"Non mi sono dimesso perché non voglio sembrare in fuga"
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SIENA. (a. m.) Una serata afosa, disturbata dalla musica a tutto volume ha fatto da contorno all’iniziativa del PD in Fortezza. Il tema era sulla crisi in corso. Al tavolo Simone Bezzini, presidente della Provincia, e Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi. La parte del leone, ovviamente, l’ha fatta il presidente della Fondazione: “La nostra priorità è la salvaguardia del patrimonio della Fondazione e la sua messa in sicurezza”, h detto annunciando anche che la deputazione generale, l’organo di indirizzo della Fondazione, sta riflettendo e dibattendo sul documento di programmazione triennale e su quello annuale che dovrebbero essere approvati tra settembre e ottobre.
“La fondazione Mps – ha sottolineato – vuole continuare a svolgere il proprio ruolo per lo sviluppo e la promozione dell’economia del territorio della provincia di Siena. Come azionista di riferimento di banca Mps confidiamo in un suo rilancio. La Banca si è impegnata in un piano industriale importante che abbiamo condiviso. Un piano realistico che, in un momento difficile come questo, si basa sulla contrazione dei costi. Abbiamo dato il nostro ok a questo piano perché c’è una risposta precisa, molto chiara ad indicazioni strategiche che il sottoscritto come azionista principale aveva indicato all’assemblea dei soci”.
“Nel piano industriale – ha proseguito Mancini- c’è la risposta ai problemi posti dalla Fondazione. Per questo ci abbiamo creduto. Questo non vuol dire farlo contro la volontà dei dipendenti, vuol dire andare avanti, trattare, trovare anche il massimo delle convergenze possibili. Se ci sono proposte alternative da parte dei sindacati che vengano fuori. Auspichiamo le massime intese possibili. A saldi invariati. Ma credo sia necessario ricercare il massimo consenso possibile con un gesto di responsabilità da parte dei dipendenti verso la banca e di attenzione della stessa banca verso i dipendenti”.
Il presidente della Fondazione ha anche parlato della diversificazione del patrimonio della Fondazione, che “non può essere fatto a brevissima scadenza, ma che è una prospettiva che non deve essere necessariamente lontana, a cui dobbiamo guardare con grande attenzione attraverso le necessarie operazioni. Un patrimonio oggi concentrato unicamente sulla banca; lavoriamo e lavoreremo per raggiungere questo obiettivo- ha aggiunto il presidente-abbiamo raggiunto l’accordo per la rinegoziazione del debito con le banche creditrici ridotto a 350 milioni rimborsabili al 2017 e prorogabili al 2018. Una rinegoziazione difficile terribile ma ci siamo riusciti”.
Per Mancini la Fondazione deve avere un nuovo ruolo, anche di consulenza “nell’operare a vantaggio del territorio”. Infine ha sottolineato l’esigenza di cambiare lo statuto della Fondazione Mps “per renderlo omogeneo a quelle che sono le indicazioni della carta delle fondazioni dell’Acri. Un tema su cui coinvolgere tutte le istituzioni perché non possiamo fare da soli”.
Sulla questione relativa alle dimissioni da presidente della Fondazione, Mancini ha precisato: “Non ho pensato a dimettermi dalla presidenza della Fondazione. Sono stato invitato ma ho riposto di non essere disponibile. Non mi sento responsabile – ha spiegato – o almeno non mi sento l’unico responsabile. Ho la coscienza tranquilla. La Fondazione ha fatto il proprio dovere. Noi abbiamo documenti della Fondazione e degli enti nominanti che dicevano certe cose. C’era piena sintonia. Abbiamo realizzato ciò che era contenuto in questi documenti. Potevamo fare di tutto – ha continuato Mancini – potevamo fare sicuramente meglio, però uno lascia quando sente di avere sbagliato, di avere tradito o di non essere stato coerente con i propri indirizzi. Siccome questo non è il mio caso non lascio per questi motivi. Siamo a fine mandato. Vogliamo completare il lavoro di sistemazione e di riorganizzazione della fondazione. Ma uno lascia quando ci sono delle cose che non vanno oppure quando c’è una contraddizione chiara. Soprattutto non lascio perché non voglio dare l’impressione della fuga. Ci sono difficoltà certo ma questo non è il momento in cui si fugge ma si rimane al pezzo e si cerca di risolvere i problemi facendo di tutto per uscirne”.