Viola presentò il conto a Minucci e Lazzeroni
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di Red
SIENA. Alla fine della stagione sportiva 2011-12, giunta al capolinea anche la presidenza Mussari al Monte dei Paschi di Siena, comincia l’era del “grande freddo” tra la banca e la Mens Sana Basket. Il commissario Laudanna festeggia Pianigiani e i suoi giocatori in Palazzo Pubblico, gli organi di stampa riportano la soddisfazione del presidente della Fondazione Mancini, dell’assessore regionale Allocca, dei politici Bezzini e Saletti. Rocca Salimbeni ignora l’evento, come poi farà per la tournée americana e per l’allestimento della squadra affidata al nuovo coach Banchi e financo della vittoria dell’ottavo titolo, Coppa Italia compresa. perchè loo sponsor non vuol godere della visibilità offerta dai successi della squadra? Pare che (quasi) nessuno voglia interrogarsi sull’argomento. Fabrizio Viola alza un muro di incomunicabilità fra sé e Minucci, facendo filtrare tutto da Valentino Fanti. Per non rischiare di ritrovarsi invischiato in altre operazioni come la vendita del marchio (e di pari passo si muove con la Robur, non a caso beneficiaria di un altro precedente finanziamento sul marchio gestito con le stesse modalità) e non conoscendo chi e come si muove l’insieme delle persone che a vario titolo ruotano intorno ai soldi della banca come negli anni precedenti, taglia i ponti con tutti, con il presidente della Polisportiva Ricci e con i vari politici locali, tra cui anche l’ultimo arrivato Bruno Valentini. Nel dubbio…
Sa bene Viola che da lui dovranno tornare tutti quanti. L’attesa per restituire il colpo arriva a giugno 2013. La Mens Sana basket, che ha i fidi bancari completamente utilizzati e le casse vuote, bussa al portone di Rocca Salimbeni per chiedere l’anticipo della sponsorizzazione per iscriversi al campionato attuale. Nessuna risposta. Minucci e Lazzeroni stanno sulle spine (l’amministratore delegato non risulterebbe mai comparire nella vicenda) per molti giorni senza che dal piano alto della Rocca arrivino risposte. Sul Il giorno precedente al termine dell’iscrizione una telefonata avverte di passare l’indomani in banca a firmare il nuovo contratto di sponsorizzazione, che regolerà l’ultimo anno con le modifiche predisposte dagli uffici di Viola, rispetto all’originale contratto del 4 luglio 2011. Poiché viene precisato che la modifica non è negoziabile, il 26 giugno 2013 Cesare Lazzeroni firma e la società si iscrive al campionato. Nei due contratti nuovi – gli sponsor sono la banca Monte dei Paschi e MPS Leasing & Factoring – c’è scritto che viene fatta una decurtazione complessiva di 2.350.000,00 euro (sugli 8 mln originari) per la nuova stagione mediante la rinuncia ad alcune delle rate con scadenza tra agosto e dicembre 2013.
Ma non basta: la banca ritiene che, senza il marchio Mps, il valore della Mens Sana basket sia zero. Gli uomini, il palmarès o blasone, le competenze non valgono l’esistenza di un affidamento bancario. Perciò dispone che i proventi della sponsorizzazione non arrivino nelle casse di Viale Sclavo, ma che siano dirottate a rientro dell’esposizione debitoria per un importo di 2,2 milioni. Già a settembre 2013 Minucci lamenterà l’azzeramento del fido, e probabilmente la mossa di Viola ha come risultato pratico di non aumentare il passivo che Egidio Bianchi deve oggi registrare. La banca offre però due aiuti alla dirigenza biancoverde; il primo prevede che i soldi verranno presi dalle rate da novembre 2013 ad aprile 2014 e non subito. Il secondo è un versamento come premio aggiuntivo una tantum di 1,9 mln di euro per la vittoria nel campionato 2012-13, così da avere i contanti per iscriversi al campionato. Ciò favorirebbe anche la ricerca di nuove sponsorizzazioni e nuove fonti d’incasso, oltre al decurtamento verticale delle spese generali per il futuro, come si sarebbe dovuto già aver fatto nell’anno precedente. Ma si è poi visto che pur chiudendo con ricavi pari alla stagione 2011-12 si è riusciti ad accumulare un passivo di 5,4 milioni nell’anno seguente.
Perciò il general manager Ferdinando Minucci, per la prima volta da quando è al timone della Mens Sana basket spa, fa sapere a tutti l’entità del budget previsto per l’allestimento della squadra: 2,5 mln circa. Per arrivare ai 5,8 che comunque gli garantisce il Monte dei Paschi bisogna credere in 3,3 di spese generali “vere” tra cui i tanti ingressi gratuiti alle partite a Siena e Firenze e il compenso del general manager che, secondo la banca, senza di essa non è poi così top level. Senza naturalmente dimenticare le rate dell’affitto del marchio che è ancora oggi sulle maglie dei giocatori e le famose spese per servizi che, anche nell’anno della spending review mensanina, improvvisamente vedono contratti disdetti e ripensamenti tardivi. Mentre a memoria nostra non ha mai ammesso la riscossione del premio per la vittoria, forse per non doverla corrispondere ai giocatori perché di solito questa è una spettanza che si condivide con loro.
Altre grane in arrivo: la banca ha dato alla Mens Sana basket 8 milioni per la stagione corrente e non ci sono i contanti per finire la stagione, li avevano spesi prima. D’altra parte la responsabilità di tutto ciò è anche del Monte: in questa storia di una sposorizzazione durata 14 anni non è mai stata comunicata né l’entità degli investimenti crescenti, né è mai stata confutata alcuna critica o contestazione, contribuendo a far credere che tante chiacchiere fossero notizie. Senza il conforto di numeri certi.