SIENA. Il 23 giugno è la notte di San Giovanni. Notte di fuochi e di misteri, notte molto appropriata per far rinascere un luogo misterioso come un orto medioevale dove crescono piante dalle virtù quasi magiche come l’afrodisiaca mandragora o l’assenzio. Sorge in uno degli angoli più suggestivi di Siena e offre un’esperienza diretta del medioevo perché le antiche piante possono essere viste, usate per tingere le stoffe e persino assaggiate nel ristorante al centro della valle.
Un progetto è nato per volontà dell’Assessorato al Turismo del Comune "con l’obiettivo – come ha detto Donatella Cinelli Colombini – di decentrare i visitatori rispetto ai luoghi più conosciuti e offrire agli studenti, in gita scolastica, un’opportunità didattica nuova".
All’inaugurazione ha partecipato Riccardo Martinelli della Fondazione MPS che ha finanziato l’Orto medievale e da anni sostiene le attività della Cooperativa sociale La Proposta a cui è affidata la coltivazione della valle. "Una cooperativa di tipo B – ha spiegato il Presidente Andrea Friscelli – che ha lo scopo di inserire soggetti svantaggiati provenienti dal disagio psichico e da altre situazioni di marginalità sociale".
Un hortus conclusus "L’orto medioevale è stato ricostruito dov’era alla fine del ‘300 e dove rimase per secoli" ha ricordato il Professor Duccio Balestracci che ha curato i contenuti scientifici del progetto ed ha prestato la voce al video “Il colore addosso”, dove si illustra la bottega del tintore. Proprio ai tintori di stoffe è dedicata la parte dell’orto dove crescono: lavanda (verde), guado (blu), la reseda e la ginestra (giallo).
Poco distante il “magazzino del tintore” con gli stessi attrezzi che utilizzava Messer Benincasa, padre di Santa Caterina, come il vaso del mordente con i vermicoli di cocciniglia, usato per dare una tonalità pregiata al rosso.
Orto, magazzino e video (realizzato da Loading Lab) fanno parte di un percorso didattico capace di raccontare il medioevo in modo chiaro e divertente ma storicamente ineccepibile agli allievi delle scuole elementari e medie inferiori. A loro è dedicato l’opuscolo “Un orto a colori” illustrato da Alessandro Grazi di Headbox con la sua consueta coloratissima vivacità. Nella visita all’orto medioevale de’ Pecci i bambini avranno per guide il contadino Gosto e l’elfo Rosmarino della cooperativa “Camaleonde” che hanno curato la parte didattica dell’opuscolo e dell’accoglienza nell’orto.
La festa in occasione dell’inaugurazione – magistralmente coordinata da Margaret Natale del Comune di Siena e Maura Martellucci della Cooperativa La Proposta – si è conclusa con una cena intorno ai fuochi di San Giovanni gustando gli antichi piatti senesi preparati dal Ristorante dell’Orto de’ Pecci” e ascoltando “occhio malocchio prezzemolo e finocchio” sonetti, leggende, miti e burlesche improvvisazioni di Duccio Balestracci, Francesco Burroni, Silvia Bruni e Enrico Rustici.
Un progetto è nato per volontà dell’Assessorato al Turismo del Comune "con l’obiettivo – come ha detto Donatella Cinelli Colombini – di decentrare i visitatori rispetto ai luoghi più conosciuti e offrire agli studenti, in gita scolastica, un’opportunità didattica nuova".
All’inaugurazione ha partecipato Riccardo Martinelli della Fondazione MPS che ha finanziato l’Orto medievale e da anni sostiene le attività della Cooperativa sociale La Proposta a cui è affidata la coltivazione della valle. "Una cooperativa di tipo B – ha spiegato il Presidente Andrea Friscelli – che ha lo scopo di inserire soggetti svantaggiati provenienti dal disagio psichico e da altre situazioni di marginalità sociale".
Un hortus conclusus "L’orto medioevale è stato ricostruito dov’era alla fine del ‘300 e dove rimase per secoli" ha ricordato il Professor Duccio Balestracci che ha curato i contenuti scientifici del progetto ed ha prestato la voce al video “Il colore addosso”, dove si illustra la bottega del tintore. Proprio ai tintori di stoffe è dedicata la parte dell’orto dove crescono: lavanda (verde), guado (blu), la reseda e la ginestra (giallo).
Poco distante il “magazzino del tintore” con gli stessi attrezzi che utilizzava Messer Benincasa, padre di Santa Caterina, come il vaso del mordente con i vermicoli di cocciniglia, usato per dare una tonalità pregiata al rosso.
Orto, magazzino e video (realizzato da Loading Lab) fanno parte di un percorso didattico capace di raccontare il medioevo in modo chiaro e divertente ma storicamente ineccepibile agli allievi delle scuole elementari e medie inferiori. A loro è dedicato l’opuscolo “Un orto a colori” illustrato da Alessandro Grazi di Headbox con la sua consueta coloratissima vivacità. Nella visita all’orto medioevale de’ Pecci i bambini avranno per guide il contadino Gosto e l’elfo Rosmarino della cooperativa “Camaleonde” che hanno curato la parte didattica dell’opuscolo e dell’accoglienza nell’orto.
La festa in occasione dell’inaugurazione – magistralmente coordinata da Margaret Natale del Comune di Siena e Maura Martellucci della Cooperativa La Proposta – si è conclusa con una cena intorno ai fuochi di San Giovanni gustando gli antichi piatti senesi preparati dal Ristorante dell’Orto de’ Pecci” e ascoltando “occhio malocchio prezzemolo e finocchio” sonetti, leggende, miti e burlesche improvvisazioni di Duccio Balestracci, Francesco Burroni, Silvia Bruni e Enrico Rustici.