SIENA. Siena vive un momento in cui giornalmente deve affrontare cambiamenti e riforme. Evoluzioni e novità che stentano ad entrare nei nostri cuori. Eventi che, reduci dal grande benessere che ci ha ricoperto di serenità per lungo tempo, ci mettono in difficoltà per scarsa capacità di accettare che tale benessere sia finito.
Senza entrare nel merito della gestione, che non ci compete, dobbiamo renderci conto che molte realtà oggi sono messe a dura prova anche perchè fino a ieri hanno vissuto in una situazione che consentiva di ammortizzare le spese, anche a consuntivo, e indipendentemente dai ricavi. Invece il momento storico è profondamente mutato con la conseguenza che ogni realtà deve adeguarsi alla nuova fase; fase in cui anche gli Enti devono lavorare nell’ottica della ottimizzazione di costi e ricavi, e nell’uso di fondi centellinati con oculatezza.
Oggi dobbiamo affrontare il tema del futuro dell’Ente Enoteca Italiana, che va visto non solo come una risorsa importantissima per il territorio, ma anche come un marchio riconosciuto a livello mondiale, un brand italiano da difendere e mantenere, legato al nostro territorio da dove proviene, senza perdere di vista l’obiettivo per cui è stato creato. Mantenere lo scopo ed il marchio strategico, storicamente identificato.
Il progetto già prospettato dall’Amministrazione Comunale e dagli altri Enti territoriali della creazione di uno spazio dedicato alla cultura agroalimentare del nostro territorio si sposa benissimo sia con la politica in essere di rivalorizzazione della Fortezza Medicea che con il rilancio della Enoteca Italiana, nella quale anche il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali deve tornare a credere con forza, così come ha già dimostrato di voler fare concretamente la Regione Toscana. Nel piano di ristrutturazione predisposto già all’epoca del commissariamento della Enoteca, di cui ci si aspetta la piena realizzazione da parte di chi ha la responsabilità gestionale, è prevista l’ottimizzazione, anche in termini di costi, dell’utilizzo dei locali oggi occupati dalla stessa, con un ampliamento dei settori in cui potrà operare l’Ente, mediante l’inclusione di altri prodotti e produttori e partner anche oltre a quelli vitivinicoli già membri della Enoteca. La creazione della “Città dei sapori senesi”, è un progetto ambizioso ma concretizzabile, cosi come indicato e prospettato dagli Enti fondatori della Enoteca Italiana se ad esso seguirà un’azione fattiva da parte di chi è chiamato ad amministrare l’Ente Vini, coinvolgendo produttori del nostro territorio che sicuramente troveranno giovamento nell’utilizzare il marchio Enoteca Italiana per promuovere i propri prodotti (in Italia ed all’Estero).
La sfida è quella di concretizzare in un unico progetto, due obiettivi primari per il futuro di Siena. L’utilizzo degli spazi della Fortezza Medicea, riappropriandoci del territorio storicamente caro alla città, e nel contempo, dando una occasione all’Enoteca Italiana per riprendere la sua attività istituzionale, tornando ad essere un riferimento internazionale del made in Italy. Un luogo, la fortezza, che potrebbe immaginarsi sintesi del legame spaziale tra la città e la dimensione rurale e vasta del territorio, il luogo in cui i progetti delle “Terre di Siena” si rappropriano di una sintesi e di un coordinamento delle differenti e intense esperienze di questi anni (Mercatali, Strade dei sapori e le diverse esperienze locali di valorizzazione della filiera corta).
Una occasione che non può essere mancata è quella dell’Expo 2015, iniziativa incentrata sui settori tanto cari alla nostra economia come l’agroalimentare ed il vitivinicolo. Che questa sia una opportunità da non sprecare. Dobbiamo essere pronti a cogliere l’impulso che questa vetrina mondiale ci porterà, senza esitare.
(Esecutivo Unione Comunale PD)