SIENA. Dal sindaco Maurizio Cenni riceviamo e pubblichiamo.
"Voglio ringraziare Elisa Meloni, segretario provinciale del Partito democratico per il suo atteso intervento sulle nomine della deputazione generale della Fondazione MPS e rassicurarla subito: sono certo che anche le scelte per la deputazione amministratrice saranno basate sugli stessi criteri di qualità, professionalità e sul radicamento della città e del territorio.
Posso capire che a lei sfugga il disegno complessivo, con il tempo e l’esperienza capirà. Fra i compiti istituzionali di un sindaco c’è anche quello di dare voce e rappresentatività anche a coloro che vengono da altre esperienze politiche, sia quelle che fanno parte della maggioranza, sia quelle che fanno parte della minoranza, che hanno condiviso un progetto politico sulla Fondazione. Le professionalità si misurano secondo criteri diversi dall’appartenenza o dalla provenienza.
Abbiamo fatto scelte in autonomia, considerando a tutto tondo la società civile, le esperienze professionali e politiche di coloro che hanno presentato la propria autocandidatura. Abbiamo scelto sapendo che non avremmo incontrato il pieno consenso di tutte le forze politiche del territorio, ma il Comune non è un partito: è un’istituzione ed ha altri metri di giudizio.
Proprio la distinzione dei ruoli fra politica ed enti nominanti è la chiave per capire le nostre scelte. L’autonomia non è basata sulla libertà di scegliere un candidato piuttosto che un altro, ma nell’avere metri di giudizio e orizzonti necessariamente diversi da quelli stringenti e orientati al consenso tipici dei partiti. Le nostre responsabilità verso i cittadini sono maggiori, per questo sono e rimango disponibile al dialogo fra le istituzioni.
Vorrei che la Meloni esprimesse con più coraggio il suo pensiero e che dicesse cosa non concorda nel nostro operato con il documento di indirizzo del consiglio comunale, quali sono le professionalità sacrificate, quali i deputati nominati dal Comune che non possono rappresentare “esperienze provenienti da tutto il territorio”.
Questo per chiarezza verso i nostri cittadini e anche verso gli iscritti al Partito Democratico del quale faccio orgogliosamente parte.
Mi stupisce, inoltre, l’accusa di aver messo in atto una “ripicca politica”. Una ripicca è un dispetto fatto per una puntigliosa rivalsa. Io non ho alcuna rivalsa da fare nei confronti di alcuno. A voler essere maligni qualcuno invece, proprio dei vertici cittadini del nostro partito, avrebbe avuto motivo di esercitare una “ripicca politica” nei confronti di uno dei miei nominati. Spero di sbagliarmi perché se così fosse il nome “Democratico” al nostro partito sarebbe proprio fuori luogo e perché comunque non si trasforma mai il futuro di una istituzione così fondamentale per la città in un terreno di scontro politico personale.
In questa occasione, così come in tante altre nel mio mandato di sindaco, non ho mai tollerato le imposizioni dei partiti, qualunque essi fossero.
Ho sempre dialogato ma poi ho fatto scelte che facessero prevalere gli interessi generali dell’intera città a quelli particolari, l’ho fatto anche quando si metteva in pericolo l’indipendenza strategica della banca.
Un metodo che non intendo certo cambiare adesso".
Maurizio Cenni
sindaco di Siena
"Voglio ringraziare Elisa Meloni, segretario provinciale del Partito democratico per il suo atteso intervento sulle nomine della deputazione generale della Fondazione MPS e rassicurarla subito: sono certo che anche le scelte per la deputazione amministratrice saranno basate sugli stessi criteri di qualità, professionalità e sul radicamento della città e del territorio.
Posso capire che a lei sfugga il disegno complessivo, con il tempo e l’esperienza capirà. Fra i compiti istituzionali di un sindaco c’è anche quello di dare voce e rappresentatività anche a coloro che vengono da altre esperienze politiche, sia quelle che fanno parte della maggioranza, sia quelle che fanno parte della minoranza, che hanno condiviso un progetto politico sulla Fondazione. Le professionalità si misurano secondo criteri diversi dall’appartenenza o dalla provenienza.
Abbiamo fatto scelte in autonomia, considerando a tutto tondo la società civile, le esperienze professionali e politiche di coloro che hanno presentato la propria autocandidatura. Abbiamo scelto sapendo che non avremmo incontrato il pieno consenso di tutte le forze politiche del territorio, ma il Comune non è un partito: è un’istituzione ed ha altri metri di giudizio.
Proprio la distinzione dei ruoli fra politica ed enti nominanti è la chiave per capire le nostre scelte. L’autonomia non è basata sulla libertà di scegliere un candidato piuttosto che un altro, ma nell’avere metri di giudizio e orizzonti necessariamente diversi da quelli stringenti e orientati al consenso tipici dei partiti. Le nostre responsabilità verso i cittadini sono maggiori, per questo sono e rimango disponibile al dialogo fra le istituzioni.
Vorrei che la Meloni esprimesse con più coraggio il suo pensiero e che dicesse cosa non concorda nel nostro operato con il documento di indirizzo del consiglio comunale, quali sono le professionalità sacrificate, quali i deputati nominati dal Comune che non possono rappresentare “esperienze provenienti da tutto il territorio”.
Questo per chiarezza verso i nostri cittadini e anche verso gli iscritti al Partito Democratico del quale faccio orgogliosamente parte.
Mi stupisce, inoltre, l’accusa di aver messo in atto una “ripicca politica”. Una ripicca è un dispetto fatto per una puntigliosa rivalsa. Io non ho alcuna rivalsa da fare nei confronti di alcuno. A voler essere maligni qualcuno invece, proprio dei vertici cittadini del nostro partito, avrebbe avuto motivo di esercitare una “ripicca politica” nei confronti di uno dei miei nominati. Spero di sbagliarmi perché se così fosse il nome “Democratico” al nostro partito sarebbe proprio fuori luogo e perché comunque non si trasforma mai il futuro di una istituzione così fondamentale per la città in un terreno di scontro politico personale.
In questa occasione, così come in tante altre nel mio mandato di sindaco, non ho mai tollerato le imposizioni dei partiti, qualunque essi fossero.
Ho sempre dialogato ma poi ho fatto scelte che facessero prevalere gli interessi generali dell’intera città a quelli particolari, l’ho fatto anche quando si metteva in pericolo l’indipendenza strategica della banca.
Un metodo che non intendo certo cambiare adesso".
Maurizio Cenni
sindaco di Siena