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Ritardi, sporcizia, sovraffollamento, disservizi: la quotidiana odissea del pendolare nel mirino di Pendolaria 2009, la campagna annuale di Legambiente dedicata al trasporto locale. Gran parte di questi ritardi infatti, sono causati dal sovraffollamento delle carrozze che causano l’accumulo di minuti persi ad ogni fermata per permettere il flusso in entrata e in uscita degli utenti.
Questi e molti altri, i dati raccolti nel quarto rapporto Pendolaria di Legambiente – lo studio che fotografa la situazione del trasporto ferroviario regionale e metropolitano in Italia e che vuole dare visibilità ai cittadini utenti del trasporto locale e sostenere una battaglia di civiltà per avere servizi migliori nelle stazioni, maggiori informazioni ai viaggiatori, collegamenti e tariffe che migliorino gli spostamenti quotidiani riducendo il bisogno del mezzo privato – presentato oggi (3 febbraio) a Siena nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana, Fabio Massimo Rossi, Presidente Legambiente Siena, Stefano Maggi, Docente Università di Siena.
La vita del pendolare è piena di disagi. E nonostante qualche piccolo passo avanti compiuto di recente con la firma, in quasi tutte le Regioni, del nuovo Contratto di Servizio e una prima inversione di tendenza nei finanziamenti da parte del Governo per il prossimo triennio il salto di qualità tanto caldeggiato non ci sarà: i nuovi treni annunciati sono infatti solo una piccolissima goccia nel mare delle necessità del servizio pendolare, niente di paragonabile con il “Progetto 1000 treni per i pendolari” lanciato due anni fa e rimasto sulla carta.
Il rischio è che per i pendolari italiani ci sarà solo qualche miglioramento rispetto all’inadeguata situazione esistente, mentre per l’agognato rilancio si dovrà aspettare ancora, almeno fin quando si riuscirà ad invertire le priorità di spesa di Governo e Regioni.
Bisogna chiamare il Governo e le Regioni alle proprie responsabilità per dare certezze agli interventi di miglioramento del servizio. Bisogna dare priorità alle città negli investimenti infrastrutturali e spostare nei nodi urbani la voce maggioritaria della spesa per infrastrutture. Bisogna aumentare l’attenzione alla qualità del servizio dando voce ai cittadini che si muovono in treno e legare le politiche dei trasporti alle scelte urbanistiche nelle aree urbane per condividere e coordinare gli obiettivi. Investire sul trasporto ferroviario pendolare è una ricetta che fa bene alle città, al portafoglio delle famiglie, alla qualità della vita e alla crisi economica.
Per Legambiente una migliore integrazione tra treni a lunga percorrenza e regionali insieme all’utilizzo anche per i treni pendolari delle nuove tratte ferroviarie ad Alta Velocità è la prospettiva su cui lavorare per potenziare il servizio ferroviario in Italia.
"Il treno rappresenta il mezzo di trasporto più legato alle dinamiche del futuro sostenibile in quanto portatore di minore inquinamento e capace di ottime prestazioni per grandi masse di persone – afferma Fabio Massimo Rossi, Presidente Legambiente Siena – in questo senso siamo pienamente allineati e partecipi alle le politiche dell’Unione Europea che indica fra i suoi obbiettivi prioritari la diminuzione auspicabile degli spostamenti individuali e del numero dei veicoli a motore in circolazione. Oltre al potenziamento della linea ferroviaria esistente, oltre le proposte specifiche che verranno esposte dalla nostra associazione, continuiamo a ribadire altresì la necessità della cosiddetta Metropolitana di superficie, vera opera di riqualifica ambientale che sfrutta la presenza dei binari esistenti, capace di ridurre fortemente i flussi veicolari da e per la città prevista negli strumenti urbanistici generali comunali e sovra comunali ma ancora dai contorni non definiti e dall’incerta programmazione esecutiva".
Le ferrovie secondarie percorrono spesso zone di pregio naturalistico, sulle quali il treno può assumere una nuova veste, nell’ambito della promozione del turismo culturale e ambientale; spesso però si trovano in una situazione di abbandono con le stazioni che non hanno più neppure le sale di attesa, e con la difficoltà persino di trovare i biglietti. I treni e i pullman non sono coordinati e manca una qualsiasi promozione dei collegamenti, che potrebbe portare un significativo incremento di utenza, utilizzando almeno due stazioni, Buonconvento e Civitella Paganico, come importanti nodi di scambio da/verso l’Amiata e la Val d’Orcia.
"Il servizio turistico del Treno Natura, che da oltre 10 anni percorre le ferrovie da Siena verso Grosseto, è attualmente il più importante a livello italiano. A parte l’innovazione del Treno Natura, la linea ferroviaria Siena-Grosseto non è stata potenziata negli ultimi anni. La Siena-Grosseto ha ormai una notorietà internazionale e notevoli potenzialità di recupero sia nel traffico turistico sia nei collegamenti diretti Grosseto-Firenze, per i quali garantisce l’itinerario ferroviario più breve: 199 km contro 229 km del percorso via Pisa. Inoltre potrebbe servire per i collegamenti dalla Valdichiana verso il mare. Sono oggi indispensabili alcuni lavori per garantirne la possibilità di rilancio come aumento dei posti d’incrocio per consentire lo scambio dei treni che viaggiano in senso opposto. Occorrono nuovi posti d’incrocio a Murlo e Salceta, Civitella Paganico, Sticciano. Murlo (km 18 da Monte Antico) o Salceta (km 10 da Monte Antico) sono assolutamente indispensabili, vista la lunghezza (27 km) della tratta Monte Antico-Buonconvento tutta a binario unico; riutilizzo della ferrovia da Siena a Monteroni d’Arbia o Buonconvento in funzione di metropolitana di superficie, occorre una nuova gestione locale dei treni, coordinata con quella dei bus e con un’attenzione forte al territorio" E' quanto sostiene lo storico ed esperto di ferrovie Professor Stefano Maggi.
Dai dati del rapporto emerge che la Toscana, a livello nazionale, è tra le prime cinque regioni per maggiore domanda di trasporto pendolare con 260.000 viaggiatori al giorno. nelle regioni a maggiore domanda pendolare troviamo dei dati interessanti, infatti, la Toscana con 118 milioni di euro è tra le regioni che ha investito di più e nei numeri si conferma come una delle regioni più costanti nella politica di sviluppo di trasporto su ferro. Ma nonostante tutto siamo ancora lontani dal modello delle città europeo . Nuovi treni e nuove linee, un unico biglietto integrato, orari facili, stazioni belle e moderne sembrano ancora un sogno lontano per i pendolari.