SIENA. Con una mozione presentata dai consiglieri comunali di Rifondazione Comunista Francesco Andreini e Fiorino Iantorno si torna a parlare di Benito Mussolini.
I due esponenti comunisti, venuti a sapere (grazie alle ricerche storiche dell'Anpi di Siena e del suo Presidente Vittorio Meoni) della delibera, mai revocata, datata 24 maggio 1924 del Consiglio Comunale di Siena che proclama cittadino onoraro della città di Siena Benito Mussolini chiedono all'attuale consesso di cancellare questa decisione "fascista". Si chiede una revoca che riordini le vicende storiche, che renda onore ai caduti della resistenza e dell'antifascismo, come del resto previsto dalla Costituzione.
La cancellazione della "cittadinanza onoraria" a Mussolini, secondo i due consiglieri comunali non è un solo "fatto simbolico" ma un "atto concreto che la Città di Siena deve fare: nel nostro Paese si è costruito un dibattito sul fascismo e su Mussolini troppo blando, tanto è che non si è mai coltivato un senso di vergogna per quello che Mussolini ha rappresentato ed ha fatto. La ripresa tra i giovani soprattutto di organizzazioni di stampo fascista ne sono una testimonianza. Poi infine Siena, città del Buongoverno, non può e non deve sopportare l'onta di avere tra i suoi cittadini il feroce dittatore italiano".
Nella delibera del 1924, ricorda il documento presentato da Andreini e Iantorno, Mussolini viene indicato come “cittadino e figlio di Siena fedele”. Una onorificenza che non risulta mai essere stata revocata, fino ad oggi ma che, a quel tempo, fu condivisa da molte città d'Italia. Una "unanimità d'intenti" che, sempre secondo i due consiglieri comunali evidenzia come "il fascismo e Mussolini erano diventati già forma dittatoriale che aveva annullato la democrazia nel nostro Paese con squadracce e manganelli e che, un mese dopo avrebbero mostrato il loro disprezzo per la democrazia e per lo Stato Italiano con l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, primo di una lunga serie di delitti e reati politici".
Si ricoda, in sintesi, le ragioni per cui varrebbe la pena di annullare la cittadinanza onoraria al Duce: per la dittatura da lui voluta; per "l'inutile avventura coloniale" durante la quale Mussolini ordinò "ai propri generali ed al proprio esercito di mostrarsi crudele con le popolazioni civili libiche ed etiopiche"; per la guerra mondiale, combattuta al fianco di Adolf Hitler; per la condivisione, e sottoscrizione, delle leggi raziali che colpirono anche molti ebrei italiani, rom, omosessuali ed oppositori politici; per le vittime toscane della repressione nazifascista – dalla strage di Sant’Anna di Stazzema, all'eccidio di Montemaggio, alla fucilazione dei partigiani Primo Simi, Adorno Borgianni, Renato Bindi e Tommaso Masi il 13 marzo 1944 presso la Caserma Lamarmora di Siena; infine per un ritorno ormai decennale della Città di Siena "ai valori della Costituzione della Repubblica Italiana che fa dell’Antifascismo, della Resistenza e del ripudio di ogni forma dittatoriale un Suo valore fondamentale".
La delibera, qualora venisse approvata nel prossimo Consiglio comunale, oltre a revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini da mandato al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale di Siena di "dare pubblicità immediata con tutte le forme di tale decisione alla cittadinanza senese e di tramettere il testo di tale delibera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera dei Deputati, al Prefetto di Siena, al Presidente della Regione Toscana, ed al Presidente della Provincia di Siena".
I due esponenti comunisti, venuti a sapere (grazie alle ricerche storiche dell'Anpi di Siena e del suo Presidente Vittorio Meoni) della delibera, mai revocata, datata 24 maggio 1924 del Consiglio Comunale di Siena che proclama cittadino onoraro della città di Siena Benito Mussolini chiedono all'attuale consesso di cancellare questa decisione "fascista". Si chiede una revoca che riordini le vicende storiche, che renda onore ai caduti della resistenza e dell'antifascismo, come del resto previsto dalla Costituzione.
La cancellazione della "cittadinanza onoraria" a Mussolini, secondo i due consiglieri comunali non è un solo "fatto simbolico" ma un "atto concreto che la Città di Siena deve fare: nel nostro Paese si è costruito un dibattito sul fascismo e su Mussolini troppo blando, tanto è che non si è mai coltivato un senso di vergogna per quello che Mussolini ha rappresentato ed ha fatto. La ripresa tra i giovani soprattutto di organizzazioni di stampo fascista ne sono una testimonianza. Poi infine Siena, città del Buongoverno, non può e non deve sopportare l'onta di avere tra i suoi cittadini il feroce dittatore italiano".
Nella delibera del 1924, ricorda il documento presentato da Andreini e Iantorno, Mussolini viene indicato come “cittadino e figlio di Siena fedele”. Una onorificenza che non risulta mai essere stata revocata, fino ad oggi ma che, a quel tempo, fu condivisa da molte città d'Italia. Una "unanimità d'intenti" che, sempre secondo i due consiglieri comunali evidenzia come "il fascismo e Mussolini erano diventati già forma dittatoriale che aveva annullato la democrazia nel nostro Paese con squadracce e manganelli e che, un mese dopo avrebbero mostrato il loro disprezzo per la democrazia e per lo Stato Italiano con l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, primo di una lunga serie di delitti e reati politici".
Si ricoda, in sintesi, le ragioni per cui varrebbe la pena di annullare la cittadinanza onoraria al Duce: per la dittatura da lui voluta; per "l'inutile avventura coloniale" durante la quale Mussolini ordinò "ai propri generali ed al proprio esercito di mostrarsi crudele con le popolazioni civili libiche ed etiopiche"; per la guerra mondiale, combattuta al fianco di Adolf Hitler; per la condivisione, e sottoscrizione, delle leggi raziali che colpirono anche molti ebrei italiani, rom, omosessuali ed oppositori politici; per le vittime toscane della repressione nazifascista – dalla strage di Sant’Anna di Stazzema, all'eccidio di Montemaggio, alla fucilazione dei partigiani Primo Simi, Adorno Borgianni, Renato Bindi e Tommaso Masi il 13 marzo 1944 presso la Caserma Lamarmora di Siena; infine per un ritorno ormai decennale della Città di Siena "ai valori della Costituzione della Repubblica Italiana che fa dell’Antifascismo, della Resistenza e del ripudio di ogni forma dittatoriale un Suo valore fondamentale".
La delibera, qualora venisse approvata nel prossimo Consiglio comunale, oltre a revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini da mandato al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale di Siena di "dare pubblicità immediata con tutte le forme di tale decisione alla cittadinanza senese e di tramettere il testo di tale delibera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera dei Deputati, al Prefetto di Siena, al Presidente della Regione Toscana, ed al Presidente della Provincia di Siena".