Il capo dello stato a Siena inaugura il convegno del British Council
SIENA. Grande dispiego di auto blu, secondo qualcuno anche troppe. Un giovane che intona “Bella ciao”, indirizzandola al presidente Napolitano. Prodi che rischia di essere investito dalla sua stessa auto in retromarcia; qualche voce dissonante isolata in piazza del Campo (il ministro Fornero si è beccata un colorito “m….la”). Per il resto ordinaria amministrazione, cioè alte sfere (tra cui appunto Fornero, Monti, Amato) che si incontrano tra loro e parlano di alti valori. Mentre il popolino sta fuori, tenuto a distanza dietro le transenne. Da domani tutti a Pontignano (con l’esclusione del presidente della Repubblica) per continuare il convegno italo-inglese organizzato dal British Council.
Richiamandosi ad una frase del pensatore anglo-tedesco Ralph Dahrendorf, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento ha rammentato la necessità che in Italia “venga mantenuto un effettivo grado di affidabilità istituzionale” ed ha ricordato in Dahrendorf uno dei promotori dell’iniziativa. “Ralph seguiva appassionatamente l’evoluzione istituzionale e politica dell’Italia dopo il crollo del sistema dei partiti che aveva governato il Paese per 45 anni. E seguendo la sua ampia e aperta visione europea, egli condivideva con molti italiani la speranza che un cambiamento positivo avrebbe avuto luogo di lì a poco, attraverso una riforma elettorale radicale ed altre significative innovazioni. Negli anni successivi si era affermata in Italia almeno un’alternanza di governo tra partiti politici, ma nell’ottobre del 1998 Dahrendorf mi espresse – in una sua lettera personale – il timore che avremmo potuto ‘tornare al quadro familiare della crisi'” .
Quel che preoccupava il sociologo tedesco naturalizzato inglese (deputato al Bundestag per i liberali, successivamente commissario europeo, rettore della London School of Economics dopo essere passato per un prestigioso incarico a Oxford) era la “possibilità che il tenue filo della stabilità potesse rompersi. La sua conclusione fu che “è importante che venga mantenuto, per l’Italia e per l’Europa, un effettivo grado di affidabilità istituzionale a Roma e questa raccomandazione – ha detto Napolitano – mantiene ancora la sua validità, e io voglio rinnovare la mia gratitudine a Dahrendorf per l’attenzione e la simpatia che rivolse al nostro Paese”. Ancora oggi ha puntualizzato il presidente “siamo di fronte a estreme difficoltà nel realizzare quelle innovazioni istituzionali che potrebbero dare maggiore stabilità e credibilità al nostro sistema”.
E a proposito della crisi imperante: “Si avvicina una svolta nell’evoluzione europea, nello sviluppo del processo di integrazione europea. La crisi globale e la crisi dell’eurozona hanno drammaticamente posto in evidenza le contraddizioni tra la creazione dell’euro, la nascita della Bce e il lasciare incompiute altre dimensioni della stessa unione economica e monetaria – ha detto il Capo dello Stato -, i governi nazionali e le istituzioni europee sono spinti, non da uno schema ideologico ma dalla cruda realtà, a compiere un balzo in avanti sulla sia dell’integrazione, compresa l’integrazione politica”.
Richiamandosi ad una frase del pensatore anglo-tedesco Ralph Dahrendorf, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento ha rammentato la necessità che in Italia “venga mantenuto un effettivo grado di affidabilità istituzionale” ed ha ricordato in Dahrendorf uno dei promotori dell’iniziativa. “Ralph seguiva appassionatamente l’evoluzione istituzionale e politica dell’Italia dopo il crollo del sistema dei partiti che aveva governato il Paese per 45 anni. E seguendo la sua ampia e aperta visione europea, egli condivideva con molti italiani la speranza che un cambiamento positivo avrebbe avuto luogo di lì a poco, attraverso una riforma elettorale radicale ed altre significative innovazioni. Negli anni successivi si era affermata in Italia almeno un’alternanza di governo tra partiti politici, ma nell’ottobre del 1998 Dahrendorf mi espresse – in una sua lettera personale – il timore che avremmo potuto ‘tornare al quadro familiare della crisi'” .
Quel che preoccupava il sociologo tedesco naturalizzato inglese (deputato al Bundestag per i liberali, successivamente commissario europeo, rettore della London School of Economics dopo essere passato per un prestigioso incarico a Oxford) era la “possibilità che il tenue filo della stabilità potesse rompersi. La sua conclusione fu che “è importante che venga mantenuto, per l’Italia e per l’Europa, un effettivo grado di affidabilità istituzionale a Roma e questa raccomandazione – ha detto Napolitano – mantiene ancora la sua validità, e io voglio rinnovare la mia gratitudine a Dahrendorf per l’attenzione e la simpatia che rivolse al nostro Paese”. Ancora oggi ha puntualizzato il presidente “siamo di fronte a estreme difficoltà nel realizzare quelle innovazioni istituzionali che potrebbero dare maggiore stabilità e credibilità al nostro sistema”.
E a proposito della crisi imperante: “Si avvicina una svolta nell’evoluzione europea, nello sviluppo del processo di integrazione europea. La crisi globale e la crisi dell’eurozona hanno drammaticamente posto in evidenza le contraddizioni tra la creazione dell’euro, la nascita della Bce e il lasciare incompiute altre dimensioni della stessa unione economica e monetaria – ha detto il Capo dello Stato -, i governi nazionali e le istituzioni europee sono spinti, non da uno schema ideologico ma dalla cruda realtà, a compiere un balzo in avanti sulla sia dell’integrazione, compresa l’integrazione politica”.