di Zelia Ruscitto
SIENA. Si è presentato partendo dalle sue credenziali il nuovo direttore generale del policlinico Santa Maria alle Scotte. Giusto per dire che le aspettative cresciute sul suo conto non fondano su basi poco solide.
Paolo Morello Marchese, 56 anni, sposato e con un figlio di otto anni di nome Francesco, medico specialista in gastroenterologia, ha 27 anni di attività alle spalle legata all'organizzazione sanitaria.
Dieci anni in un istituto di ricerche e poi dipendente – al momento ancora in essere – del Sant'Anna di Como, fucina di dirigenti sanitari. Ben nota la sua provenienza: dal Meyer di Firenze, dove ha brillantemente ricoperto la carica di direttore sanitario. Ma, alle spalle anche una esperienza in Inghilterra e a Milano, alla Cattolica e al San Raffaele.
“Quando l'assessore regionale mi ha comunicato questo avvicendamento – racconta Morello – ho subito dato la mia piena disponibilità Ho sempre guardato con grande interesse al policlinico di Siena”. Un interesse, ha spiegato il nuovo dg, scaturito dalla “complessità” e dalla pluralità di anime che caratterizzano le Scotte. Da quella ospedaliera a quella universitaria, ritenuta una ricchezza che non si può certo considerare marginale. Dalla “semplicità” del Meyer alla “complessità” delle Scotte, Morello arriva “accettando la sfida con assoluta positività”, fermamente convinto di poter dare un suo contributo costruttivo alla struttura.
Nessun accenno alle criticità che attanagliano in modo ormai cronico il nosocomio e nessuna “ricetta miracolosa” per invertire la tendenza, magari facendo cambiare idea a quelli che, nei giorni scorsi, avevano mal visto l'improvvisa sostituzione del Dg Tomassini.
Il nuovo dirigente dell'azienda ospedaliera vuole fare le cose con calma e, dando piena fiducia al suo predecessore in primis e a direttore sanitario e amministrativo in seconda battuta – nessun cambio ai vertici – si concede tempo per ascoltare e per farsi un quadro della situazione, lontano dai “si dice” e dalle influenze di questo o di quel direttore di dipartimento.
Il primo passo da nuovo Direttore generale, infatti, Morello Marchese lo ha già “costruito”: incontrare tutti i direttori di dipartimento.
“Qualcuno lo conosco già – ha detto – come il professor Petraglia, per ovvie ragioni di collaborazione durante il mio precedente incarico. Ho comunque aperto un dialogo con tutti e, nei prossimi giorni andrò a parlare con tutti gli operatori direttamente nel loro luogo di lavoro”.
Un modo per toccare con mano i problemi e per vedere da vicino come operano le eccellenze. Una serie di visite necessarie per poter entrare nel merito. Importanti – e quindi in scaletta – gli incontri con il preside della facoltà di Medicina, Auteri e con il rettore Focardi. Il primo incontro con quest'ultimo c'è già stato ma sarà necessario bissare una volta avuto il quadro più dettagliato della situazione.
Insomma, il motto di Paolo Morello Marchese pare essere proprio “ascoltare”, entrare in contatto con la struttura in ogni sua parte, per consentire una conoscenza profonda.
Interessante l'esempio fatto dallo stesso dg quando, alle domande pressanti della stampa, ha detto: “Se mi mettessi una benda sugli occhi, oggi, non saprei dove andare”, spiegando così la sua ritrosia ad affrontare il tema “Scotte” troppo nel dettaglio. Morello, le Scotte vuole conoscerle bene, così da poterle attraversare ad occhi chiusi.
Anche in merito a quanto fatto fino ad oggi dal suo predecessore, Tomassini, pur avendo solo parole di stima per il professionista, il nuovo dg si tiene cauto quando si parla di “continuità”.
“E' ovvio che ciò che è stato fatto di buono non deve essere buttato via – dice Morello – ma devo capire in cosa consiste la continuità”.
A chi chiedeva quale aspetto del suo lavoro svolto al Meyer intende riportare anche alle Scotte, Morello non ha avuto alcuna esitazione ed ha detto: “Lo spirito di corpo”. Ovvero quel sentimento che unisce i dipendenti di una struttura e che li spinge a trovare delle soluzioni non personalistiche ma rivolte al benessere dell'intera azienda.
La centralità del malato resta in primo piano: un punto di vista che dovrebbe, secondo il dg, agevolare anche il dialogo tra universitari ed ospedalieri. “Fino ad ora – dice il numero uno delle Scotte – evidentemente le diverse vedute tra ospedalieri e universitari sono state risolte in qualche modo”.
Viene fuori anche l'esperienza da ricercatore. “La ricerca è uno dei punti di contatto tra queste due realtà” spiega Morello e chiarisce che partirà dallo stimolare le intelligenze già operanti alle Scotte, prima di considerare l'ipotesi di fare “nuovi acquisti”.
Tutto il resto: dai percorsi per intensità di cure, al problema di un responsabile per il settore infermieristico, sono tra le sfide che Paolo Morello Marchese si troverà ad affrontare.
Per sua stessa ammissione lui ama le sfide e, certo, a Siena non ne mancheranno. E, per non sprecare le forze – ma anche per il desiderio di respirare l'aria tutta speciale di questa città – il nuovo direttore generale delle Scotte ha deciso di venire a vivere con tutta la famiglia “tra le lastre”. E precisamente nei pressi della chiesa di Provenzano.
SIENA. Si è presentato partendo dalle sue credenziali il nuovo direttore generale del policlinico Santa Maria alle Scotte. Giusto per dire che le aspettative cresciute sul suo conto non fondano su basi poco solide.
Paolo Morello Marchese, 56 anni, sposato e con un figlio di otto anni di nome Francesco, medico specialista in gastroenterologia, ha 27 anni di attività alle spalle legata all'organizzazione sanitaria.
Dieci anni in un istituto di ricerche e poi dipendente – al momento ancora in essere – del Sant'Anna di Como, fucina di dirigenti sanitari. Ben nota la sua provenienza: dal Meyer di Firenze, dove ha brillantemente ricoperto la carica di direttore sanitario. Ma, alle spalle anche una esperienza in Inghilterra e a Milano, alla Cattolica e al San Raffaele.
“Quando l'assessore regionale mi ha comunicato questo avvicendamento – racconta Morello – ho subito dato la mia piena disponibilità Ho sempre guardato con grande interesse al policlinico di Siena”. Un interesse, ha spiegato il nuovo dg, scaturito dalla “complessità” e dalla pluralità di anime che caratterizzano le Scotte. Da quella ospedaliera a quella universitaria, ritenuta una ricchezza che non si può certo considerare marginale. Dalla “semplicità” del Meyer alla “complessità” delle Scotte, Morello arriva “accettando la sfida con assoluta positività”, fermamente convinto di poter dare un suo contributo costruttivo alla struttura.
Nessun accenno alle criticità che attanagliano in modo ormai cronico il nosocomio e nessuna “ricetta miracolosa” per invertire la tendenza, magari facendo cambiare idea a quelli che, nei giorni scorsi, avevano mal visto l'improvvisa sostituzione del Dg Tomassini.
Il nuovo dirigente dell'azienda ospedaliera vuole fare le cose con calma e, dando piena fiducia al suo predecessore in primis e a direttore sanitario e amministrativo in seconda battuta – nessun cambio ai vertici – si concede tempo per ascoltare e per farsi un quadro della situazione, lontano dai “si dice” e dalle influenze di questo o di quel direttore di dipartimento.
Il primo passo da nuovo Direttore generale, infatti, Morello Marchese lo ha già “costruito”: incontrare tutti i direttori di dipartimento.
“Qualcuno lo conosco già – ha detto – come il professor Petraglia, per ovvie ragioni di collaborazione durante il mio precedente incarico. Ho comunque aperto un dialogo con tutti e, nei prossimi giorni andrò a parlare con tutti gli operatori direttamente nel loro luogo di lavoro”.
Un modo per toccare con mano i problemi e per vedere da vicino come operano le eccellenze. Una serie di visite necessarie per poter entrare nel merito. Importanti – e quindi in scaletta – gli incontri con il preside della facoltà di Medicina, Auteri e con il rettore Focardi. Il primo incontro con quest'ultimo c'è già stato ma sarà necessario bissare una volta avuto il quadro più dettagliato della situazione.
Insomma, il motto di Paolo Morello Marchese pare essere proprio “ascoltare”, entrare in contatto con la struttura in ogni sua parte, per consentire una conoscenza profonda.
Interessante l'esempio fatto dallo stesso dg quando, alle domande pressanti della stampa, ha detto: “Se mi mettessi una benda sugli occhi, oggi, non saprei dove andare”, spiegando così la sua ritrosia ad affrontare il tema “Scotte” troppo nel dettaglio. Morello, le Scotte vuole conoscerle bene, così da poterle attraversare ad occhi chiusi.
Anche in merito a quanto fatto fino ad oggi dal suo predecessore, Tomassini, pur avendo solo parole di stima per il professionista, il nuovo dg si tiene cauto quando si parla di “continuità”.
“E' ovvio che ciò che è stato fatto di buono non deve essere buttato via – dice Morello – ma devo capire in cosa consiste la continuità”.
A chi chiedeva quale aspetto del suo lavoro svolto al Meyer intende riportare anche alle Scotte, Morello non ha avuto alcuna esitazione ed ha detto: “Lo spirito di corpo”. Ovvero quel sentimento che unisce i dipendenti di una struttura e che li spinge a trovare delle soluzioni non personalistiche ma rivolte al benessere dell'intera azienda.
La centralità del malato resta in primo piano: un punto di vista che dovrebbe, secondo il dg, agevolare anche il dialogo tra universitari ed ospedalieri. “Fino ad ora – dice il numero uno delle Scotte – evidentemente le diverse vedute tra ospedalieri e universitari sono state risolte in qualche modo”.
Viene fuori anche l'esperienza da ricercatore. “La ricerca è uno dei punti di contatto tra queste due realtà” spiega Morello e chiarisce che partirà dallo stimolare le intelligenze già operanti alle Scotte, prima di considerare l'ipotesi di fare “nuovi acquisti”.
Tutto il resto: dai percorsi per intensità di cure, al problema di un responsabile per il settore infermieristico, sono tra le sfide che Paolo Morello Marchese si troverà ad affrontare.
Per sua stessa ammissione lui ama le sfide e, certo, a Siena non ne mancheranno. E, per non sprecare le forze – ma anche per il desiderio di respirare l'aria tutta speciale di questa città – il nuovo direttore generale delle Scotte ha deciso di venire a vivere con tutta la famiglia “tra le lastre”. E precisamente nei pressi della chiesa di Provenzano.