“Il testo approvato – continua Logi – dimostra come l’attività venatoria, se governata con intelligenza e razionalità, possa diventare una componente importante per il governo del territorio. Il ‘caso’ toscano è un esempio di come, su questa materia, sia possibile costruire convergenze senza alimentare, come è avvenuto e sta avvenendo a livello nazionale, contrapposizioni ideologiche e un totale immobilismo.
Ecco le misure contenute nella Legge che regoleranno l’attività venatoria in Toscana
“Un preciso ruolo di indirizzo della Regione – prosegue Logi – nella gestione del territorio superando divisioni e competizioni; maggiore salvaguardia delle colture agricole grazie anche a più controlli sugli ungulati all’interno delle aree protette; costruzione di nuovi organi consultivi tra gli Ambiti territoriali di caccia, le Province e le categorie per migliorare e stabilizzare il dialogo fra le varie parti sono solo alcune delle importanti misure contenute nella Legge. Altri punti positivi del testo sono: l’introduzione di regole molto più stringenti per il ruolo e il funzionamento delle Aziende faunistico venatorie, che dovranno concorrere alla produzione di selvaggina e all’accrescimento della biodiversità; una nuova regolamentazione per la mobilità, che aumenta la possibilità di spostamento dei cacciatori pur nel rispetto del territorio; il sostegno del ruolo del volontariato con misure che aiutano la prestazione d’opera e la qualificazione della vigilanza del territorio, formando agenti più preparati alla gestione faunistica”.
La soddisfazione dell’Arci Caccia Toscana
“Il raggiungimento di questo traguardo – conclude Logi – apre la fase, forse ancora più decisiva, dell’adozione dei regolamenti applicativi della Legge che saranno affidati al nuovo Consiglio e alla nuova Giunta Regionale. L’Arci Caccia seguirà da vicino il percorso di costruzione di questi strumenti operativi, ottenuti i quali la Toscana potrà dirsi all’avanguardia ed essere realmente un riferimento avanzato per l’intera esperienza nazionale.