Esperienza di viaggio e successive riflessioni. Con qualche domanda
di R.Z. Ruscitto
SIENA. Avete mai provato, o vi è mai capitato, di percorrere la Siena-Bettolle durante un giorno di pioggia? Non necessariamente di pioggia battente. Basta una pioggia fitta e costate da qualche decina di minuti…
Se la risposta è “si” non devo spiegarvi nulla. Sapete perfettamente da soli in che situazione vi siete trovati.
Se, al contrario, avete sempre avuto la fortuna di mettervi in viaggio durante giornate assolate o comunque “asciute” vi spiego la ragione per cui sarebbe opportuno “rimandare”, se possibile, la vostra partenza lungo la direttrice sud di Siena.
La portentosa invenzione dell’asfalto drenante non è ancora arrivata in queste lande. In compenso l’asfalto non solo non drena ma “accoglie” l’acqua in dislivelli e pozzanghere di varia natura e profondità al punto che, rispettando i limiti, ed anzi tenendosi decisamente al di sotto degli stessi, la macchina si trova a perdere aderenza in qualche curva. Un fatto seccante, a dire il vero, ma che, ad un autista esperto e dai riflessi pronti, non arreca grosso disagio.
Questo è, sostanzialmente, l’unico problema…. se a percorrere quel tratto di strada siete da soli!
Un fatto che capita raramente, in verità. Soprattutto nelle ore di ingresso ed uscita dai posti di lavoro.
Poniamo dunque, la seconda ipotesi. Ovvero quella in cui un traffico, non necessariamente consistente, ma costante, vi accompagna fino alla vostra uscita. Che sia Siena o che si Asciano…
In questo caso attivate, al massimo, i vostri tergicristalli e pregate di avere una vista acuta e un qualche senso di orientamento: l’acqua che vi arriverà dal cielo non sarà nulla al confronto con le “secchiate” che vi giungeranno dalle ruote delle auto che vi stanno davanti o che, magari vi sorpassano. O che voi state sorpassando.
Insomma: un autentico disastro!
Questa mattina (8 novembre) mi è toccato, mio malgrado, rivivere la noiosa esperienza che mi era già capitata in diverse occasioni.
Ovviamente una Siena-Bettolle trafficata, con camion e auto “ansiosi” di giungere a destinazione. Ed io insieme a loro.
Ma oggi c’è stato anche di peggio.
Proprio a Sinalunga auto con doppie frecce indicavano davanti a me un ostacolo. L’ostacolo era un gruppo di operai dell’Anas che, fradici ed in seria difficoltà, stavano “mettendo una pezza” ad un buco nell’asfalto!
Non si può calcolare l’indignazione del momento.
Una strada a scorrimento veloce che è tra le arterie più importanti della viabilità a Siena ridotta in modo indecoroso a due anni dalla conclusione dei lavori. In verità alcuni lotti della Siena Bettolle sono aperti al traffico da cinque anni: come quello che collega Armaiolo a Bettolle.
Ma in 5 anni una supestrada può ridursi in queste condizioni?
Un costo complessivo di 149,3 milioni di euro può essere stato davvero insufficiente, come appare, per garantire stabilità e sicurezza alle auto in transito sulla Siena Bettolle? E volevano anche metterci il pedaggio su questa strada? La stessa strada che è stata al centro di interrogazioni parlamentari a causa dell’attraversamento degli animali selvatici, causa di diversi incidenti? Che speriamo non gli venga in mente di attraversare quando piove, a questi malcapitati animali!
A tutte queste annose domande, a cui credo sia difficile dare una risposta accettabile e dignitosa si aggiunge una legittima riflessione: ma Ampugnano è davvero la risposta “condivisa” alla volontà di migliorare le infrastrutture locali e quindi la qualità della vita delle persone che quotidianamente vivono il nostro territorio?
Mi viene in mente Ampugnano non a caso. E’ quasi spontaneo pensare che per una comunità è certamente importante lo sviluppo economico dell’area di riferimento, il richiamo del turismo e compagnia cantante; ma mi domando che sviluppo possa realmente reggere un territorio in cui si pensa prima a volare e poi a camminare.