Cosa dice l'assessore Minuti sulle opere che finiranno di devastare il fondovalle della stazione

di Umberto De Santis
SIENA. Non si fa in tempo a scrivere qualcosa su un argomento delicato e di attualità come la conservazione dello stato delle mura di Siena, che subito la realtà quotidiana spinge sull’ acceleratore dei commenti alle novità.
La prima novità è l’ alluvione che ha colpito il Veneto, in una maniera tragica e incomprensibile per una terra che da sempre ha avuto da governare la natura ribelle delle acque (mentre noi si cercava invano la Diana…). Quando, con malcelata soddisfazione, un neo-presidente della Regione come Zaia rilasciò a “Il Giornale” un’intervista in cui affermava – a proposito del nucleare – “difficilmente, dalla mia esperienza, ci vedo uno spazio adatto all’insediamento di questo genere: sorvolando il nostro territorio dall’alto sembra Los Angeles – azzarda il paragone -, non so se al centro di Los Angeles qualcuno abbia mai pensato di metterci un impianto nucleare”; sottointendeva involontariamente che negli ultimi 15 anni la devastazione della terra con la costruzione di milioni di metri cubi di appartamenti e capannoni industriali era arrivata a limiti intollerabili.
Mentre quei disfattisti dei metereologi ci fanno sapere che le piogge sono nella media del periodo, per cui non è colpa del tempo cattivo, Zaia non pensava che a pagarne il conto toccasse proprio a lui! E ciò mi fa sperare che la Tressa non dia mai di fuori…
La seconda novità riguarda le affermazioni fatte dall’assessore all’ urbanistica Fabio Minuti di Siena, a proposito delle nuove opere che finiranno di devastare il fondovalle della stazione, in pri



“Si tratta di un’area, un tempo di proprietà delle Ferrovie, la cui destinazione è fissata dal precedente piano regolatore, risalente agli anni ’90, che noi abbiamo solo portato a termine”
mis la nuova sede della Provincia. L’ ente è destinato a scomparire, lo sappiamo tutti, visto il costo mirabolante di gestione delle poltrone politiche che il Paese non è più in grado di sostenere (sempre che ne sia stato capace). Ma il palazzo si fa lo stesso, qualcos’altro si troverà da ospitare.
Il pezzo forte della notizia è che la viabilità di Viale Sardegna rimarrà quella attuale. Cioè : in una strada intasata per diverse ore della giornata già ora, si aggiungeranno le auto dei 210 dipendenti trasferiti dal Duomo, dei cittadini, delle autorità e udite udite! senza realizzare nuovi parcheggi, perchè l’edificio prevede un parcheggio interno con 130 posti auto, quindi già largamente insufficiente, secondo il conforto della matematica. In breve si aggiungeranno 60 appartamenti privati e la nuova sede della Questura, in linea sulla stessa strada. Temiamo che le lezioni di Via Caduti di Vicobello, con la costruzione di palazzi senza aver realizzato “PRIMA” la rete viaria così da generare questo Ecomostro (mi perdonino i residenti nei palazzi, che hanno l’unica colpa di desiderare una abitazione, ma gli edifici rimarranno tali fino alla realizzazione della rete stradale opportuna), che sovrasta Viale Sclavo e ne distrugge la mobilità cittadina, come la lezione dell’ area commerciale di Via Massetana Romana, che è solo un insieme di realizzazioni speculative di proprietari di capannoni per massimizzare il profitto, senza alcun costrutto logico e urbanistico, così che per fare qualche centinaio di metri tra il primo e l’ ultimo dei “capannoni” realizzati si debano fare chilometri in automobile in file da città metropolitana, non saranno servite a nulla.
Il presupposto formale ed ideale dell’ assessore Minuti è “Si tratta di un’area, un tempo di proprietà delle Ferrovie poi ceduta, la cui destinazione è fissata dal precedente piano regolatore (Secchi), risalente agli anni ’90, che noi abbiamo solo portato a termine”.
L’ idea che il piano regolatore degli anni ’90 possa essere superato o possa essere inefficace, se non addirittura sbagliato, non gli passa proprio per la testa. Forse è per questo che la palestra Mattioli, inaugurata di recente, non può essere omologata per ospitare manifestazioni sportive, nemmeno quelle che può organizzare la scuola Mattioli e le associazioni sportive potranno solo allenarvisi. Le misure sono sbagliate, ma a chi importa, il progetto era dei primi anni ’90!