Era dalla metà degli anni '80 che i dipendenti non scendevano in piazza
SIENA. Mentre il cda del Monte dei Paschi decideva il cambio al vertice della direzione generale tra da Antonio Vigni e Fabrizio Viola, tutte le sigle sindacali hanno manifestato – e non accadeva dalla metà degli anni ’80 – per il timore che il nuovo assetto possa cambiare il quadro delle relazioni con i dipendenti.
“Siamo in piazza – spiega Antonio Damiani, segretario della Fisac Cgil – perché non accettiamo di farci tagliare fuori dalle decisioni strategiche che riguardano la nostra azienda. L’avere annunciato ai giornali la stesura di un nuovo piano industriale senza porsi il problema del confronto con i lavoratori e con i sindacati vuol dire ribaltare il metodo del confronto e della condivisione fin qui seguito”.
“Vogliamo far capire – ha puntualizzato Marco Radi, segretario della Fiba Cisl banca – che chi lavora nel gruppo Montepaschi deve avere voce in capitolo sulle scelte strategiche e sul piano industriale. Diciamo invece no a scelte di precarizzazione, a propositi di esuberi di personale. In ogni caso chi ha responsabilita’ in questa situazione se le assuma fino in fondo”.
Florindo Pucci, responsabile del sindacato autonomo Fabi, ha spiegato: “vogliamo far vedere intanto che ci siamo e che siamo preoccupati per quanto sta accadendo. Non siamo convinti della decisione di cambiare il direttore generale, perché Vigni non ci sembrava l’unico responsabile della situazione che si è creata in questa banca. Il nostro timore più forte è che un direttore generale non di provenienza montepaschina potrebbe avere una cultura diversa nella gestione di quella seguita finora riguardo ai rapporti con i sindacati”.
(Foto Mirco Mugnai)
“Siamo in piazza – spiega Antonio Damiani, segretario della Fisac Cgil – perché non accettiamo di farci tagliare fuori dalle decisioni strategiche che riguardano la nostra azienda. L’avere annunciato ai giornali la stesura di un nuovo piano industriale senza porsi il problema del confronto con i lavoratori e con i sindacati vuol dire ribaltare il metodo del confronto e della condivisione fin qui seguito”.
“Vogliamo far capire – ha puntualizzato Marco Radi, segretario della Fiba Cisl banca – che chi lavora nel gruppo Montepaschi deve avere voce in capitolo sulle scelte strategiche e sul piano industriale. Diciamo invece no a scelte di precarizzazione, a propositi di esuberi di personale. In ogni caso chi ha responsabilita’ in questa situazione se le assuma fino in fondo”.
Florindo Pucci, responsabile del sindacato autonomo Fabi, ha spiegato: “vogliamo far vedere intanto che ci siamo e che siamo preoccupati per quanto sta accadendo. Non siamo convinti della decisione di cambiare il direttore generale, perché Vigni non ci sembrava l’unico responsabile della situazione che si è creata in questa banca. Il nostro timore più forte è che un direttore generale non di provenienza montepaschina potrebbe avere una cultura diversa nella gestione di quella seguita finora riguardo ai rapporti con i sindacati”.
(Foto Mirco Mugnai)