Intervento nella diatriba scatenatasi in seguito all'articolo di un quotidiano

Lo dico chiaramente, ritengo inappropriato, sconveniente e di scarso rispetto, per il ruolo lui affidato dalla città, che il professor Sacco, intervenga congiuntamente al Sindaco e così si faccia coinvolgere in una questione che riguarda Valentini e solo lui. Ricordo a chi legge che il professor Montanari è degno della massima stima e a lui va riconosciuto il merito di aver evitato uno dei più grossi scempi del patrimonio culturale italiano, ovvero il saccheggio della biblioteca napoletana dei Girolamini ad opera di alcuni dei suoi stessi custodi. Il parere dunque del professor Montanari è degno del massimo credito e trovo di pessimo gusto stigmatizzare la persona per il semplice fatto di aver espresso una sua preferenza per la candidatura di Matera: vecchio vizio quello della proscrizione come nemico del popolo! (Naturam expellas furca…)
A Valentini invece gioverebbe proprio una frequentazione più ravvicinata con il professor Montanari che sicuramente potrebbe prepararlo a intervenire con maggior stile e robustezza di contenuti, per essere all’altezza del suo ruolo di sindaco di città candidata a Capitale Europea della Cultura.
Il pericolo paventato da Montanari è reale per la nostra città e rappresenta il nostro maggior timore per il futuro culturale di Siena. Il professor Sacco immagino che lo tema questo pericolo tanto quanto Montanari e intraveda con la massima lucidità il potenziale catastrofico (per il suo progetto) di operazioni di mercificazione del patrimonio. La contaminazione tra cultura ed esigenze economiche richiede una misura ed un equilibrio facilmente oltrepassabili. La nostra sensazione è che Valentini non abbia ben chiaro né il limite né l’equilibrio di cui invece Montanari è chiarissimo conoscitore e divulgatore.
Ultimamente a Siena tutto viene ricondotto a computo economico (e come potrebbe essere diversamente!) e di convenienza: serve invece una seria ricostruzione della dignità di questo posto meraviglioso. Questa non si impacchetta e si rivende come un presidio slow food sui banchi di un pizzicagnolo (per quanto “trendy”) : si ricostruisce con la misura e la grazia che hanno caratterizzato da sempre la nostra cara Siena. Non è una questione di quattrini ma di anima. Questo credevo avesse compreso il professor Sacco e questo anche intendesse trasmettere all’Europa. Invece ha scelto una difesa d’ufficio a un Sindaco, che forse lo ha scongiurato di dargli un alone di autorevolezza in questo campo. Sacco lo ha fatto, con la convinzione di un coscritto: ci è dispiaciuto e non ci è piaciuto.
Eugenio Neri