La direzione del Pd di Siena ha approvato un documento sulla situazione nazionale e locale del Partito e del Paese
Da Renzi un programma ispirato a equità e giustizia sociale “Il programma del nuovo governo – si legge nel documento – dovrà ispirarsi a equità e giustizia sociale per puntare tutto su quelle riforme radicali che possano ridare slancio all’Italia e favorire la crescita con la nascita di nuove imprese e occasioni di lavoro. Il governo di Matteo Renzi può anche essere l’occasione, con il semestre di presidenza italiana della Unione Europea, per cambiare quelle politiche neoliberiste che hanno accentuato la recessione. Il senso dell’urgenza è molto alto perché ad alimentare la crescente insofferenza civile e sociale ci sono l’aumento della povertà, il peggioramento delle condizioni di vita degli italiani, l’imperdonabile ritardo con il quale la politica affronta le riforme cruciali per il paese, come la riforma elettorale e quella istituzionale. Le priorità lanciate da Renzi potrebbero essere quelle giuste, ma è proprio su lavoro, fisco, lotta alla burocrazia che si potrà valutare il segno che vorrà dare al suo governo. Il Pd, che è nato nel 2007 proprio per sbloccare la crisi italiana, è stato trascinato in un nuovo e difficile passaggio in cui coincidono il destino del paese, del partito e del suo leader. Oggi Ia fragile democrazia italiana corre molti rischi perché alle insidie di una destra populista che ha già fallito alla guida del paese, si aggiunge il rischio di una deriva ribellista ed antiparlamentare”.
L’elezione di Dario Parrini è un’opportunità per il partito “L’elezione unitaria del nuovo segretario del Pd della Toscana – continua il documento – può rappresentare un’opportunità per praticare una vera innovazione, ritrovare e rinnovare il radicamento territoriale del partito, dare credibilità e coerenza a quel forte rinnovamento che era invocato dal messaggio di Renzi alle primarie. Quella speranza che ha portato tanti elettori a votare e che oggi trova forti resistenze nei territori con gruppi dirigenti che si oppongono al cambiamento, che privilegiano la tattica all’elaborazione sui contenuti, la cooptazione su basi amicali alla selezione progettuale. È questo tipo di partito che va cambiato in profondità perché trasforma la ricchezza, irrinunciabile, della diversità delle culture politiche in ‘sclerosi correntizia’ e genera aggregati trasversali agli schieramenti congressuali che stanno insieme solo per la ricerca degli incarichi”.