di Alessandra Siotto
SIENA. Grande partecipazione di pubblico all'incontro 'Ma che razza di parole usi?', che si è svolto oggi pomeriggio (12 gennaio) presso il Circolo Arci di Fontebecci. All'appuntamento, promosso dal Comitato Provinciale dell'Arci di Siena con il patrocinio dell'amministrazione provinciale, hanno partecipato Dario Vergassola, Moni Ovadia e Stefano Neri, moderati da Stefano Bisi. Presente quasi in toto il Gotha del PD senese. Tra le battute dell'istrionico Vergassola, è stato affrontato il tema del linguaggio usato dalla stampa quando si parla di stranieri.
“Questo incontro – ha spiegato la presidente Serenella Pallecchi, – è il primo appuntamento di un calendario di eventi, che fanno parte della campagna 2009 del Comitato Provinciale dell'Arci di Siena contro ogni forma di razzismo o intolleranza, non solo verso gli stranieri”.
Stefano Neri, vice presidente di “Informazione senza frontiere”, ha aperto il dibattito sottolineando che “i giornali sul linguaggio verso gli stranieri sbagliano sempre, ad esempio già il termine 'badante' è sbagliato, perché se fosse italiana si chiamerebbe collaboratrice domestica”. Secondo Moni Ovadia “la stampa ha bisogno di titoli che attirino l'attenzione; purtroppo a livello della grande massa l'attenzione è veicolata dalle cose brutte, basti pensare che quando c'è un incidente stradale si creano le code perché la gente rallenta per vedere il sangue”. “Questa sorta di esorcismo – ha proseguito Ovadia – è insita nell'uomo e la stampa gioca su questo. Il problema c'è quando viene isolato un qualcosa per dargli valore generale: questo è uno dei modi in cui si manipola l'informazione e per me si fa una porcheria”.
Il giornalista Roberto Natale, che non ha potuto partecipare all'evento, è intervenuto telefonicamente per parlare della Carta di Roma “il documento, varato alcuni mesi fa, che spiega come l'informazione dovrebbe parlare di certi argomenti”. “Chiediamo ai giornalisti italiani – ha spiegato Natale – quando si parla di argomenti così delicati, di non praticare il consueto sensazionalismo né la distorsione, bensì di usare lo stesso metro di misura, perché uno stupro è un crimine orribile, indipendentemente da chi siano la vittima e l'aggressore”. “La Carta di Roma – ha aggiunto Stefano Neri – è nata a seguito del comportamento tenuto dalla stampa in occasione di alcuni fatti di cronaca; in particolare all'indomani della strage di Erba un quotidiano titolò : 'Immigrato tunisino stermina la famiglia'. Alla fine del dibattito che si aprì in quel periodo, nacque la Carta, un codice deontologico che è un punto di partenza, ma ha anche dei limiti. Infatti tutto è ancora affidato al buonsenso dei giornalisti”.
“In Italia – ha detto Ovadia – abbiamo un'informazione non europea: abbiamo un'informazione ponderata sugli interessi dei vari gruppi al potere. Non posso accusare i singoli giornalisti, perché se non pubblichi certe cose non trovi l'editore. La verità vera è pericolosa, basti pensare alla Politkovskaja… Il linguaggio a un certo punto o si censura o viene censurato”. “Immaginate – ha aggiunto l'artista – la Gabanelli, invece che su Rai 3 in prima e seconda serata, al TG delle 20… Non ce la faranno andare mai… Ma il nostro compito è creare una cultura dell'informazione, non accontentarsi mai di una sola fonte e andare a leggere anche altri saggi e libri di approfondimento”.
Durante le due ore trascorse, gli ospiti non hanno affrontato solo il tema del linguaggio. Vergassola ha sottolineato che “le case del popolo e i circoli Arci, come questo che ci ospita, sono le vere cellule di sopravvivenza della politica ed è qui che bisognerebbe farla; da qui bisognerebbe ribaltare la piramide: se alla base ci sono case del popolo e circoli Arci e al vertice ci stanno i quadri alti della politica, questa piramide va rovesciata”. Il comico ligure non ha mancato di fare battute sui membri del governo, da Calderoli alla Carfagna, passando per il premier Berlusconi, ma senza risparmiare il Partito Democratico. Mentre Moni Ovadia ha ricordato alcuni eventi della storia mondiale contemporanea, come l'11 settembre, soffermandosi soprattutto sul conflitto israelo-palestinese, anche in relazione all'attuale situazione a Gaza.
Il pubblico, davvero numeroso e variopinto, ha seguito attento, spesso anche intervenendo dalla platea; non sono mancate alcune contestazioni al moderatore. In particolare la discussione è stata per un attimo interrotta da un contestatore, munito di cartello che accusava l'informazione senese di essere 'imbavagliata dalla massoneria'.