
di Augusto Mattioli
SIENA. Nel dibattito del dopo palio non si parla solo di mossiere, di fantini che si fanno sorprendere dall'entrata della rincorsa. C'è chi guarda anche a quello che succede nell'informazione, soprattutto in quella locale, dominata dalle "96 ore di palio": la trasmissione di Canale 3, carica di pubblicità, che tracima anche nelle trasmissioni che dovrebbero essere giornalistiche, nelle quali occorrerebbe un netto stacco, appunto, tra informazione e pubblicità.
Un vizio, quello della pubblicità nelle trasmissioni giornalistiche, che radio e televisioni senesi si dovrebbero togliere.
Una lettera inviata ai giornali e anche all'ordine dei giornalisti nazionale punta il dito su questo aspetto ma non soltanto.
Nel mirino la qualità stessa delle trasmissioni, in particolare i dibattiti davanti ad una tavola imbandita, condotti da Franco Masoni, presenti alcuni tra i più esperti fantini del palio di Siena ormai in pensione, le cui osservazioni, in certi casi, sono state anche interessanti e pertinenti. Ma tutto quello che hanno detto non ha trovato, ci pare, alcuna eco nei notiziari dello stesso Canale 3.
Rilanciare le polemiche di Mulas nei confronti del mossiere, le dure critiche che i vecchi fantini hanno fatto al palio attuale sarebbe stata una buona operazione giornalistica. Invece si è data l'impressione di allinearsi a quel chiacchiericcio, quasi un gossip, che sta imperando nel complesso dell'informazione paliesca senese.
Invece di fare informazione la proprietà di Canale 3 preferisce licenziare i giornalisti assunti, dopo essersi accorta che costano troppo, e magari si affida a persone di minore esperienza che si accontentano, pur di lavorare, di compensi neanche decenti.
Certo, ognuno è libero di organizzare la propria azienda come meglio crede. Però Canale 3 – che in pratica agisce a Siena in regime di monopolio – non è un'azienda qualsiasi, ma un'emittente televisiva che va anche sul satellite e che quindi fa da specchio alla città, con una immagine spesso non reale e comunque discutibile.
Si dirà: le trasmissioni paliesche della Rai sono migliori. Formalmente sono ben confezionate, bisogna riconoscerlo. Ma abbastanza banali, retoriche e soprattutto scontate.
SIENA. Nel dibattito del dopo palio non si parla solo di mossiere, di fantini che si fanno sorprendere dall'entrata della rincorsa. C'è chi guarda anche a quello che succede nell'informazione, soprattutto in quella locale, dominata dalle "96 ore di palio": la trasmissione di Canale 3, carica di pubblicità, che tracima anche nelle trasmissioni che dovrebbero essere giornalistiche, nelle quali occorrerebbe un netto stacco, appunto, tra informazione e pubblicità.
Un vizio, quello della pubblicità nelle trasmissioni giornalistiche, che radio e televisioni senesi si dovrebbero togliere.
Una lettera inviata ai giornali e anche all'ordine dei giornalisti nazionale punta il dito su questo aspetto ma non soltanto.
Nel mirino la qualità stessa delle trasmissioni, in particolare i dibattiti davanti ad una tavola imbandita, condotti da Franco Masoni, presenti alcuni tra i più esperti fantini del palio di Siena ormai in pensione, le cui osservazioni, in certi casi, sono state anche interessanti e pertinenti. Ma tutto quello che hanno detto non ha trovato, ci pare, alcuna eco nei notiziari dello stesso Canale 3.
Rilanciare le polemiche di Mulas nei confronti del mossiere, le dure critiche che i vecchi fantini hanno fatto al palio attuale sarebbe stata una buona operazione giornalistica. Invece si è data l'impressione di allinearsi a quel chiacchiericcio, quasi un gossip, che sta imperando nel complesso dell'informazione paliesca senese.
Invece di fare informazione la proprietà di Canale 3 preferisce licenziare i giornalisti assunti, dopo essersi accorta che costano troppo, e magari si affida a persone di minore esperienza che si accontentano, pur di lavorare, di compensi neanche decenti.
Certo, ognuno è libero di organizzare la propria azienda come meglio crede. Però Canale 3 – che in pratica agisce a Siena in regime di monopolio – non è un'azienda qualsiasi, ma un'emittente televisiva che va anche sul satellite e che quindi fa da specchio alla città, con una immagine spesso non reale e comunque discutibile.
Si dirà: le trasmissioni paliesche della Rai sono migliori. Formalmente sono ben confezionate, bisogna riconoscerlo. Ma abbastanza banali, retoriche e soprattutto scontate.