Due guardie giurate presidiano l'entrata

di Marco Norcini
SIENA. Ingresso vietato agli estranei e in particolare ai giornalisti. A presidiare l’entrata della residenza studentesca il Porrione, dalla mattinata di ieri, ci sono due guardie giurate. L’ordine impartito dalla Fondazione Mps è tassativo: lasciare liberi gli studenti di entrare e di darsi il cambio, ma evitare il peggio, ovvero che le famiglie che hanno fatto richiesta di usufruire dei locali della residenza sociale possano entrare e mettere in imbarazzo Palazzo Sansedoni, e magari acquisire qualche diritto.
La Fondazione in questi giorni sta vivendo, infatti, giorni di preoccupazione, dopo che il 15 novembre gli studenti di Link Siena hanno occupato la residenza universitaria, ormai svuotata di arredi e persone. Tutti quanti sono stati tresferiti durante l’estate nella nuova struttura di Uopini, mentre le 50 camere di via del Porrione, a fine mese potrebbero costituire un facile elemento di realizzo per la Fondazione.
L’attesa è tutta rivolta a stasera (23 novembre), quando, in un incontro pubblico, alle18, gli studenti presenteranno alla cittadinanza le famiglie che hanno fatto richiesta di poter essere ospitate nella residenza. Il progetto, infatti, come illustra Mario Dimonte, portavoce di Link Siena, è quello di trasformare la struttura in un Social housing per famiglie o persone che si trovano in gravi difficoltà economiche: disoccupati, sftattati per morosità incolpevole e cassintegrati.
“Qualcuno si sta preoccupando un po’ di più – spiega Dimonte -. Lo abbiamo visto quando hanno mandato le guardie giurate alla porta e dalle telefonate della Digos, che già dai giorni scorsi hanno iniziato a chiamarci al cellullare per chiederci informazioni sulle nostre intenzioni. Loro come forza pubblica ci hanno detto che non possono intervenire, finquando non ricevono l’ordine di farci sgomberare, ma speriamo che questo non sia necessario”.
Lunedì comunque ci sarà un tavolo delle trattative in Comune, con l’assessore all’abitare per trovare una soluzione politica alla vicenda.
“Uno dei pericoli – aggiunge Di Monte – che la Fondazione, in vena di realizzi, possa ottenere dal Comune il cambio di destinazione d’uso della struttura, liberandola dai vincoli di finalità sociale che ad oggi legano la residenza Il Porrione. Il colpo di mano era stato già tentato in passato, ma senza esito”.
Sarebbe davvero un boccone da ghiotti per gli immobiliaristi che sperano in una vendita dello stabile da parte della Fondazione. D’altra parte, Siena è già avvezza a questo tipo di pratiche immobiliari, infatti, questa storia sembra un film già visto. Forse qualcuno si è già dimenticato della vicenda del convitto Santa Teresa e delle vicissitudini che lo hanno accompagnato?
La Fondazione in questi giorni sta vivendo, infatti, giorni di preoccupazione, dopo che il 15 novembre gli studenti di Link Siena hanno occupato la residenza universitaria, ormai svuotata di arredi e persone. Tutti quanti sono stati tresferiti durante l’estate nella nuova struttura di Uopini, mentre le 50 camere di via del Porrione, a fine mese potrebbero costituire un facile elemento di realizzo per la Fondazione.
L’attesa è tutta rivolta a stasera (23 novembre), quando, in un incontro pubblico, alle18, gli studenti presenteranno alla cittadinanza le famiglie che hanno fatto richiesta di poter essere ospitate nella residenza. Il progetto, infatti, come illustra Mario Dimonte, portavoce di Link Siena, è quello di trasformare la struttura in un Social housing per famiglie o persone che si trovano in gravi difficoltà economiche: disoccupati, sftattati per morosità incolpevole e cassintegrati.
“Qualcuno si sta preoccupando un po’ di più – spiega Dimonte -. Lo abbiamo visto quando hanno mandato le guardie giurate alla porta e dalle telefonate della Digos, che già dai giorni scorsi hanno iniziato a chiamarci al cellullare per chiederci informazioni sulle nostre intenzioni. Loro come forza pubblica ci hanno detto che non possono intervenire, finquando non ricevono l’ordine di farci sgomberare, ma speriamo che questo non sia necessario”.
Lunedì comunque ci sarà un tavolo delle trattative in Comune, con l’assessore all’abitare per trovare una soluzione politica alla vicenda.
“Uno dei pericoli – aggiunge Di Monte – che la Fondazione, in vena di realizzi, possa ottenere dal Comune il cambio di destinazione d’uso della struttura, liberandola dai vincoli di finalità sociale che ad oggi legano la residenza Il Porrione. Il colpo di mano era stato già tentato in passato, ma senza esito”.
Sarebbe davvero un boccone da ghiotti per gli immobiliaristi che sperano in una vendita dello stabile da parte della Fondazione. D’altra parte, Siena è già avvezza a questo tipo di pratiche immobiliari, infatti, questa storia sembra un film già visto. Forse qualcuno si è già dimenticato della vicenda del convitto Santa Teresa e delle vicissitudini che lo hanno accompagnato?