Dopo l'articolo apparso su "Il Mondo" torna prepotente la questione del "come risanare l'ateneo"
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di Giovanni Grasso.
SIENA. Ancora una volta, il silenzio assordante sulle vicende dell’Università di Siena è rotto da un articolo del Mondo, di seguito integralmente riportato, che, segnalando un altro caso di nepotismo e una situazione conflittuale nella Facoltà d’Economia, conferma quel che <rivelai nel giugno scorso: l’esistenza di un progetto rischioso e illegittimo per la gestione di alcuni immobili dell’Ateneo.
Per tamponare le croniche crisi di liquidità, poteva, Riccaboni, vendere qualche immobile, come ha fatto il suo predecessore? No! Troppo facile! Un economista di grande stazza, come lui, non può certo apparire come un agente immobiliare! Ecco, allora, l’idea di «un’operazione straordinaria» che prevede la costituzione di una “Fondazione” per la gestione degli immobili da alienare.
L’assoluta segretezza che circonda il progetto, il <tentativo (fallito) di farlo approvare surrettiziamente, nascosto all’interno di una delibera sulla ricognizione degli spazi, gli screzi tra i docenti ideatori, i rapporti mai chiariti con un <operatore finanziario indagato dalla Procura di Fondi, la comparsa, per ultima nel panorama delle trovate brillanti, di una Società di Gestione del Risparmio (sgr), le tante domande sull’intera vicenda che, ancora, attendono risposta, tutto ciò legittima il sospetto di una speculazione ai danni dell’Ateneo.
Come non ricordare la cartolarizzazione, nel 2007, degli enti pubblici previdenziali che portò pochissimo denaro nelle casse dello Stato e rese molto di più a banche e intermediari finanziari?
Pertanto ritengo necessario riformulare alcune legittime domande che, mi auguro, questa volta, non restino senza risposta. Perché, Riccaboni, ha deciso di ricorrere alla costituzione di un Fondo immobiliare? Lo sa che, nel rispetto delle regole del patto di stabilità, le risorse così acquisite non potranno essere utilizzate per la spesa corrente? L’Ateneo sottoscriverà quote da collocare presso investitori, a fronte del trasferimento degli immobili? Gli intermediari specializzati che utilizzerà l’università, saranno esterni oppure docenti dell’ateneo senese? Tra questi, ci sarà anche il Prof. Lorenzo Frediani?
Nuvole sempre più nere sopra Riccaboni a Siena (Il Mondo, 14 ottobre 2011)
Fabio Sottocornola.
Cielo sempre più pesante sopra l’università di Siena, gravata da un buco nei bilanci che ha superato di gran lunga i 200 milioni di euro. E dove ormai anche i rapporti tra i diversi protagonisti sono ai ferri corti. Nei giorni scorsi il collegio dei revisori dei conti ha bocciato, con parere unanime, l’ipotesi di una modifica al budget dell’ateneo che il rettore Angelo Riccaboni ha sottoposto al CdA lo scorso 29 settembre. Tra i punti contestati, maggiori spese per l’apertura di un asilo nido aziendale e per coprire i costi della pubblicazione di alcuni volumi in omaggio all’ex rettore (e ministro) Luigi Berlinguer. Il parere degli esperti contabili è arrivato poche settimane dopo la stroncatura su un’operazione di congelamento delle rate dei mutui, voluta a luglio dal Magnifico. Con lui è in rottura anche Riccardo Mussari, ordinario di economia aziendale e fratello di Giuseppe, presidente del Monte Paschi. A febbraio Riccaboni lo aveva inserito nella commissione per la revisione dello statuto con l’incarico di riscrivere il regolamento di contabilità. Prima delle vacanze, con lettera riservata non priva di critiche verso Riccaboni, Mussari ha lasciato. Ma dentro la sua facoltà di economia il rettore conserva buoni rapporti con alcuni docenti. Per esempio, Lorenzo Frediani, ordinario di economia degli intermediari finanziari, che sarebbe impegnato in un progetto per la gestione di parte degli immobili d’ateneo. Secondo voci che circolano nella città del Palio, potrebbe trattarsi di una fondazione o sgr da realizzare con qualche banca d’affari americana. Infine, in mano a Frediani c’è rischio che scoppi un caso di nepotismo. A fine settembre il figlio Andrea si è laureato nella stessa facoltà, corso, dipartimento (studi aziendali) del padre. Come relatore Michele Patanè, associato nella disciplina di Frediani. In ateneo ci si chiede se questo non sia in contraddizione con il codice etico, appena approvato.