SIENA. Finalmente un libro completo sull’Influenza H1N1. Se ne legge e se parla ovunque.
Pur cercando di evitare la psicosi, i media fungono da cassa di risonanza ad un virus che da mesi semina il panico nel mondo.
Adesso nelle librerie approda una pubblicazione di Terre di Mezzo, scritto nell’ambito di un progetto che si chiama Watchdog, (il "cane da guardia’" di tradizione anglosassone che cerca i nessi tra fatti e responsabilità).
Nuova Influenza, appena uscito a firma di un team composto da 5 giornalisti e un medico, apre gli occhi non solo sul virus ma, in modo puntuale e senza peli sulla lingua, sull’attualissimo, discusso tema del vaccino.
Miriam Giovanzana, Andrea Semplici, Lorenzo Guadagnucci, Lucia Zambelli, Silvia Ognibene ed Ernesto Burgio, in un libro che verrà presentato a Firenze presso l’Arci dell’Isolotto domenica 15 novembre (la scorsa settimana a un importante convegno medico di Salsomaggiore), scavano a fondo sia su timori e realtà dell’influenza A, che sui sintomi, sulle precauzioni, sulla vaccinazione di massa, i suoi rischi e gli interessi in gioco di quello che nel libro si descrive come ‘’il mercato dell’ansia’’.
Miriam Giovanzana, in una ottima introduzione, ci spiega le tre influenze più complesse questi anni. L’escalation del virus della febbre suina, da quando è stato scoperto nel ‘paziente 0’ in Messico – un giovane contagiato da un suino di allevamento ammalato nell’aprile 2009 – è stata molto rapida, e l’11 giugno l’OMS ha proclamato la fase 6, ossia quella di pandemia conclamata. La prima volta che accade in 30 anni. Dopo la Sars e l’aviaria, questo è la terza allerta in pochi anni. E il più grave. Di Sars si sono ammalate 8000 persone e molti sono morti, poi è scomparsa, come a volte i virus fanno. L’aviaria viene isolata nel 1997 come H5N1, e quando passa dagli uccelli all’uomo, ha una mortalità del 50%. Di normale sindrome influenzale nel mondo ogni anno muoiono 600 mila persone. E ogni anno c’è un nuovo virus influenzale per cui si deve preparare un vaccino ogni volta diverso. Ma il vaccino influenzale è un vaccino ‘debole’, ci spiega Giovanzana: funziona nel 70% dei casi. Per renderlo più efficace si usa un adiuvante, come ha fatto la Novartis di Rosia con il vaccino per l’H1N1.
Ma il virus cambia continuamente, e un vaccino potrebbe non essere un rimedio efficace.
Insomma, rimane il dubbio per ora: vaccinarsi o no? E quali rischi presenta il vaccino?
Sono 4 i colossi della chimica al mondo che producono a ciclo continuo i vaccini, Novartis, Sanofi, Glaxo e Baxter. Il Focetria, il vaccino prodotto dalla Novartis a Siena, il primo ad essere usato in Italia, è stato autorizzato il 30 settembre dall’Agenzia Europea del Farmaco, Emea.
L’autrice di questa introduzione legge e riporta il testo dell’autorizzazione. "Ecco quello che si legge, tra l’altro, nel foglio illustrativo. "L’autorizzazione di Focetria è stata rilasciata in ‘circostanze eccezionali’ e specifica: ‘Il paragrafo ‘Informazioni cliniche’ sarà aggiornato man mano che si renderanno disponibili ulteriori dati. Non vi è al momento alcuna esperienza clinica con Focetria (N1N1) in adulti, compresi anziani, bambini e adolescenti"…"Tra coloro per cui non è raccomandata la vaccinazione ci sono i bambini inferiori ai sei mesi’".
Inoltre, come spiega l’autrice, non si sa se vaccinare con doppia somministrazione o senza ‘richiamo’. "Nel foglio illustrativo del Focetria le indicazioni – scrive Giovanzana- sono chiare e non lasciano margini: ‘Una dose a una data prescelta e una seconda dose fopo un intervallo di almeno 3 settimane’. In Italia il Ministero della Sanità si adegua e dà indicazioni in questo senso. Ma allora perchè Novartis (eppure sono degli scienziati) con i suoi alti vertici ribadisce più volte il concetto: basta una dose? Perchè teme di non fare in tempo a produrre abbastanza vaccino?’’, si chiede l’autrice dell’introduzione.
Andrea Semplici, in Nascita, vita, morte e miracoli di un vaccino (anzi due), ripercorre la storia della Sclavo, ‘’una grande storia scientifica ed economica, quella della Sclavo. Storia esemplare di una provincia orgogliosa di se stessa.’’, appunta Semplici. Ricordando la crisi degli anni Settanta e Ottanta e poi lo sviluppo di Novartis. E incontra tutti coloro che girano intorno alla nascita dei vaccini, iniziando dal direttore dei laboratori di Epidemiologia molecolare dell’Università di Siena Emanuele Montomoli, dal cui laboratorio escono i certificati per i vaccini prodotti dalle industrie per autorizzare o meno l’uso di un vaccino. Sono solo altri due in Europa i luoghi come questo, uno a Londra e uno a Berlino. Visita l’istituto di Macrobiologia di Careggi e ripercorre l’iter di un vaccino influenzale fin sui tavoli londinesi dell’Emea, che stranamente dipende, come sottolinea Semplici, non dal Dipartimento della Salute Pubblica come in USA, ma dal Direttorato generale dell’Industria. Semplici racconta, appunto, la corsa per il vaccino contro una pandemia ‘annunciata’ e prevista dagli scienziati, descrivendo il ‘’mercato dell’ansia’’. Una corsa vinta dai cinesi della Sinovac che il 21 settembre vaccina 10 mila studenti. Poi arrivano Novartis e Glaxo, con vaccini approvati in soli 4 giorni grazie alla procedura ‘accelerata’ varata dall’Emea nel 2003 (ma l’Emea, in cambio, chiede alle due aziende novemila test clinici da fare …in seguito, ricorda Semplici).
L’autore va alle origini del business vaccini ricordando che anche per i produttori di polli si tratta di un imponente affare: 150 mila uova fecondate arrivano a Rosia ogni giorno a fine estate 2009 per la coltura del vaccino. Oltre 604.000 uova alla settimana partono da Faenza per Rosia. Semplici ha provato senza successo a visitare la Novartis, ma è riuscito ad avere domande e risposte scritte da Rino Rappuoli, responsabile scientifico divisione vaccini della ditta. Il numero di persone che lavorano qui è 1600, ma di recente sono passati a 2000 con i nuovi precari.
Poi, il lungo capitolo che Semplici dedica all’adiuvante MF59. All’autore, Rino Rappuli ha detto che ‘’i vaccini adiuvati aumentano ed ampliano lo spettro della risposta immunitaria. L’MF59 induce anche una reattività crociata contro una vasta gamma di ceppi non contenuti nel vaccino per l’influenza. Ha mostrato la capacità di stimolare una forte memoria immunitaria e risposte anticorporali elevate e persistenti’’.
Ma proprio in questa parte del libro vengono fuori contraddizioni e discordanze, ad esempio, sul numero dei test effettuati per capire l’effetto dell’adiuvante e sui commenti. L’università di Leicester lo testa e pubblica sul New England Journal of Medicine : ‘’Il vaccino ha mostrato una forte risposta immunitaria’’. ‘’Un vaccino influenzale da solo ‘’ha spiegato allora ai giornali Rappuoli ‘’ha un’efficacia sugli anziani che può variare dal 30 al 60 %’’, riporta Semplici. ‘’come dire : avere la certezza dell’efficacia di un vaccino non è come indovinare un terno a lotto, ma poco ci manca. ‘’Con l’adiuvante invece , secondo Novartis il vaccino si è rivelato funionante nel 90% dei casi’’. ‘’…nelle sperimentazioni di Leicester , si scrive, il vaccino adiuvato ha dimostrato ‘’una buona tollerabilità’’ ‘’.L’ MF59 ha dimostrato un buon profilo di sicurezza e ha dato prova di essere ben tollerato da bambini, adulti e anziani ‘’… I ricercatori di Leicester sono più precisi; il 70% dei volontari ha avuto dolori locali (indolenzimento del punto del braccio in cui è stata fatta l’iniezione) , il 42% , invece, ha provato dolori muscolari. Febbre a 38 gradi per due pazienti’’, scrive ancora Andrea Semplici. E nel lungo termine ovviamente non si sa niente. Nel libro Semplici, tra le altre cose, riporta l’intervista con Luisella Grandori, referente per i vaccini dell’Associazione Culturale pediatri (www.acp.it) .
‘’In letteratura abbiamo ricerche che non danno nessuna garanzia sugli effetti di lungo periodo all’impiego degli adiuvanti. E’ saggio non fidarsi: l’adiuvante consente di moltiplicare i fatturati di un’industria , permette di usare meno antigene per un singolo vaccino e quindi di poter vendere molti più vaccini. Troppo pesanti, per essere ignorate o sottovalutate, le pressioni economiche che vengono fatte su biologi e medici’’.
E, con parti sull’efficacia reale del vaccino, sulla segretezza del contratto tra il governo italiano e la Novartis, sui fatturati, sulla quantità delle dosi prodotte, sulla trasparenza di tutto il processo, e anche passaggi sul vero rischio di questo nuovo virus, ossia che si incroci con quello dell’influenza aviaria, questo libro di Terre di Mezzo, in libreria dal 18/11, presenta molti strumenti per conoscere e capire il virus , ma anche i meccanismi mondiali che si muovono ‘dietro’ alla temuta pandemia.