Resteranno solo insegne e carta intestata della banca padovana
PADOVA. Un altro tassello del piano di ristrutturazione di banca MPS è stato sistemato venerdì scorso. Infatti l’assemblea straordinaria di Banca Antonveneta ha approvato il progetto di fusione nella controllante. E’ stata una semplice formalità, dato che Rocca Salimbeni è socio unico dell’istituto padovano. Oggi la storia di banca Antonveneta arriva alla sua conclusione con il deposito dell’atto di fusione presso la Camera di commercio del capoluogo veneto. Giuseppe Menzi, vecchio e nuovo amministratore a Padova dice: “L’area territoriale continuerà a chiamarsi Antonveneta. Gireremo quest’area con questa denominazione. Con tanto di carta intestata, estratti conto e biglietti da visita”. Il processo dovrebbe concludersi entro la fine di aprile, quando la fusione diventerà formalmente operativa.
Antonveneta nasce dalla fusione delle padovane Banca Antoniana e Banca Popolare Veneta, negli anni Novanta, poi passa per la gestione di Silvano Pontello e giunge ai rivolgimenti della scalata della Bpi di Giampiero Fiorani. A cui segue quella dell’olandese Abn Amro e l’acquisizione da 9 miliardi da parte di Montepaschi, a fine 2007, che ha innescato il ciclone giudiziario e di bilancio degli ultimi mesi. Una brutta tempesta che Antonveneta ha cercato di sostenere. I conti 2012 chiudono ancora con un risultato operativo netto di 19,5 milioni di euro (175 l’anno prima) e una raccolta diretta in calo del 3,3%, rispetto ai 10,5 miliardi del 2011, e crediti verso la clientela stabili (+0,3%) rispetto ai 13,6 miliardi del 2011. Tuttavia questi dati non sono in grado di rappresentare l’impatto del durissimo inizio 2013, con la banca sotto i riflettori per le inchieste giudiziarie.