Bezzini e Barducci le consegneranno al ministro Matteoli
SIENA. Circa 14mila 500 senesi hanno firmato la petizione per dire ‘No’ ad ogni forma di pedaggio sulla Siena – Firenze e sulla Bettolle – Perugia e chiedere con urgenza l’ammodernamento, la messa in sicurezza dell’Autopalio e l’accelerazione dei tempi di completamento della “Due Mari”. La prima fase della mobilitazione lanciata dal Partito democratico ad inizio febbraio, dopo la campagna on line iniziata la scorsa estate nel corso della Festa del Pd, si concluderà con la consegna delle firme al premier Berlusconi ed al Ministro dei trasporti, Altero Matteoli. Firme che saranno consegnate in occasione dell’incontro in programma lunedì 11 aprile, presso il Ministero dei trasporti, tra il Presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, i rappresentanti della Regione Toscana e il ministro Matteoli.
In occasione della consegna delle firme, Il Presidente della Provincia di Siena, avrà modo di ribadire al governo le quattro richieste al centro della petizione: la cancellazione definitiva del pedaggio su entrambe le strade; il rimborso di chi ha pagato il pedaggio preventivo nel mese di luglio; l’ammodernamento e la messa in sicurezza dell’Autopalio e il completamento di tutto il tracciato della Due Mari, compreso il tratto Siena – Grosseto, entro i tempi stabiliti.
“Il grande successo della petizione – afferma Elisa Meloni, segretario provinciale del Partito democratico senese – dimostra ancora una volta quanto i senesi siano contrari al pedaggio e quanto invece chiedano con forza al governo di trovare le risorse necessarie per l’ammodernamento e la messa in sicurezza della Siena – Firenze. Le quasi 15mila firme raccolte, poi, sono una richiesta inequivocabile di cancellare ogni gabella sulla Bettolle – Perugia e un’accelerazione dei lavori per il completamento della Due Mari. La nostra provincia ha bisogno di infrastrutture più moderne e sicure sia per la mobilità, che per lo sviluppo economico del territorio. Abbiamo grandi prospettive di sviluppo, ma senza strade adeguate e collegamenti ferroviari veloci rischiamo di diventare un territorio poco attrattivo sia dal punto di visto imprenditoriale che turistico. La nostra mobilitazione, comunque, non si ferma qui. E dai prossimi giorni insedieremo un tavolo nel quale coinvolgere le tante energie che si sono mobilitate in questo periodo dalla forze sociali a quelle sindacali alle categorie economiche ale forze politiche , al fine di ribadire il nostro no ma anche per l’ammodernamento infrastrutturale nel nostro territorio in un momento in cui le risorse scarseggiano”.
“Il tema del pedaggio sull’Autopalio – afferma Fabio Panci, dell’esecutivo provinciale del Pd – ha fatto breccia tra i cittadini senesi. Del resto la Siena – Firenze è una direttrice di importanza strategica per i collegamenti della Toscana meridionale e il balzello che il Governo vuole imporre dal prossimo primo di maggio è un’ingiustizia talmente palese che la mobilitazione, lanciata dal Pd, si è rafforzata giorno dopo giorno quasi spontaneamente raccogliendo un gran numero di firme e riuscendo ad unire senesi e fiorentini, in nome di una battaglia di civiltà. La richiesta di completamento della Due Mari, del rimborso di chi ha pagato il pedaggio nei mesi scorsi, l’ammodernamento della rete ferroviaria, poi, sono altri temi per cui abbiamo raccolto una grande sensibilità fra i toscani, che non ci stanno a piegarsi ad un governo debole e incerto, che fa la voce grossa solo per convenienze politiche e danneggiando regioni che considera “scomode” come la Toscana. Per tutti questi motivi andremo avanti nella protesta, ma soprattutto nella proposta di rilanciare una mobilità adeguata alle prospettive della nostra Regione e dei nostri territori”.
UNA BATTAGLIA CHE VA AVANTI
Dopo la consegna delle firme al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e al Ministro dei trasporti, Altero Matteoli lunedì 11 aprile, la mobilitazione per dire ‘No’ al Pedaggio sulla Siena – Firenze, proseguirà anche nelle prossime settimane, con iniziative pubbliche ed eventi sul tema della mobilità in Toscana e, in particolare, in Provincia di Siena e il tavolo con tutte le forze sociali.
I contenuti della petizione. Tre punti che contestualizzano la situazione della mobilità in provincia di Siena e tre precise richieste per il governo. E’ articolata così la petizione popolare che si troveranno davanti i cittadini che vogliano, con la loro, firma dare un segnale chiaro all’esecutivo. “La Provincia di Siena – si legge nella petizione – ha un modello di sviluppo diffuso su tutto il territorio, a fronte di una rete stradale e ferroviaria inadeguata a collegarci con infrastrutture portanti, quali alta velocità e autostrade. I raccordi autostradali Siena – Firenze e Bettolle – Perugia costituiscono dunque l’unica via per accedere ai collegamenti nazionali. Per questo l’utilizzo dei raccordi garantisce un collegamento rapido tra Comuni della stessa provincia indirizzando il traffico fuori dalle città e dai paesi situati su antiche strade locali, come la Cassia e la Chiantigiana, riducendo l’impatto che tale traffico avrebbe sulla salute dei cittadini e sull’ambiente”.
La richiesta al governo. Ogni cittadino che ha deciso di firmare la petizione, chiede al governo: “Di rinunciare all’imposizione del pedaggio sulla Siena – Firenze e sulla Bettolle – Perugia. Questo – si legge ancora nell’appello – andrebbe a scaricarsi sui bilanci delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese già messi a dura prova dalla crisi senza alcun beneficio per i cittadini. Al governo chiediamo, inoltre, di procedere all’adeguamento del raccordo autostradale Siena – Firenze per assicurare alle province di Siena e Firenze una mobilità sicura, fluida e funzionale e di completare, entro i tempi stabiliti, tutto il tracciato della Due Mari”.
Tavolo di concertazione Il Pd sarà al fianco delle Province di Siena e Firenze che, insieme ai sindacati, alle associazioni di categoria, e naturalmente ai cittadini, faranno sentire le buone ragioni del nostro territorio, anche attraverso l’apertura di un tavolo di concertazione con le forze sociali.