Libera valuta la presenza di membri della presidenza nazionale
di Max Brod
SIENA. Comune di Monteroni, Provincia di Siena, Regione Toscana, Arci e Libera (che sta valutando la partecipazione di membri della Presidenza nazionale) indicono la manifestazione “riprendiamoci Suvignano”: una “marcia per la libertà” per bloccare il percorso di messa all’asta della tenuta agricola (leggi), partirà l’8 settembre alle ore 9.30 dalla Coop di Monteroni d’Arbia e arriverà alle ore 11.00 alla tenuta di Suvignano.
Una mobilitazione collettiva a sostegno del progetto che, da anni, enti territoriali e associazionismo portano avanti, e che avrebbe fatto di Suvignano un presidio antimafia “destinato ad un uso sociale, amministrato direttamente da comune, provincia e regione, occasione di studio, cultura, lavoro e attività destinate a tutti” come spiega Michele Menchiari (coord. prov. Sel-Siena) nel suo messaggio di partecipazione all’evento. Sostegno alla manifestazione arriva anche dall’Unione degli Studenti, che dicono no alla vendita di Suvignano, anche per evitare il “rischio che Suvignano possa essere riacquistato dalla criminalità organizzata o da suoi prestanome”.
Il sindaco di San Gimignano, Giacomo Bassi, nell’aderire alla marcia, guarda già al prossimo passo: “Il caso approdi in tutti i Consigli comunali e si proceda con una manifestazione di tutti i 36 sindaci senesi a Roma per dire no ad una legge sbagliata». Per il sindaco, infatti, il progetto di recupero di Suvignano potrebbe diventare un “caso scuola per le situazioni analoghe, seppur di dimensioni diverse, che esistono anche in altri comuni senesi”; come San Gimignano, che è in attesa di avere risposta dall’“Agenzia nazionale
1708 aziende confiscate in Italia dal 1982 (dati aggiornati al 2012), 1211 sono ancora in gestione all’Agenzia nazionale, 393 delle quali sono ancora da destinare. Intorno a questi 393 punti interrogativi girano le speranze del progetto nazionale “io riattivo il lavoro”, che Cgil e Libera portano avanti, al fine di salvaguardare i lavoratori delle suddette aziende, e promuoverne il tanto agognato “uso sociale”.