di Augusto Mattioli
SIENA. Hanno fatto sensazione quelle lettere firmate dal direttore amministrativo Emilio Miccolis e dal prorettore Giovanni Minnucci e indirizzate a tutti coloro che potrebbero essere coinvolti nel buco dell’ateneo. Tra cui lo stesso rettore Focardi e l’ex-rettore Piero Tosi.
“Un atto dovuto“ ha sottolineato il direttore amministrativo Miccolis nella conferenza stampa tenuta questa mattina per precisare la notizia data dalla stampa locale. Precisazioni che, comunque, confermano che le lettere sono state inviate. Mentre per il prorettore Minnucci “alcuni titoli e notizie non rispondono al vero”. “Meglio sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti” ha sottolineato Miccolis che ha spiegato, in una dichiarazione scritta, i motivi della decisione presa nell’ultimo consiglio d’amministrazione durato sei ore e a quanto sembra molto caldo e teso.
"L'Università degli Studi di Siena in questo momento non ha chiesto a nessuno risarcimenti di alcun tipo. Per legge e per contratto devo tutelare l’istituzione da ogni possibile danno o nocumento – ha spiegato il direttore amministrativo -; un diverso comportamento implicherebbe una colposa omissione degli obblighi del mio ufficio. Le lettere in questione non ascrivono precisi addebiti di responsabilità ma riservano il diritto dell’ateneo di chiedere i danni occorsi qualora le responsabilità individuali venissero acclarate nelle compenti sedi. Diversamente, una volta che l’autorità giudiziaria abbia accertato le singole responsabilità, questa amministrazione sarebbe sprovvista di strumenti di tutela essendosi ormai prescritta la relativa azione risarcitoria”.
E riguardo alla posizione del rettore Focardi, Miccolis ha detto, ricordando la stima che ha per lui che “proprio per la mia posizione non ho potuto evitare di inoltrare la messa in mora anche a lui, nonostante che – a titolo personale – io ritenga sia totalmente estraneo ai fatti che, anzi, ha così efficacemente individuato e contribuito a risolvere, presentando in settembre una denuncia alla procura della repubblica, quindi già prima del mio arrivo”.
In sostanza, l’università come istituzione con questa decisione si è voluta tutelare precisando però che l’ateneo non ha chiesto danni a nessuno ma secondo quanto si legge anche nella lettera di messa in mora si guarda ai risultati delle indagini della magistratura (Procura della Repubblica e Procura regionale della Corte dei Conti) dalle quali, si noti l’ espressione molto cauta” potrebbero emergere eventuali ipotesi di responsabilità e danno patrimoniale nei confronti di questa università”. Miccolis nell’occasione ha fornito anche alcuni dati sull’azione di risanamento.Dal primo gennaio ad oggi stati pagati oltre 135 milioni per il risanamento cosi come sono stati pagati 67 milioni di residui passivi. Un’azione molto forte di risanamento quella di Miccolis che potrebbe costargli anche qualche antipatia e forse anche qualche tentativo di tagliargli l’erba sotto i piedi.
SIENA. Hanno fatto sensazione quelle lettere firmate dal direttore amministrativo Emilio Miccolis e dal prorettore Giovanni Minnucci e indirizzate a tutti coloro che potrebbero essere coinvolti nel buco dell’ateneo. Tra cui lo stesso rettore Focardi e l’ex-rettore Piero Tosi.
“Un atto dovuto“ ha sottolineato il direttore amministrativo Miccolis nella conferenza stampa tenuta questa mattina per precisare la notizia data dalla stampa locale. Precisazioni che, comunque, confermano che le lettere sono state inviate. Mentre per il prorettore Minnucci “alcuni titoli e notizie non rispondono al vero”. “Meglio sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti” ha sottolineato Miccolis che ha spiegato, in una dichiarazione scritta, i motivi della decisione presa nell’ultimo consiglio d’amministrazione durato sei ore e a quanto sembra molto caldo e teso.
"L'Università degli Studi di Siena in questo momento non ha chiesto a nessuno risarcimenti di alcun tipo. Per legge e per contratto devo tutelare l’istituzione da ogni possibile danno o nocumento – ha spiegato il direttore amministrativo -; un diverso comportamento implicherebbe una colposa omissione degli obblighi del mio ufficio. Le lettere in questione non ascrivono precisi addebiti di responsabilità ma riservano il diritto dell’ateneo di chiedere i danni occorsi qualora le responsabilità individuali venissero acclarate nelle compenti sedi. Diversamente, una volta che l’autorità giudiziaria abbia accertato le singole responsabilità, questa amministrazione sarebbe sprovvista di strumenti di tutela essendosi ormai prescritta la relativa azione risarcitoria”.
E riguardo alla posizione del rettore Focardi, Miccolis ha detto, ricordando la stima che ha per lui che “proprio per la mia posizione non ho potuto evitare di inoltrare la messa in mora anche a lui, nonostante che – a titolo personale – io ritenga sia totalmente estraneo ai fatti che, anzi, ha così efficacemente individuato e contribuito a risolvere, presentando in settembre una denuncia alla procura della repubblica, quindi già prima del mio arrivo”.
In sostanza, l’università come istituzione con questa decisione si è voluta tutelare precisando però che l’ateneo non ha chiesto danni a nessuno ma secondo quanto si legge anche nella lettera di messa in mora si guarda ai risultati delle indagini della magistratura (Procura della Repubblica e Procura regionale della Corte dei Conti) dalle quali, si noti l’ espressione molto cauta” potrebbero emergere eventuali ipotesi di responsabilità e danno patrimoniale nei confronti di questa università”. Miccolis nell’occasione ha fornito anche alcuni dati sull’azione di risanamento.Dal primo gennaio ad oggi stati pagati oltre 135 milioni per il risanamento cosi come sono stati pagati 67 milioni di residui passivi. Un’azione molto forte di risanamento quella di Miccolis che potrebbe costargli anche qualche antipatia e forse anche qualche tentativo di tagliargli l’erba sotto i piedi.