SIENA. “Per una città un supermercato è un supermercato. Ma per un paese, in proporzione, un ‘super’ in realtà è un ipermercato”. Muove da considerazioni come questa il documento di osservazioni fatto pervenire da Confesercenti Siena ai membri del Consiglio regionale Toscano, in merito al Regolamento del Codice regionale del commercio. Nelle prossime settimane è infatti atteso al voto finale il testo attuativo della normativa, le cui linee guida furono approvate nel 2005.
Con il documento, Confesercenti esprime forte disappunto sulla bozza approvata dalla Giunta regionale, e chiede in primo luogo che sia abbassata da 1500 a 800 metri quadri la dimensione massima per le cosiddette “medie superfici di vendita” nei comuni al di sotto dei 5mila abitanti; dimensione oltre la quale, cioè, un esercizio deve ottenere le autorizzazioni previste per la grande distribuzione.
“E’ facile constatare – nota il presidente Graziano Becchetti – come nei piccoli comuni uno spazio da 1500 metri rappresenti all’atto pratico una grande superficie di vendita”. La precauzione è indispensabile, secondo Becchetti, se si vuole contenere lo spopolamento dei comuni marginali, e favorire per il territorio senese un futuro in linea con la propria identità: “l’espansione dei mega-centri commerciali significa quasi sempre dirottare altrove ricchezze che in passato ricadevano sul territorio, sbilanciare i flussi veicolari e fiaccare quel commercio di vicinato che ancora oggi nelle nostre zone svolge una importantissima funzione sociale”. Va in questa direzione anche un’altra proposta di modifica al Regolamento, ovvero la previsione di una distanza minima di 200 metri tra due medie superfici (nella bozza sono 60): la volontà è in questo caso quella di scongiurare la nascita di centri commerciali abusivi, frutto della somma di più tasselli, come già altrove è avvenuto vanificando la programmazione commerciale.
Aggiunge Becchetti: “se il testo non venisse modificato le ripercussioni sulla rete distributiva della nostra provincia sarebbero devastanti. Gli sforzi di questi anni a sostegno dei centri commerciali naturali sarebbero annullati, e sarebbero gravissime le conseguenze occupazionali a causa della chiusura di molti piccoli esercizi,. già ora in estrema difficoltà come dimostra il saldo negativo tra aperture e chiusure di attività. Abbiamo fiducia che possa prevalere il buon senso, e che la Regione adotti un testo tale da salvaguardare lo sviluppo sostenibile che fino ad oggi ha contraddistinto le terre di Siena”.