SIENA. La mastodontica operazione antimafia denominata Perseo – quella che questa notte ha portato all'arresto di oltre 90 persone tra capi clan, e "seconde linee" di "Cosa Nostra" – ha coinvolto anche Siena.
Nelle prime ore della mattina (16 dicembre), i militari del Comando provinciale dei carabinieri di Siena, congiuntamente ai colleghi arrivati da Palermo, hanno arrestato A.M., 36enne palermitano, accusato di essere affiliato alla cosca mafiosa che, nel disegno del boss Matteo Messina Denaro, si stava riformando.
L'uomo, che era giunto a Siena da una quindicina di giorni, si trovava ospite a casa della sorella a Monteroni d'Arbia. Per sbarcare il lunario vendeva agrumi siciliani con il suo Ape sulla Cassia. Non aveva portato con sè la famiglia in questo temporaneo traferimento: la moglie con i due figli erano rimasti in Sicilia.
Il suo ruolo, all'interno della nuova organizzazione mafiosa pare non essere di particolare rilievo: si tratterebbe infatti, di un gregario, ovvero di un rappresentante della bassa manovalanza. Uno di quelli che vanno a ritirare il pizzo o che vanno a minacciare i "restii".
Non si conoscono le ragioni che hanno condotto A.M. a trasferirsi nel senese. Improbabile che la ragione fosse quella di nascondersi alla giustizia, dal momento che gli investigatori sarebbero subito arrivati al domicilio della sorella. Forse si è trattato di un allontanamento per "far calmare le acque".
L'uomo è stato portato nel carcere di Santo Spirito in attesa di essere trasferito in Sicilia.