"Al termine dell'intervento del Rettore, prof. Silvano Focardi – scrivono gli studenti – sette nostri compagni hanno realizzato una azione, volta a denunciare il processo di svendita, al peggior offerente, che sta vivendo il nostro Ateneo. Mentre un "banditore" metteva in vendita i gioielli di famiglia (nove Facoltà, tre sedi, quasi 20000 studenti, oltre 1000 lavoratori tecnici-amministrativi), cinque contendenti davano vita ad una gara alla peggiore offerta. Interveniva il Comune, che offriva 5000 euro, chiedendo in cambio un posto nel nuovo Consiglio d'Amministrazione dell'Ateneo e un buon pacchetto di voti per la prossima tornata elettorale; era poi la volta della Regione Toscana, la quale si diceva disposta a mettere sul piatto fino a 4000 euro, per avere l'Ospedale delle Scotte e anch'essa uno strapuntino nel nuvo CdA. A questo punto si alzava la Provincia, che, offesa per l'esclusione, chiedeva, per 3000 euro, di poter sedere anche essa nel Consiglio. Era il Monte dei Paschi che rilanciava, proponendo 2000 euro più la concessione del mutuo necessario al nostro Ateneo per pagare gli stipendi, volendo in cambio anch'essa uno spazietto nel Consiglio d'Amministrazione e magari, perchè no, la messa in piedi di un'altra "convenzione-truffa", nello stile di quella stipulata un paio di anni fa con la società finanziaria Consum.it, che tanto piacque agli studenti. Non poteva mancare dalla contesa la Ministra Gelmini, la quale si diceva disposta a mettere sul tavolo addirittura 1000 euro, chiedendo in cambio "solamente" la natura pubblica dell'Università e la libertà di ricerca, valori evidentemente in contrasto con una visione efficientista e aziendalista dell'Università di questo Governo. Quando sembrava non ci potessero essere altre offerte all'altezza della situazione, si alzava dal pubblico un autodefinitosi "signor-nessuno", il quale spiazzava tutti offrendo un pezzo di cacio e un piatto di lenticchie (Esaù docet), portandosi così a casa l'intero pacchetto dell'Università di Siena, raffigurato da una nostra compagna dai polsi legati".
"Al termine dell'azione, teneva il suo intervento, a nome degli studenti, la rappresentante dell'Udu in Consiglio d'Amministrazione Francesca Giuli – racconta ancora la nota degli studenti – la quale spiegava alla platea, qualora ce ne fosse stato bisogno, il senso dell'azione e denunciava ancora una volta il gravissimo attacco a cui è sottoposta la nostra Università, schiacciata tra le criminali politiche di distruzione del sistema di formazione pubblica messe in atto dal Governo berlusconi e le dannosissime misure che sta mettendo in atto l'amministrazione del nostro Ateneo, il quale, attraverso la revisione dello Statuto e il Piano di Risanamento sta di fatto privatizzando il nostro Ateneo, regandolo in pasto agli appetiti di soggetti esterni all'Università stessa. Mentre si svolgeva il tutto, un altro gruppo di compagni dell'Udu e del Collettivo Das (Dimensione Autonoma Studentesca) stendeva nell'Aula Magna del Rettorato uno striscione recante la scritta "Unisi in svendita. Chi offre di meno?", striscione che poi veniva appeso all'esterno del Palazzo del Rettorato".