particolare della dipendenza da gioco d’azzardo) – come ha chiarito il direttore scientifico del progetto Riccardo Zerbetto ( psichiatra e psicoterapeuta didatta fondatore della comunità terapeutiche professionali del comune di Roma e membro della commissione ministeriale sulle dipendenze patologiche del ministero della sanità ) – si propone da sempre l’obiettivo di presentare una strategia cittadina di gioco responsabile che consenta di promuovere un’adeguata cultura del gioco che ne valorizzi le potenzialità senza sottovalutarne le componenti di rischio attraverso campagne di informazione sensibilizzazione e rischio, di proporre una strategia che coinvolga anche i gestori delle attività di gioco d’azzardo tramite iniziative di aggiornamento destinate agli esercenti delle agenzie di gioco affinché possano intervenire in prima istanza nel contenimento delle forme autodistruttive del gioco, e infine promuovere una rete di referenti in ambito istituzionale, privato – sociale e libero professionale in grado di contenere aspetti problematici già evidenziati e che potrebbero ulteriormente crescere in prospettiva.
Dunque una vera e propria rete di interventi da divulgare massicciamente affinché si possa prevenire, e evitare di curare, malati patologici gravi, perché i trattamenti in ambito residenziale continuano a rappresentare la più importante risorsa, oltre a quelli ambulatoriali nella cura dei tossicodipendenti, perché – inoltre – la tipologia e la lunga durata di tali programmi, come ha espresso Riccardo Zerbetto, ha rivelato – purtroppo – anche la scarsa applicabilità degli stessi al trattamento delle dipendenze comportamentali, prima fra tutte la dipendenza da gioco d’azzardo, la quale richiede tempi più brevi e tali da non interferire negativamente sull’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti nonché l’adozione di metodi più strutturati e capaci di incidere in modo più significativo e mirato sulle “aree di criticità” manifestate da questo tipo di patologia”.
Purtroppo a livello europeo politiche strategiche di prevenzione scarseggiano vistosamente, ed ecco che l’importanza del manifesto presentato a febbraio dall’amministrazione comunale senese e firmato da tutti i sindaci – soprattutto il sindaco di Monteroni d’Arbia presente alla presentazione della campagna – a favore dell’inserimento di queste politiche attive, assume di importanza notevole, perché come ha dichiarato Rosanna Pugnalini consigliera regionale alla commissione sanità della Toscana: “ bisogna fare in modo che il gioco d’azzardo non diventi una patologia, perché ci fa spendere sempre più sia in termini economici che sociologici; ed è per questo che abbiamo numerose leggi a favore della prevenzione e la cura di queste dannose patologie”.
Tra i dati più significati – a livello nazionale – Pavia è la prima città italiana con 3.000 euro a famiglia seguita da Milano. Siena risulta una provincia nella quale questi tipi di patologie sono prevenute da manifestazioni come il Palio, il quale aggrega e coinvolge a livello di sociologizzazione in maniera determinante riuscendo a catalizzare l’intera comunità e a sfatare l’enfatizzazione del mito del denaro. In Toscana il dato aggiornato equivale a 30.000 persone di cui 9.000 adolescenti, i quali si suddividono sempre più profondamente nel gioco online, di sempre più difficile prevenzione. Dunque la nostra provincia – per fortuna – oggigiorno risulta coinvolta solo marginalmente, ma non per questo, come ha spiegato l’assessore al sociale Anna Maria Ferretti, possiamo stare a guardare: “vogliamo e dobbiamo fare di più di quello che abbiamo fatto fino ad ora per riuscire a risolvere definitivamente una tematica di cosi alta levatura, continuando a divulgare e sostenere simili campagne di sensibilizzazione al fine di evitare i tremendi effetti negativi all’interno della società”.