Il lavoro della Comissione Cultura continua
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Un impegno serrato quello della Commissione, per delineare gli elementi fondamentali su cui tracciare le linee guida dell’atto di indirizzo da sottoporre al Consiglio entro la metà di giugno, così come stabilito dalla conferenza dei capigruppo, e che si è potuto arricchire dall’apporto tecnico e del supporto della Regione che ha sollecitato la sinergia con l’elaborazione progettuale e scientifica della candidatura. Durante la riunione la dottoressa Pianea ha sottolineato il ruolo nazionale e internazionale del Santa Maria della Scala, “bene unico in tutti i suoi aspetti, straordinario patrimonio culturale, che può e deve essere un grande attrattore del turismo internazionale; al contempo patrimonio civico e identitario della città per la sua capacità dialogica. Ma, anche, museo di se stesso, con la possibilità di offrire una riflessione su tutti gli aspetti della vita attraverso un vissuto che parla alle persone, che racconta la storia della città attivando percorsi narrativi che arrivano a toccare il territorio. E museo archeologico nazionale, unico per dialogo e contesto ambientale; museo dei bambini, per la proposta innovativa già dotata di specifica collezione; Pinacoteca Nazionale, riattivando un percorso tecnico complesso e articolato da fare; Centro esposizioni e luogo per l’arte contemporanea”. Parallelamente, e in modo integrato, come è emerso dall’incontro, vanno stabilite le funzioni altre: come i “servizi aggiuntivi” (bar, ristoranti) a cui dare forma con un’identità riferibile al luogo; Il Centro di conservazione e restauro; le Biblioteche specializzate ad altissimo profilo, lavorando sul grande pubblico per implementare la valorizzazione; la sede di dipartimenti storico-artistici. Il consiglio della Regione è di continuare a lavorare sulla “carta Canali”, elaborare un fattivo master plan con chiara finalità e pensando a lotti. Qualsiasi scelta gestionale dovrà avere garanzie di qualità in termini minimi tecnico-organizzativi in base al codice dei beni culturali, all’atto di indirizzo nazionale sugli standard minimi del 2001, in cui si definisce tutto. È, inoltre, già pronto un testo sui valori minimi di valorizzazione redatto tra Ministero e Regioni, mentre la Toscana ha già un testo unico dei Musei (L.R. 21/2010), in cui si elencano i requisiti indispensabili per il riconoscimento regionale, ma anche i capisaldi imprescindibili: direzione tecnico-scientifica, inventari (catalogo organizzato), attività di ricerca e conservazione sul patrimonio, servizio di mediazione culturale (didattica innovativa per pubblici diversi), indagini di customer satisfaction elaborate da tecnici e personale specializzato, ovvero una pianta organica essenziale.
Per la Pianea “alla base di qualsiasi scelta occorre chiarezza nei ruoli degli enti coinvolti al fine di non realizzare un condominio, ma orchestrando un lavoro svolto con diversi diritti-doveri per un obiettivo comune. Nella scelta della governance va fatta una chiara definizione degli attori per un accordo di valorizzazione. Chiarezza assoluta, rispetto a un piano economico di gestione, condizionato e condizionante la governance. La Regione Toscana – ha proseguito – ha fatto e può fare ancora molto per il Santa Maria della Scala, visto che nelle linee sui grandi attrattori toscani Siena e il Santa Maria sono tra i dieci nuclei forti. Al momento sono in elaborazione i bandi per i nuovi fondi strutturali europei, fondi concreti che, secondo le nuove direttive, non prevedono investimenti per recupero e restauro, bensì finanziamenti per progetti per l’aumento della fruizione, proposte di gestione e fruizione innovativa e incremento misurabile dell’occupazione”.
Il professore Sacco, nel ribadire, “come la ricerca di nuovi modelli di gestione sia una riflessione prioritaria a livello nazionale>>, ha fatto presente che per il Santa Maria occorra <<ragionare in ottica di attrazione di investimenti internazionali, il neo-mecenatismo è molto difficile. Internazionalizzazione e risposta alla domanda forte fatta dai paesi in via di sviluppo sono nella nuova logica imposta da Bruxelles”.